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Il giovane talento di Chiara Frigo nella sua ultima creazione in scena a Cittadella

Si conclude stasera la serie di appuntamenti con la danza proposti dalla manifestazione Operaestate Festival Veneto, e a salutare il pubblico con un arrivederci all’anno prossimo e alla prossima edizione sarà la Compagnia Chiara Frigo che presenterà alle 21.00 il suo ultimo lavoro. Lo spettacolo si inserisce nella sezione Architetture del corpo, che ha riunito diversi progetti coreografici in grado di riempire di segni contemporanei gli storici luoghi che li hanno ospitati; stavolta a reinventare uno spazio urbano, lo storico Palazzo Pretorio di Cittadella, trasformandolo in un insolito palcoscenico sarà la giovane compagnia di Chiara Frigo con la sua ultima creazione Suite-Hope, (Spettacolo per due interpreti e un popolo di carta), già vincitore del bando Residencies 2011 La Caldera di Barcellona e finalista del Premio Prospettiva Danza Teatro 2011. Chiara Frigo, coreografa e performer, si forma in Italia e all’estero, dove, dopo una laurea in biologia molecolare, esordisce come coreografa nel 2006 con il solo Corpo In DoppiaElica con cui si aggiudica il terzo premio al Festival Choreographers Miniatures di Belgrado; questo e altri successivi riconoscimenti le permettono di far circolare il proprio lavoro in prestigiosi teatri e festival. In Suite-Hope Chiara Frigo si interroga sul concetto di speranza; racconta ...

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Le dichiarazioni di Luciana Savignano, Anna Maria Prina e Giuseppe Carbone a favore del Prof. Alberto Testa

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Giuseppe Carbone – Nel 1969 sono stato il primo a ricevere questo premio: è stato sicuramente un onore, anche perchè in Italia ero uno sconosciuto. Lavoravo in Germania e il Maestro Testa ha visto in me il talento, è stato lui ad invitarmi a Spoleto. Alberto ha fatto un lavoro straordinario: lui è stato in grado di dare il premio alle persone giuste, ai talenti, ai giovani. Ha avuto sempre moltissimo coraggio. Ora se ne va un pezzo di storia: il mio augurio più grande è che Daniele Cipriani possa avere il Maestro Testa al suo fianco. Di meglio, sicuramente, non potrà essere fatto nulla: Alberto Testa ha fatto un ottimo lavoro, che nessuno potrà mai dimenticare. Luciana Savignano – L’unica cosa che mi riserbo di dire è che sono molto dispiaciuta. Sono molto legata alla figura del Maestro Alberto Testa, sono stata a Positano in molte occasioni e la professionalità che l’ha sempre contraddistinto è immensa. Sono molto rattristata da quanto accaduto, posso soltanto dire questo. Anna Maria Prina – Il Maestro Testa è una persona eccezionale: ha l’immenso merito di aver fondato, sviluppato e portato avanti questo premio. E’ pur vero che i tempi cambiano ...

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“Un’estate con…” – Lunedì con Mauro De Candia

(Intervista del 14 febbraio 2011) Inizi a danzare a 9 anni e già a 10 la prima borsa di studio presso l’accademia Grace di Montecarlo: quali furono, in quell’occasione, i pensieri di un bambino di 10 anni che si scopre “enfant prodige”? Beh, 10 anni di età, e soprattutto appena un anno di danza, non ti danno la maturità di comprendere realmente se ci sono potenzialità o possibilità che in futuro il tuo sogno si realizzi, perché per me di quello si trattava: di un sogno; io ho sempre voluto ballare, è una passione che coltivo sin da piccolo, ma non c’era ancora in me quella coscienza di dire “sì, questo sarà il mio futuro”; per me è stato un po’come trovarsi in una fiaba, anche perchè Montecarlo ai miei occhi offriva un clima principesco, diverso dal mondo quotidiano al quale ero abituato. Con gli anni poi il processo di maturazione è proseguito, è venuta fuori in me una coscienza sulle mie reali capacità e tutto ha assunto dei contorni più definiti. È stato traumatico lasciare il tuo paese a quell’età? Io penso che sia traumatico anche quando si è più grandi: è come tagliare una pianta dalle proprie radici ...

