L’Associazione Culturale De Arte Saltandi presenta Storia di un ruscello di Erica Meucci (danza) e Glauco Salvo (suono), parte del programma di Interno Verde Piacenza. In collaborazione con Legambiente Piacenza con il sostegno di Fondazione Piacenza e Vigevano. Domenica 13 aprile alle ore 15 presso i Giardini Margherita di Piacenza: Performance parte dell’evento ALBERI, LI GUARDIAMO?
Visita guidata con performance artistica di danza per conoscere la storia e gli alberi dei Giardini Margherita. A cura di Legambiente Piacenza insieme a il Barone Rampante, Rami – il Registro degli Alberi Monumentali Italiani e De arte Saltandi / dAS Festival, con la performance Storia di un ruscello di Erica Meucci, con il sostegno di Fondazione Piacenza e Vigevano. Ritrovo vicino al gazebo. La partecipazione all’evento è gratuita con gradito contributo a sostegno di dAS FESTIVAL 2025.
Quando entrate in un ambiente dove ci sono uccelli, insetti o animali, essi vi ascoltano completamente. Vi ricevono. Per le creature presenti in quell’ambiente la vostra presenza potrebbe segnare la differenza tra la vita e la morte. Deep Listening, Pauline Oliveros
Storia di un Ruscello è un racconto per immagini, una danza scritta per un’interprete e una pietra. Il lavoro trae ispirazione dalle idee ecologiche del geografo anarchico Élisée Reclus, secondo il quale per ricollocarsi al fianco degli altri esseri viventi è necessario riconoscersi vulnerabili ed esposti al pericolo, svincolandosi da un’idea di dominio ed entrando in relazione con gli ambienti che attraversiamo, lasciandoci plasmare da essi. Il pensiero di Reclus si intreccia con un fatto realmente accaduto: lo smarrimento di un animale nel bosco e il suo ritrovamento nelle acque di una cascata.
L’immagine del suo corpo sospeso, accarezzato dallo scorrere delle acque, e il tempo che sembra dilatarsi senza confini si imprimono sul corpo della danzatrice e riaffiorano in una stratificazione invisibile dove memoria e ascolto del paesaggio si intrecciano, oscillando tra vuoti e pieni spaziali e acustici, tra la solidità della pietra e la transitorietà del corso d’acqua. La danzatrice si muove sulla pietra senza mai scendere: questo limite spinge il corpo a riscrivere continuamente le proprie geografie e i propri equilibri, accentuandone la sensibilità verso i mutamenti minimi dell’ambiente esterno.
Erica Meucci è danzatrice, coreografa e curatrice, si occupa del corpo in relazione agli spazi aperti e in particolare ad ambienti boschivi e selvatici. Studia alla Scuola di Teatro Paolo Grassi a Milano e con Dominique Dupuy, Myriam Gourfink, Kat Vàlastur, Romeo Castellucci, Claudia Castellucci e Chiara Guidi. Ha danzato per Gruppo MK, Effetto Larsen, I Figli di Marla, JA Dupont, Daniel Abreu, Silvana Barbarini, Fattoria Vittadini e Collettivo Baladam B-side; collabora con la sound artist Diana Lola Posani e con l’artista queer Splendore. I suoi lavori sono stati presentati ad Errant Sound, Berlino; BAM – Milano, Mercurio Festival; Dot Festival, Agrigento; Danzare a Monte, Trento; Teatro Comandini; Fabbrica del Vapore; Festival Orizzonti Verticali; PARC Firenze; Teatro Niccolini; Teatro Verdi. In campo curatoriale si dedica al progetto ORA – Orobie Residenze Artistiche e la Rassegna Rami d’ORA a Sondrio.
Glauco Salvo è un musicista attivo nella scena di sperimentazione sul suono, con particolare interesse nei confronti di esperienze d’ascolto non convenzionali, tecniche e tecnologie di registrazione e riproduzione del suono in relazione a percezione e immaginazione. Dal 2020 raccoglie i suoi lavori su Field Studies, serie indipendente di pubblicazioni audio, laboratori e concerti focalizzati su field recording e musica elettronica; compone e suona dal vivo musica per danza contemporanea e performance, lavorando con artisti come Annamaria Ajmone, Parini Secondo, Gaia Ginevra Giorgi, Erica Meucci/Laagam, Comaneci, Giovanni Lami. Con Enrico Malatesta e Giovanni Lami è fondatore di MU, collettivo indipendente dedito alla promozione di pratiche sonore non convenzionali, con il quale cura – in collaborazione con Magma – il festival Elementi.
È possibile manifestare il proprio sostegno a dAS Festival diventando soci dell’Associazione De Arte Saltandi, facendo una donazione oppure acquistando gli articoli del merchandising di dAS FESTIVAL, ricamati a mano da Ricami di Sabri. Le shopper, i quaderni e i segnalibri mostrano i quattro concetti chiave del De Arte Saltandi di Domenichino: MISURA, MEMORIA, MANIERA e AGILITÀ. È possibile sostenere il Festival anche aiutando il suo Team e partecipando come volontari! Per collaborare scrivi a: deartesaltandi@gmail.com
L’ASSOCIAZIONE DE ARTE SALTANDI. Da un’idea di Riccardo Buscarini – coreografo piacentino di fama internazionale attivo nei campi della danza contemporanea, opera e arti visive e qui in veste di presidente al fianco di Virginia Carolfi (vice presidente) e Claudia Casalini (primo consigliere) – nasce l’Associazione De Arte Saltandi. L’Associazione desidera rendere tributo a una figura non abbastanza conosciuta: Domenichino da Piacenza, maestro di buone maniere ed esperto danzatore attivo alla corte della famiglia d’Este di Ferrara e poi alla Corte degli Sforza di Milano nella seconda metà del 1400, ma soprattutto autore del primo trattato umanistico di danza di cui si abbia notizia: De arte saltandi et choreas ducendi/De la arte di ballare et danzare, il cui manoscritto è custodito alla Bibliothèque Nationale di Parigi. L’approccio dell’Associazione è di stampo “rinascimentale”, ossia si propone di promuovere eventi multidisciplinari in cui le diverse arti partecipano al dialogo attorno alla danza e alla coreografia visti come fulcro. Gli intenti dell’Associazione sono promuovere: le arti della danza e della coreografia attraverso l’organizzazione di spettacoli e attività formative; luoghi del territorio piacentino attraverso l’attivazione di spazi architettonici – palazzi, cortili, giardini, saloni d’onore – sconosciuti ai più o comunque raramente accessibili; la multidisciplinarietà e la collaborazione tra arti ed enti.
DOMENICHINO DA PIACENZA. Figura fondamentale per lo sviluppo della storia della danza ed eccellenza piacentina a livello internazionale, Domenichino da Piacenza aveva il compito di creare danze per le frequenti celebrazioni festive a corte. Al cavagliero aurato, una delle cariche più alte cui poteva accedere un uomo che non fosse nobile di nascita, è attribuita la produzione del primo trattato umanistico di danza di cui si abbia notizia dal titolo De arte saltandi et choreas ducendi/De la arte di ballare et danzare, il cui manoscritto è custodito alla Bibliothèque Nationale di Parigi. A Domenico si deve dunque il pionieristico tentativo di far accettare al potere costituito e alla collettività la danza come arte liberale, di pari dignità rispetto alla musica e alla pittura che pure, nella stessa epoca, vengono sottoposte ad un processo di revisione teorica.
Michele Olivieri
Foto di Giulia Lenzi
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