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Micha Van Hoecke è il nuovo Direttore del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma

Danzatore, coreografo, attore, regista. Una vita sempre a servizio della danza e dell’arte, ricca di grandi incontri e collaborazioni, come quelle con Roland Petit e Maurice Bejart. Il nuovo Direttore del Teatro dell’Opera di Roma si racconta al giornaledelladanza.com. Danzatore, coreografo, attore e regista. Lei da bambino cosa avrebbe voluto fare? Io provengo da una famiglia di artisti, mio padre era un pittore, mia madre, di origine russa, era invece una cantante, ed avevo anche una zia ballerina, si può dire che sono cresciuto quindi a pane ed arte. Quando da bambino ho iniziato a fare danza insieme a mia sorella gemella Martina ero però abbastanza ribelle, mi chiudevo in bagno perchè non volevo andare a lezione di classico. Alquanto insolito per uno che come Lei ha poi fatto della danza la sua vita. Sì, in effetti può sembrare strano ma vede, da bambino, il mondo dell’Opera di Parigi in cui sono cresciuto,  mi sembrava un ambiente borghese e lezioso, poi crescendo ed avendo modo di frequentare i ballerini mi sono ricreduto ed anzi mi sono lasciato completamente affascinare. E la sua famiglia? Che ruolo ha giocato? Mia madre sognava per me un futuro da danzatore oppure da direttore d’orchestra ...

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Les Ballets de Monte-Carlo in scena alla Biennale de la Danse di Lione con Le Sacre du Printemps

 Una serata imperdibile nella programmazione della quattordicesima Biennale de la Danse di Lione. Les Ballets de Monte-Carlo porteranno in scena la Sacre du Printemps e Altro Canto del coreografo Jean-Christophe Maillot.  La prima parte si ispira chiaramente al balletto di Nižinskij, rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1913 al Theatre des Champs-Elysées dai Ballets Russes di Djaghilev, su musica di Igor Stravinskij. Fu una vera rivoluzione, la pièce è diventata l’opera emblema dei fermenti della modernità nella danza.  “Si può affermare con una certa sicurezza che le radici del così detto balletto moderno siano da ricercare nell’esperienza rivoluzionaria e nella portata innovativa dei Ballets Russes”. (A. Pontremoli, Storia della Danza, p.145)  Jean-Christophe Maillot, l’attuale direttore dei Ballets de Monte-Carlo marca la forte e contrastata personalità dei quarantacinque danzatori in scena. La coreografia di  Nižinskij è stilizzata nella forma di tableaux della Russia pagana, dipinta con intensi movimenti di gruppo e costumi sontuosi.  Altro Canto Part I è una danza senza tempo, una sorta di astrazione visuale nella quale i ventidue danzatori sussurrano con la poesia del corpo la sua sacralità.  INFO & ORARI  10, 11 e 14 settembre, ore 20.30 13 settembre, ore 19.30 Maison de la Danse ...

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Il Ballett National de Marseille al Festival “Benevento Città Spettacolo”

Il 7 settembre al Teatro Romano di Benevento, nell’ambito del Festival “Benevento Città Spettacolo”, il Ballett National de Marseille diretto da Frédéric Flamand andrà in scena con il trittico: Tattoo – Somewhere – Sextet. Fondato nel 1972 da Roland Petit, il Ballet National de Marseille fa parte delle grandi compagnie di fama internazionale. Nel 1992 la nascita dell’École Nationale Supériore de Marseille e la costruzione di un edificio di 6000 m² (nuovi studios), che accolgono sia il balletto che l’École, hanno conferito alla compagnia una vastissima dimensione. La scuola accoglie in media ogni anno 120 giovani allievi e li prepara in nove anni alla danza professionista, mentre la compagnia è formata stabilmente da 35 ballerini. Il Balletto e la scuola iniziano un nuovo corso nel 1998 con la nomina di Marie-Claude Pietragalla a Direttore Generale. Nel 2004 la Direzione Generale del Balletto e dell’École Nationale Supérieure de Danse viene accolta da Frédéric Flamand, nominato dal Ministero della Cultura e della Comunicazione, dalla Città di Marseille e dalla Regione Provence- Alpes-Cote d’Azur. Il Balletto da questo momento muove la propria attività verso una concreta apertura di spirito che va oltre la tradizionale divisione tra danza classica e danza contemporanea. La memoria, ...