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“Caravaggio” al Festival La Versiliana

La Versiliana 2011 sarà il tempio della grande danza con le più prestigiose compagnie italiane ed internazionali, balletti del repertorio classico, moderno e contemporaneo. Il Balletto del Teatro di Torino porterà sul palco Caravaggio il 24 agosto con le coreografie di Matteo Laveggi su musiche originali di uno dei maggiori musicisti italiani, Giovanni Sollima. Il balletto è ispirato alla vicenda umana e artistica del grande pittore, luci e ombre, con numerosi riferimenti al Barocco tra cui spicca la presenza di un sopranista quasi ad evocare la presenza fresca e ambigua del pittore lombardo. Produzione del Balletto Teatro di Torino, Festival Torino Danza, Festival Internazionale di Balletto di Genova Nervi, il balletto porta in scena la storia del grande artista, le luci e le ombre di una straordinaria visione carnale e plastica, violenta e poetica. Giochi di luce e di corpi, di forme libere di costruirsi nella musica come nello spazio. Il balletto nasce nel 2004 per il Festival Internazionale del Balletto di Genova Nervi, sulle nervose note che Giovanni Sollima ha composto in una partitura originale per violoncello e elettronica. L’impianto scenico di Roger Salas lascia filtrare la luce, che si staglia sui danzatori vestiti da costumi color sabbia. Tra ...

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Alessio Buccafusca il fotografo ufficiale del Premio Positano racconta al giornaledelladanza.com la sua verità

Gentili lettori, vi riporto la mail che ho inviato al Sindaco di Positano il  giorno 28 giugno 2011 : ” Gentile Sindaco, e per conoscenza gentile Dott.Lucibello, ho appena terminato di parlare al telefono con il Prof.Testa, è molto addolorato,  etc. Domani le invierà un’e- mail di chiarimento in rispetto della Vs. persona; secondo me, dovremmo lasciare al Prof. la direzione artistica del Premio e, se mi consente, dopo aver ricevuto l’e-mail , sarebbe il caso di parlare direttamente al telefono con il Prof. Ha ben 88 anni!!! Ma è di sicuro all’altezza  di organizzare la parte artistica e far vivere all’amata Positano la magia della danza di qualità. Con i miei più cordiali saluti. Alessio Buccafusca

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“Danza: chi, come, perché” – a cura di Vittoria Ottolenghi

Il giornaledelladanza.com lancia una nuova iniziativa a favore della promozione della danza: “Danza: chi, come, perché?”, una nuova rubrica curata dal noto critico di danza Vittoria Ottolenghi, che ogni quindici giorni risponderà alle più interessanti domande poste dai lettori su temi di interesse artistico e sociale relativi all’arte coreutica. Un momento di incontro e di scambio costruttivo con una personalità del mondo della danza, con alle spalle un bagaglio culturale. Un’iniziativa importante che contribuirà, presumibilmente, alla conoscenza e alla diffusione della danza teatrale. Secondo Lei qual è la più grande eredità lasciata dai maestri del passato alla danza dei giorni nostri? Franco da Milano È impossibile rispondere devotamente – ci perdoni il cortese lettore la franchezza del nostro commento  –  a una domanda come questa. Tuttavia ci proverò, in via del tutto amichevole.  Le dirò che la danza è un’arte (Le dice niente il nome di Tersicore?). Pertanto, la danza di oggi esprime l’eredità di un passato millenario e, insieme, la meravigliosa avventura di un infinità di possibili sviluppi. Vittoria Ottolenghi Cosa ne pensa del fatto che in ogni città d’Italia continuino a sorgere scuole di danza private senza alcuna regolamentazione? Raffaele da Como E quindi: Chi dovrebbe decidere sulla liceità dell’insegnamento della danza? La danza è ...

