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“Affetto Domino”è il titolo della 19esima edizione di Gender Bender

“Affetto Domino”. È il titolo della 19esima edizione di Gender Bender, il festival internazionale di arte co-diretto da Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli e prodotto dal Cassero LGBTI+ Center di Bologna, che, con questo gioco di parole, invita a riflettere come un gesto di cura e attenzione possa generare molteplici felicità nell’ambito delle relazioni umane. Relazioni tenute insieme anche dall’arte e dagli spettacoli in scena al festival: danza contemporanea internazionale con spettacoli in prima italiana, conversazioni con coreografe e coreografi, proiezioni cinematografiche, incontri con autori e autrici della letteratura e laboratori con le comunità locali, Il tutto dal 2 al 19 settembre all’aperto nel Giardino del Cavaticcio di Bologna. 

La compagnia spagnola La Macana apre, martedì 7 e mercoledì 8 alle 21,00, la sezione danza con Pink Unicorns, uno spettacolo di danza coinvolgente tra enormi e coloratissimi gonfiabili per indagare il concetto di mascolinità, con humour e affetto.  

Joy Alpuerto Ritter, coreografa e performer di origini filippine di base in Germania, che ha collaborato col Cirque du Soleil, la Akram Khan Company e con la band Florence and the machine, porta a Gender Bender due spettacoli: Alter Egos, in prima nazionale e Babae.  

Alter Egos è un potente solo in cui la Ritter, attraverso trasformazioni continue del suo corpo e dei suoi movimenti in scena, si interroga sulle molteplici identità che abitiamo e sulle maschere che indossiamo nella quotidianità, in un affascinante gioco che scardina la rigidità dei meccanismi sociali (giovedì 9 e venerdì 10 Giardino del Cavaticcio ore 21.30). 

Babae (“donna” in lingua filippina), spettacolo selezionato nella piattaforma internazionale Aerowaves 2020, è un rituale dalla forte carica mistica e dal potente slancio vitale, ispirato alla danza delle streghe della coreografa Mary Wigman. Combinando gli antichi balli popolari delle Filippine con un repertorio contemporaneo che spazia dal classico all’hip hop fino al voguing, Joy Alpuerto Ritter inscena una pratica che celebra il potere femminile, immergendo gli spettatori in un’atmosfera intima e senza tempo (sabato 11 e domenica 12 – Giardino del Cavaticcio ore 21.30). 

Swans Never Die è il progetto in esclusiva nazionale che invita 10 giovani coreografi e coreografe a rileggere in chiave contemporanea il repertorio classico de La morte del cigno, coreografato in origine da Michel Fokine per Anna Pavlova nel 1905. È promosso da una rete di soggetti che ha deciso di unire idee e progettualità e che tra il 2021 e il 2022 proporrà una programmazione congiunta fatta di spettacoli, workshop, incontri, webinar e residenze artistiche. Ospiti della tappa bolognese a Gender Bender, Chiara Bersani, Silvia Gribaudi e Philippe Kratz, che assieme alla dramaturg Greta Pieropan presentano al pubblico un immaginario legato al cigno che si apre a nuove e personali coreografie, accompagnate da video di repertorio, ascolti musicali e parole (sabato 11 e domenica 12 – DAMSLab ore 20.00). 

Altro appuntamento in esclusiva nazionale, creato ad hoc per Gender Bender da Silvia Gribaudi, è Festa!, spettacolo incentrato sul concetto di dono e all’insegna della partecipazione collettiva, con l’obiettivo di celebrare gli sforzi di una comunità di spettatori e performer che mette al centro la relazione, sottolineando la straordinaria bellezza dello scambio reciproco. La coreografa, dialoga in scena con le illustrazioni di Francesca Ghermandi e si unisce al pubblico in un rito celebrativo e collettivo, fatto di forte partecipazione da parte del pubblico (martedì 14 e mercoledì 15- ore 21.30 Giardino del Cavaticcio). 

In preparazione di Festa!, domenica 12 la Gribaudi conduce un laboratorio performativo sull’espressione del corpo, i cui partecipanti prenderanno parte alla performance. Il laboratorio è aperto a tutte/i (dalle 10 alle 13- Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno). 

Massimo Monticelli, coreografo e danzatore bolognese, presenta il suo solo Cassandra o della Verità, una riscrittura contemporanea del mito della divinatrice mai creduta, interpretata qui provocatoriamente da un uomo, che sovrappone il suo corpo alla voce di Cassandra, creando un contrasto che fa da scintilla alle questioni di genere e di rappresentazioni (lunedì 13 ore 18.00 e 20.30– Teatro DanzaLab). 

La coreografa Simona Bertozzi è a Gender Bender con Quel che resta, uno studio pensato appositamente per il festival e frutto di un lavoro di composizione condiviso con la danzatrice e coreografa Marta Ciappina (giovedì 9 e venerdì 10 Giardino del Cavaticcio ore 19.30). 

Ritorna al festival l’energia prorompente del Collettivo MINE, composto da Francesco Saverio Cavaliere, Roberta Racis, Silvia Sisto, Siro Guglielmi e Fabio Novembrini, con Esercizi per un manifesto poetico: una pratica collettiva in cui ripetizione, determinazione e ostinazione generano un’unità di corpi capaci di affrontare il cambiamento e lo scorrere del tempo (lunedì 13 ore 21.30 e martedì 14 ore 19.30- Giardino del Cavaticcio). 

Gender Bender 2021 ospita anche il primo appuntamento di Performing Gender – Dancing In Your Shoes, progetto di cooperazione internazionale Large Scale sostenuto da Creative Europe, di cui Il Cassero è capofila con Gender Bender. Il progetto è uno dei 20 selezionati in tutta Europa e impegna 16 coreografi e coreografe da Italia, Spagna, Slovenia, Francia, Ungheria, Gran Bretagna, Svezia, Paesi Bassi per tre anni di lavoro, con l’obiettivo di costruire delle comunità coese attraverso la pratica della danza e la produzione di spettacoli con protagoniste le persone che vivono nelle città partner del progetto (mercoledì 15 ore 18.30- Cassero). 

 

Sara Zuccari

Direttore www.giornaledelladanza.com

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