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La magica vita dell’étoile Oriella Dorella

Oriella Dorella si forma presso la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, ha interpretato i balletti più importanti ed ogni tanto si è concessa qualche partecipazione televisiva nei programmi più importanti. L’abbiamo raggiunta telefonicamente nella sua casa e sentite cosa ci ha raccontato… Il Suo rapporto con la danza? Meraviglioso! La danza è la mia vita, la mia cultura, la mia formazione privata e professionale, è l’arte che mi ha insegnato la disciplina, la precisione, il lavoro mentale, il sogno! Credo che una cosa più bella nella mia vita non sarebbe potuta accadere. Quando nasce per Oriella Dorella la voglia di ballare? Penso di esser nata così, con la voglia di ballare. Ricordo che da piccolissima trascorrevo le vacanze nella casa di mia nonna che aveva una grande aia dove io ballavo sempre. Le confido un’altra cosa…rubavo gli zoccoli di mio zio Battista, perché così, avendo quelle scarpe col legno sotto, potevo mettermi sulle punte. I sacrifici che richiede la vita di un ballerino Più di tutti, per quello che mi riguarda, il sacrificio l’ho riscontrato nella perdita del periodo spensierato della fanciullezza. Quando i miei amici andavano al mare io invece ero in teatro a fare ...

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Alberto Testa risponde alla dichiarazione della Sig.ra Ambrosoli riguardo alla “maternità” del Premio Positano

Renata Ambrosoli, per altro dichiaratasi sempre amica, ha voluto af­fermare con messaggio non veritiero, increscioso, oltre che ingeneroso. Il “Premio Positano Léonide Massine per l’Arte della Danza”, denominazione di mia creazione, è nato per sua semplice segnalazione, La predetta Signora, organizzatrice di vaglia ma del tutto fuori da ogni competenza teatrale relativa alla danza, dopo aver organizzato nel 1964 un Premio scarpetta d’argento”, morto dopo Una sola edizione,  venne da me per suggerirmi che sarebbe stato opportuno  un Premio Positano per la danza.  Accettai l’idea ma che tale rimase nei riguardi della Sig.ra Ambrosoli.  Mi misi al lavoro e creai di mio pugno subito le singole motivazioni secondo le categorie dei premiati dal 1969.  L’Ambrosoli si occupava dell’organizzazione (altra cosa della direzione artistica, sia ben chiaro) in loco (alberghi, pasti, fiorai, ecc.), io nella ricerca dei premiati, all’ossatura del premio, ai programmi delle varie edizioni, se mi è permesso, alla sua Anima.  Nei primi anni Novanta l’Ambrosoli fu estromessa dal direttore dell’Azienda: il mai abbastanza rimpianto Luca Vespoli. Rimasi, per mia fortuna, solo; ne fanno fede i programmi, un libro, bellissimo su Positano e fui io ad ottenere la Targa d’Argento e il premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica, ...

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Roberto Bolle in “Serata Forsythe”, in scena dal 6 al 23 settembre

  Rientrati dalla pausa estiva, i ballerini scaligeri si sono trovati subito catapultati nelle prove dell’attesissima Serata Forsythe, in scena  dal 6 al 23 settembre alle ore 20.30 presso il Teatro alla Scala  di Milano, proponendo tre pezzi storici del coreografo americano William Forsythe: Artifact Suite, Herman Schmerman e In the Middle, Somewhat Elevated. A rendere ancor più eccezionale questo imperdibile appuntamento, è il velo di grandi novità che coinvolge i primi ballerini étoile della Scala. Lunedì 6 , infatti,  rivedremo nuovamente danzare sul palco scaligero l’étoile Roberto Bolle che, dopo la Giselle del novembre 2009, erano ben 10 mesi che mancava dalle scene. Ricordiamo che dovette rinunciare perfino all’inaugurazione della stagione a causa di un intervento, e invece, per l’occasione, la sua presenza coprirà di fatto tutte le rappresentazioni della Serata Forsythe. Farà invece sentire la sua mancanza l’étoile Svetlana Zakharova, la cui brillante presenza era prevista per alcune recite. Ma l’étoile ha rinunciato a tutti gli impegni fissati in questo periodo a causa di motivi personali ( tra gli ambienti scaligeri corre voce di una presunta gravidanza). Senza dubbio un omaggio al grande maestro William Forsythe, e soprattutto a quella rivoluzione artistica da lui attuata, che ha segnato inevitabilmente la storia ...

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La Signora Renata Orso Ambrosoli rivendica la “maternità” del Premio Positano per la danza

  Riceviamo e pubblichiamo  Faccio presente che al contrario di quanto affermato, il Premio Positano  per l’Arte della Danza e stato una mia creazione con la finalità di segnalare e incoraggiare giovani promesse della danza. Nel corso del tempo, anche con il mio ingenuo e malaugurato consenso, la direzione artistica è stata affidata al prof. Alberto Testa che ne ha snaturato gli intenti  trasmutando il premio  in una manifestazione mondana e autocelebrativa. Vorrei che il “falso storico” fosse smentito e che venga a me riconosciuta la “maternità” del Premio. La storia veritiera è riscontrabile nel libro autobiografico “Il castello dei sogni” da me pubblicato nel 2005. Ed è anche confermato dalle numerose testimonianze di cittadini positanesi. Sono una donna di 96 anni, stanca di guerra ma ostinatamente sincera, che ha dedicato la sua vita alle arti coreutiche e musicali in modo del tutto disinteressato. Nonostante ciò sono rammaricata che questa mia creatura che ha avuto il patrocinio del Presidente della Repubblica, sia stata annullata per i mancati finanziamenti da parte di un governo che tiene in scarsa considerazione i fatti  della cultura.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  Renata Renata Orso Ambrosoli       www.positanonews.it

