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Redattori

L’étoile Raffaele Paganini “allo specchio”

  Il balletto classico preferito? Il corsaro. Il balletto contemporaneo prediletto? Études. Il Teatro del cuore? Opera di Roma. Un romanzo da trasformare in balletto? Innamorarsi a New York di Melissa Hill. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Vacanze romane. Il costume di scena indossato che hai preferito? Marco Spada. Quale colore associ alla danza? Azzurro. Che profumo ha la danza? Quello delle Quinte. La musica più bella scritta per balletto? Giselle. Il film di danza irrinunciabile? Due vite e una svolta. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Carla Fracci ed Erik Bruhn. Il tuo “passo di danza” preferito? Doppio Cabriolle. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Rothbart (“Il lago dei cigni”) . Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Rudolf Nureyev. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Che Le sono Grato. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Commozione, empatia, disciplina. Come ti vedi oggi allo specchio? Un soddisfatto ex Danzatore. Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata

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La danza è lampante testimonianza della nostra straordinaria complessità biologica

Quando osserviamo un ballerino sul palco, vediamo grazia, leggerezza, precisione e controllo, ma dietro quei movimenti c’è un complesso sistema biologico in azione: il cervello e il sistema nervoso, due pilastri che orchestrano ogni passo, rendendo possibile l’arte della danza. Il cervello, prodigioso organo che pesa poco più di un chilo, è il centro di comando di ogni movimento. Quando un ballerino apprende una coreografia, entrano in gioco diverse aree cerebrali. L’area motoria primaria, situata nel lobo frontale, è responsabile della pianificazione e dell’esecuzione dei movimenti. Il cervelletto coordina il senso dell’equilibrio e la precisione, è grazie a esso che è possibile mantenere stabile una pirouette o eseguire un plié. La corteccia motoria supplementare e la corteccia premotoria ordinano la sequenza dei movimenti e trasformano una serie di passi in una coreografia fluida. L’ippocampo contribuisce alla memorizzazione e permette al danzatore di interpretare l’intero pezzo senza esitazioni. Se il cervello è il direttore d’orchestra della danza, il sistema nervoso rappresenta le rotaie su cui viaggiano gli impulsi elettrici che trasmettono i comandi ai muscoli, in un continuo scambio di informazioni. I nervi motori dicono ai muscoli quando contrarsi o rilassarsi. I nervi sensoriali rimandano al cervello dati relativi alla posizione ...

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Le eteree ballerine romantiche dell’800: Carlotta Grisi

Nata in Istria (Visinada, 1819 – St. Jean, Ginevra, 1899) da una famiglia di cantanti, Carlotta Grisi (nome completo Caronne Adele Josephine Marie Grisi) decise di dedicarsi allo studio della coreutica. Entrò alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano a sette anni e già a dieci anni danzava nel Corpo di ballo scaligero. Carlo Blasis fu il suo autorevole maestro. Durante una tournée con la Scala a Napoli incontrò Jules Perrot il quale divenne suo Maestro e amante. Debuttò a Londra nel 1836 e si esibì con Jules Perrot. Apparve poi a Parigi al Théâtre de la Renaissance (1840 dove cantò e ballò nella produzione intitolata Le Zingaro) e un anno dopo, andò in tournée con Perrot in altre parti d’Europa. Grazie ai contatti di Perrot, la coppia lavorò a Parigi, Londra, Vienna, Monaco e Milano, dove lei cantò e ballò, anche se divenne celebre e celebrata per l’arte del balletto. Danzando le coreografie di Perrot ottenne forte visibilità e ammirazione sia dal pubblico che dalla critica. Nel 1841 debuttò ne La favorita di Gaetano Donizetti, coreografata da Perrot all’Opéra di Parigi. Il suo ruolo più importante è senza dubbio quello di Giselle nel più grande balletto ...

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Addio a Carla Maxwell direttore della José Limón Dance Company

Carla Maxwell, ballerina e coreografa che ha guidato la José Limón Dance Company per quasi 40, con grande successo e determinazione dopo la morte del grande Maestro e Fondatore è morta domenica a Manhattan. Aveva 79 anni. Carla Maxwell divenne direttrice artistica della compagnia Limón nel 1977, pochi si aspettavano che lei durasse molto a lungo. Il signor Limón era morto cinque anni prima, e nessun’altra grande compagnia di danza moderna era sopravvissuta dopo la morte del suo fondatore. Redazione www.giornaledelladanza.com ©️ Riproduzione riservata

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La prima ballerina Marianna Suriano “allo specchio”

Il balletto classico preferito? “Il lago dei cigni”. Il balletto contemporaneo prediletto? Mi piace il lavoro di David Dawson. Il Teatro del cuore? Il Bolshoi di Mosca. Un romanzo da trasformare in balletto? “L’amore ai tempi del colera”. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? “Anastasia”. Il costume di scena indossato che hai preferito? I tutù di Aurora. Quale colore associ alla danza? Rosa cipria. Che profumo ha la danza? Della pece, del dietro le quinte che ha una fragranza tutta sua che non si può spiegare a parole. La musica più bella scritta per balletto? “Il lago dei cigni” e “Lo Schiaccianoci”. Il film di danza irrinunciabile? “Il ritmo del successo”. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Sylvie Guillem e Mikhail Baryshnikov. Il tuo “passo di danza” preferito? Mi piacciono molto gli “adagi”. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? La principessa Aurora… perché ha un lieto fine! Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Balanchine, Forsythe hanno fatto delle coreografie che reputo molto interessanti. Ma ognuno a modo suo ha dato un grande contributo alla danza e alla sperimentazione di essa. ...