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“Un’estate con…” – Sabato con Little Phil

(Intervista del 20 agosto 2010) Cos’è per te l’hip hop? Prima di tutto per me l’hip hop è una cultura, un modo di essere, un modo di vivere. Io vivo l’hip hop ogni giorno, mi alzo con l’hip hop, vado a dormire con l’hip hop, faccio la doccia con l’hip hop. Io sono hip hop, dall’abbigliamento alla mentalità e per come vivo la mia vita. Parlami di questa cultura… È una cultura che è arrivata dalla strada, una cultura nata negli Stati Uniti, per aiutare la gente ad evitare problemi, perché in America, che è molto pericolosa di questi tempi, c’è gente che spara, gente che ruba e questo movimento si è creato proprio per evitare di ritrovarsi nei guai, di finire in prigione, morti o drogati. Attraverso questa cultura è stato possibile trasformare le energie negative dei giovani violenti in sfogo positivo e creativo, provando a mettere tutta la rabbia nella musica e a trasformarla in energia nella danza, nei graffiti, nel rap. Piuttosto che far male alle persone, questi street dancers hanno imparato a guadagnarsi il rispetto con la danza. È questo che ha reso l’hip hop così famoso. Un danzatore hip hop come vive il rapporto con gli altri generi ...

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Le dichiarazioni di Giuseppe Picone, Elettra Morini e Gabriella Borni a favore del Prof. Alberto Testa

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Giuseppe Picone – Ricordo che anche lo scorso anno erano emerse delle complicazioni in merito a questo Premio e la cosa che mi dispiace oggi è proprio il modo in cui il Prof. Testa è stato trattato. Purtroppo spesso in Italia, per motivazioni politiche, si verificano queste  situazioni del tipo che oggi ci sei ma domani non si sa, senza guardare al merito e all’impegno profuso negli anni. La scelta di escludere Alberto Testa la trovo una cosa di basso livello. Elettra Morini – Questa vicenda la trovo terribile e di cattivo gusto! Alberto Testa ha portato avanti questo premio per talmente tanti anni che un ruolo gli spetterebbe di diritto, non si può “cacciare” una persona in questo modo. Gabriella Borni – Sono legata ad Alberto da un rapporto profondo di amicizia e professionale. Tutti sappiamo quanto è stato ed è importante il caro Prof. Alberto Testa per la danza in Italia e non solo…  Il Premio Positano per la danza è una sua creatura e come tale doveva rimanere, certi avvenimenti sono di cattivo gusto e poco rispettosi… E questo non fa bene alla danza!!! Sono molto dispiaciuta e sono vicina come sempre ad Alberto. ...

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“Un’estate con…” – Venerdì con Carla Fracci

(Intervista del 27 luglio 2010) Carla Fracci: l’ultima Diva del balletto racconta la sua vita di donna e di artista al giornaledelladanza.com In tutto il mondo Carla Fracci ha interpretato il suo alato “cavallo di battaglia”, la prediletta Giselle incalzando amore, dolore, gioia, passione, sentimenti forti che l’hanno resa celebre e fatta divenire una delle più grandi ballerine del ‘900. “L’eterna Giselle” è considerata oggi una delle più grandi interpreti di ogni tempo, acquistando fama di étoile di prima grandezza, erede della Taglioni, “Diva” del balletto e “Musa” della danza: racconta al www.giornaledelladanza.com la sua vita di artista e di donna. Come è nata per Carla Fracci la passione per la danza? E’ stato un puro caso. Alcuni amici di famiglia, vedendomi ballare il tango e il valser, dissero ai miei genitori: “Perché non la iscrivete alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala?” Ero l’attrazione della serata, vedere una bambina ballare queste danze con gli adulti non era una cosa normale. E’ così che è iniziato tutto. Che ricordo ha della sua infanzia? Mio padre faceva il tranviere a Milano. Ho vissuto fino a sette anni in campagna, giocando all’aria aperta in libertà, a piedi scalzi, insieme alla mia mamma, ...

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