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Il Maestro Alberto Testa replica con fermezza a Daniele Cipriani e al Sindaco di Positano

Al Sig. Sindaco Michele De Lucia E p. c. al Signor Daniele Cipriani,  rispondo alla sua lettera e scelgo la stringatezza onde non perdermi nei meandri delle polemiche, in 5 punti: la sospensione del Premio Massine quest’anno ci è stata comunicata solo in via ufficiosa, mai ufficialmente negli ultimi giorni del mese di agosto quando, con sorpresa, abbiamo appreso che nello stesso periodo del Premio, nello stesso spazio si sarebbe svolta una manifestazione analoga che aveva tutte le arie di sostituirsi alla nostra manifestazione e (ahi! noi) non poteva averne le caratteristiche. Abbiamo perciò dedotto che il Premio, fissato da tempo per il 4 settembre, non avrebbe avuto luogo. E’ un errore pensare o sostenere che il Premio Massine appartenga al Myth Festival. Già lo scorso anno mi opposi ad un inserimento perché avrei dovuto adeguarmi alla consulenza di altra persona che nulla aveva ed ha da dividere con me. Smentisco nel modo più assoluto che Daniele Cipriani sia stato mio allievo. Sul piano del lavoro lo incontrai una volta per invitarlo a ricoprire molti anni fa un ruolo di mimo in una mia danza. Egli non ha finito i suoi studi in Accademia, perciò non ha diploma, non ha ...

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Annaluisa Sagristano non danzerà al Premio Positano e esprime tutto il suo dispiacere al giornaledelladanza.com

Veramente triste… il mio pensiero va principilmente al caro Maestro Alberto Testa, anima del Premio, testimonianza dell’amore immenso per la danza… quest’anno avrei dovuto ricevere il premio, quindi per me è un dispiacere ancora più grande… da quando sono piccola e quest’ardente passione si è “impossessata” di me, ho sempre assistito a tutte le edizioni…ricordo solo un anno in cui i miei genitori non potevano accompagnarmi a Positano…quante lacrime!  Secondo me l’evento è fondamentale, più che per la targa al valore, per i giovani artisti. Un premio per la loro dedizione e un incentivo per continuare nel cammino di quest’arte favolosa!  Noi ragazzi abbiamo bisogno se qualcuno crede in noi…e che dopo il lavoro arrivano le soddisfazioni. L’arte della danza è cultura… infatti io sarei stata premiata in seguito al mio lavoro svolto per la tesi  del percorso triennale in A.N.D. Quindi il fatto che il premio non si farà testimonia purtroppo l’assenza di cultura nel nostro paese. Mi sento a disposizione per poter fare qualsiasi cosa affinchè il premio ritorni: articoli, lettere o quant’altro per informare non solo il mondo della danza di questo triste avvenimento. Annaluisa Sagristano

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Léonide Massine e Li Galli: una storia d’amore e di tenacia

L’incontro tra il grande coreografo e danzatore russo Léonide Massine e l’arcipelago de Li Galli avvenne nel 1917, durante un breve soggiorno a Positano nella residenza dei Semenoff.  Come in un’appassionata storia d’amore, sentimento e tenacia sono gli elementi fondamentali che legano Massine a Li Galli. Non è per caso che il grande artista si riferisce ai tre isolotti usando il femminile al singolare, come per una donna. Egli stesso ci racconta l’inizio di questa travolgente avventura nella sua autobiografia, La mia vita nel balletto (a cura di Lorena Coppola, Fondazione Léonide Massine, Napoli, 1995): «I Semenoff vivevano sulla cime del villaggio, in un grazioso mulino antico adattato. Durante la prima notte che trascorsi lì, guardando fuori dalla finestra, notai una deserta isola rocciosa a molte miglia fuori costa. Quando, il mattino seguente, chiesi notizie di essa a Mikhail Nikolaevic [Semenov], egli mi disse che era la più grande delle tre isole de Li Galli, essendo le due più piccole nascoste alla vista. Esse appartenevano alla famiglia locale dei Parlato, che vi si recavano solo per la caccia di quaglie in primavera. In giornata prendemmo una barca per l’isola che avevo visto e scoprii che era formata da aspre rocce ...

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