Il primo Billy Elliot italiano: è il riconoscimento più recente, ma non di certo l’ultimo – anzi!, che Alessandro Frola ha ottenuto alcuni mesi fa. Scelto, infatti, tra tantissimi giovani interpreti accorsi a Roma per le audizioni del celebre musical, il giovanissimo Alessandro ha iniziato un lungo percorso nei panni del famoso Billy che, dopo molti mesi in scena al Sistina, lo sta portando in giro per l’Italia.
Alessandro sembra timido e riservato ma è tutto un trucco: al posto delle parole, usa la danza e le sue innate qualità per esprimersi al meglio. Un artista completo, molto giovane ma che, appena sale sul palco, esplode e rende partecipi chi lo osserva, estasiandoli.
Complice una famiglia di artisti (mamma e papà sono danzatori e hanno una scuola di danza, nonna trasmette la passione e la tecnica della danza a grandi e piccini attraverso l’insegnamento) il 14enne parmense sta costruendo una vita guidata da un unico filo rosso: la danza. Che, unita ad una buona dose di passione, tenacia e impegno, lo porteranno lontano. Chi lo ha visto in Billy Elliot non ha alcun dubbio. E chi lo vedrà in tournée, ne sarà certo.
Una breve biografia: nel 2008, a soli otto anni, vince il suo primo concorso e ottiene il riconoscimento come Miglior danzatore Maschile. Dal 2009 partecipa con borse di studio e menzioni speciali alla scuola estiva del Royal Ballet di Londra. Nel 2012 vince le semifinali europee dell’American Grand Prix sia come solista che come partner in passo a due aggiudicandosi una borsa di studio per la scuola “Jacqueline Kennedy Onassis” dell’American Ballet Theatre di New York. Nel 2013 vince nuovamente l’American Grand Prix di New York alle semifinali di Cordoba Messico, dove viene invitato a danzare il passo a due di Giselle al Gala “Le stelle di oggi incontrano le stelle di domani”. Nello stesso anno ottiene il primo premio al concorso di Alassio e l’invito ad esibirsi a Danzainfiera alla manifestazione “L’ Italia che Danza”. Nel 2014 è vincitore, oltre che di vari concorsi nazionali, anche del Grand Prix “Ciudad di Barcelona” e in tale occasione lo scultore Richard Macdonald gli ha dedicato una sua statua donandola alla città di Barcellona in ricordo della sua performance. Nell’estate dello stesso anno viene invitato a ritirare il premio al Talento Giuliana Penzi durante il festival Loano Estate. Nel 2015 Alessandro partecipa, vincendo il terzo premio nel passo a due, al concorso Tanzolymp di Berlino, dove gli vengono anche assegnate le borse di studio per l’English National Ballet di Londra e lo Staatsballet di Berlino. Nel Febbraio del 2015 viene invitato a danzare nel passo a due della” Fille Mal gardèe” al gala “Gaudeamus” a Maribor Slovenia. Galà che vede la partecipazione delle migliori scuole di danza d’Europa. Dal 2010 Alessandro frequenta il corso di Formazione Professionale per danzatori di Professione Danza, questo corso gli ha permesso di avvicinarsi anche a materie come la recitazione, il canto, il contemporaneo, jazz, acrobatica e di potersi, quindi, esprimere in altro modo. Ciò che è sempre stato apprezzato e notato in Alessandro, oltre ovviamente ad una buona tecnica, è la sua capacità di trasmettere felicità e serenità mentre danza.
Alessandro, sei il primo Billy Elliot italiano. Come ti sei sentito quando ti hanno detto: sarai Billy e debutterai al Sistina?
Sono stato molto contento ed emozionato: ci credevo e non vedevo l’ora di interpretare Billy. Mi ero preparato molto e sapere di essere stato scelto…beh, mi ha dato un sacco di soddisfazione!!
Se pensi alla tua prima “prima” nei panni di Billy Elliot…cosa ricordi?
Non vedevo l’ora di iniziare e di salire sul palco. Ero visibilmente emozionato ma, quando è partita la musica, tutta la paura è svanita…e ho iniziato a danzare!
Il percorso di preparazione di questo musical ti ha portato a studiare canto, recitazione, oltre ovviamente alla danza che, però, pratichi già da molti anni: come sei riuscito ad integrare tutte queste discipline?
Nella scuola di danza dove mi alleno, e dove insegnano i miei genitori, ho sempre studiato molte discipline, recitazione inclusa. Questo mi ha aiutato molto nell’interpretazione del mio personaggio. Mi sono dovuto impegnare più nello studio del tip tap, visto che nel musical ci sono alcune parti in cui, appunto, si balla il tap. Ma non è stato un problema.
E dopo il Sistina, la prima tournée italiana: come stai vivendo questa esperienza, che per te è nuova?
Molto bene! È bello stare tutti insieme. Ho legato molto con Christian, che ha la mia età e nel musical è il mio amico più caro. È bello poter portare il musical in giro per l’Italia.
Credi di assomigliare un pochino a Billy?
Sì, moltissimo! Gli assomiglio nell’amore che ha per la danza, per la sua passione e per il suo coraggio.
Quando sei in scena, esplodi: reciti, danzi, fai commuovere e nel contempo sorridere chi ti osserva dalla platea. Sei già un artista e, come tale, sai emozionare. Quale parte del musical, però ti fa emozionare?
Quando Billy “piccolo” danza con il “grande: la scena che mi emoziona sempre moltissimo!
Torniamo indietro di alcuni anni: hai iniziato a studiare danza a quattro anni, nella scuola di danza dei tuoi genitori. Anche grazie alla tua famiglia, che ti ha trasmesso passione e disciplina, hai coltivato tante qualità. Stai crescendo professionalmente. Quando hai iniziato avevi già in mente di “diventare grande” in questo ambiente?
Credo di aver sempre saputo (e voluto) di diventare un ballerino: a un anno, come ho visto in alcuni video di mamma, facevo finta di fare la sbarra attaccandomi al forno, in cucina…Già da piccolo avevo le idee abbastanza chiare sul mio futuro!
La danza è disciplina, fatica, necessita impegno. Per te, però, che cos’è?
È tutto! Non riuscirei proprio a vedere la mia vita senza di lei. Quando ballo riesco ad esprimermi al meglio: sono proprio io!
Alessandro, hai 14 anni ma hai già calcato tantissimi palchi importanti: su quale di questi, ovviamente al termine della tourneé di Billy Elliot, ti piacerebbe danzare? E soprattutto: cosa vorresti ballare?
Sogno in grande, lo so: vorrei danzare al Metropolitan di New York o al Teatro Bolshoi. Ovviamente danza classica, la disciplina che preferisco.
Foto di Antonio Agostini
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