“Prospettive01” è una rubrica rivolta ad artisti e contesti che rappresentano un mondo di talenti in continua evoluzione. Ideata e curata da Lorena Coppola, la rubrica si propone di dare spazio a iniziative dedicate ai giovani e di raccogliere articoli e interviste mirate a dar voce a tutte le fasce creative del mondo coreutico: realtà in via di sviluppo ed espansione, progetti innovativi o realtà già consolidate e di chiara fama, meritevoli di attenzione. Un luogo di rivelazione e di incontro di nuove prospettive.
ARGENTO VIVO è il titolo di un cortometraggio coreografico omaggio al regista Dario Argento, un progetto multidisciplinare che vede per la prima volta il cinema protagonista della danza. Il cortometraggio, che nasce da un’idea maturata in tempo di lockdown, sarà seguito da uno spettacolo dal vivo, in un’iniziativa di ampio raggio in cui la danza è intesa come forma totale di espressione artistica. Il progetto è ideato e realizzato dal danzatore e coreografo Gennaro Maione, che in quest’intervista si racconta in esclusiva al Giornale della Danza.
Come nasce il progetto?
In realtà è un’idea che è partita durante il lockdown in cui ho ritrovato un po’ quelle che sono le passioni di un tempo, l’amore per il cinema che avevo da bambino e che mi accompagnato per tutta l’infanzia e l’adolescenza. È proprio in questa fase della mia vita che ho iniziato a conoscere il regista Dario Argento, mi sono appassionato al suo lavoro sin da quando avevo sette anni. L’ammirazione per i suoi lavori era condivisa da tutta la mia famiglia, quindi posso dire che la passione per questo genere cinematografico mi è stata in un certo senso trasmessa negli anni. Il progetto nasce dunque dal mio amore per questo autore e dal desiderio di trasformarlo in qualcosa di artistico che spero prenda forma in futuro anche come spettacolo dal vivo, sebbene sia ancora presto per poter prevedere quali saranno gli scenari futuri, data la situazione della pandemia.
Come si struttura?
Il progetto è articolato in varie tematiche che voglio raggruppare all’interno di tutto il lavoro registico di Dario Argento. Ritengo che le sue idee e tutto ciò che lui ha mostrato nei suoi film vada ben oltre il concetto di “paura”. La prima cosa a cui pensa chi ha conosciuto il regista attraverso i suoi film è la paura, l’omicidio, il sangue, il terrore, in un certo senso, ma io penso che ci sia molto di più; ad esempio, vi è un processo di analisi psicologica profonda dei personaggi. Quindi si va ben oltre il concetto di paura, sconfinando in tematiche molto più ampie, la psicologia, la psichiatria, il mondo animale in contrasto col mondo umano, che è talvolta è psicotico. Vi è anche un legame molto forte con la sessualità, con il feticismo, con l’universo femminile. Il mio intento in questo lavoro è proprio rimarcare questi aspetti che sono un po’ trascurati dal grande pubblico, che non sono colti subito.
Come si abbina la danza a Dario Argento?
In realtà anche per me è assolutamente una scoperta, nel senso che finora il lavoro di Dario Argento non è mai stato toccato da nessun’altra forma artistica e di sicuro non è mai stato affrontato in termini di movimento e di danza. Sarà una scoperta anche per me approcciare questo mondo e trasformarlo in danza. Credo vi siano degli elementi e degli input molto chiari, che sono anche a me ben chiari e all’interno del mio lavoro voglio dimostrare che possono svilupparsi anche in un linguaggio particolare, ma questo è un lavoro che si farà in corso d’opera, soprattutto quando sarà messo in scena.
Come verrà portata avanti l’iniziativa?
L’iniziativa parte per un esito finale che sarà uno spettacolo dal vivo. Ovviamente al momento non ho certezze riguardo a quando verrà messo in scena come prodotto finale, data la situazione molto particolare che stiamo vivendo, stiamo appena ripartendo, dunque per il momento non ho date certe e non ho ancora la produzione programmata, però sono voluto partire con questo lavoro del cortometraggio coreografico perché penso che anche il lavoro video sia molto importante e voglio mostrare già dei primi segnali di quello che sarà poi il lavoro definitivo che andrà in scena appena sarà possibile. Ho la fortuna di lavorare con una casa di produzione che mi ha aiuterà per la realizzazione del cortometraggio che sarà girato a settembre 2021. Si parte da un primo cortometraggio ma probabilmente ne saranno anche di più, non è escluso che vi sia una vera e propria serie in omaggio a Dario Argento.
L’intento finale?
Ho una serie di idee e immagini in mente che spero di mettere in pratica. Per il momento sto cercando di scindere in lavoro in video, ossia il cortometraggio, che si intitolerà Argento Vivo da quello che sarà lo spettacolo che poi andrà in scena dal vivo. Sono due lavori distinti, anche se collegati dallo stesso autore. Di una cosa però sono sicuro, che lo spettacolo sarà uno spettacolo di DANZA. All’interno di questo lavoro ci sarà la danza come forma totale di espressione artistica. Non immagino un solo stile di danza, che sia solo contemporanea o di ricerca, ma vorrei spaziare in stili completamente differenti tra loro e anche con interpreti con una formazione completamente diversa.
Il messaggio che si vuole trasmettere?
Dario Argento è un autore che è sempre stato visto come un regista “di nicchia”, ma credo vi siano degli elementi che possano avvicinare il grande pubblico a questo lavoro, magari un pubblico che non sia vicino né a Dario Argento né alla danza. Credo fermamente che questo connubio possa incuriosire il pubblico e avvicinare i due mondi. Dunque, potrei dire che vi sicuramente un messaggio formativo per il pubblico: per la prima volta si parla di cinema all’interno della danza. È un progetto multidisciplinare che spero possa avere un grande impatto proprio per il suo ampio respiro che spazia dal teatro alla danza passando per il cinema. Dico questo proprio perché veniamo da un periodo in cui il pubblico, già prima della pandemia, non era molto interessato ad andare a teatro, a seguire spettacoli, spesso perché non c’era nulla che potesse davvero coinvolgerlo. Credo che trattare di qualcosa di così forte, attraverso un autore che ha inglobato intere generazioni possa in qualche modo scuotere, incuriosire e interessare gli spettatori.
Lorena Coppola
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