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Il coreografo Giuliano Peparini “allo specchio”

Il balletto classico preferito? “Les Sylphides”. Il balletto contemporaneo prediletto? “Le Jeune homme et la mort”. Il Teatro del cuore? Mariinsky di San Pietroburgo. Un romanzo da trasformare in balletto? “Il conte di Montecristo”. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? “The Parfume” (che è anche un romanzo). Il costume di scena indossato che hai preferito? La salopette del “Jeune Homme” nel balletto di Roland Petit “Le Jeune Homme et la mort”. Quale colore associ alla danza? L’azzurro cielo. Che profumo ha la danza? Il profumo della primavera a Kyoto. La musica più bella scritta per balletto? “Romeo e Giulietta” di Prokofiev. Il film di danza irrinunciabile? “Due vite una svolta”. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Serge Lifar e Margot Fonteyn. Il tuo “passo di danza” preferito? Doppio saut de basque. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Sono quasi tutte tragedie e spesso i ruoli maschili non sono personaggi che mi corrispondono nella vita reale. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Roland Petit e Mats Ek. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Grazie. Tre parole per descrivere la ...

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La danza è un balsamo, stimola forza, gentilezza ed equilibrio psichico

La danza, nelle sue molteplici forme e interpretazioni, è una celebrazione della vita. È un mezzo per costruire forza interiore, coltivare gentilezza e dare impulso al miglioramento personale. La scienza ha confermato che l’atto di danzare libera le endorfine, i cosiddetti “ormoni della felicità”, che contribuiscono a favorire una sensazione di euforia e leggerezza e a canalizzare le emozioni negative. La danza inoltre è un’espressione di forza fisica e mentale. Attraverso la disciplina richiesta, si sviluppa la capacità di perseverare e superare le sfide. Le ore trascorse a perfezionare una coreografia insegnano la resilienza. Ogni movimento richiede coordinazione, concentrazione ed equilibrio fisico e psichico, qualità che creano una solida base per affrontare le difficoltà della vita con determinazione. Uno degli aspetti più preziosi della danza è la sua capacità di coltivare gentilezza. In sala, ogni danzatore contribuisce a creare un’armonia che va oltre il singolo individuo. Si stabilisce un dialogo silenzioso che promuove la comprensione e abbatte le barriere. Allo stesso tempo, la vera danza (ossia quella che va oltre il perfetto cou de pied o l’en dehors) insegna gentilezza verso se stessi, incoraggia l’accettazione del proprio corpo e delle proprie emozioni, senza giudizio. La danza quindi è un balsamo, ...

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Le eteree ballerine romantiche dell’800: Maria Taglioni

Maria Taglioni, nata Mariana Sophie Taglioni (Stoccolma, 23 aprile 1804 – Marsiglia, 22 aprile 1884) fu l’autentica prima ballerina del periodo romantico e première dame del balletto ottocentesco. Spesso denominata anche Marie in riferimento alla sua carriera internazionale e al contesto francese. Possedeva nel suo albero genealogico numerose figure di danzatori, tra cui il fratello Paolo (Vienna, 12 gennaio 1808 – Berlino, 6 gennaio 1884) che fu un autorevole danzatore e coreografo, e naturalmente il padre Filippo (Milano, 5 novembre 1777 – Como, 11 febbraio 1871) che ebbe un ruolo fondamentale nella formazione di Maria dopo l’inizio degli studi a Parigi con il maestro Jean-François Coulon che tra i suoi allievi ebbe anche Geneviève Gosselin, Pauline Leroux, Louis Henry, Marie Quériau, Pauline Duvernay, Albert, e lo stesso Filippo Taglioni. Il Maestro Coulon lo si ricorda in particolare per aver favorito lo sviluppo della tecnica delle punte. Paolo Taglioni a Berlino sposò la prima ballerina Amalia Golster (Berlino 1801 – Vienna 1881), che fu applaudita interprete di tanti suoi balletti: ebbero una figlia, Maria (Berlino 1833 – Neu-Aigen, Austria Superiore, 1891), che continuò la tradizione tersicorea di famiglia, ricevendo buona parte della sua formazione dal padre. Debuttò a Londra nel 1847. ...

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Affermazione e potere in ARA! ARA! con Panzetti/Ticconi a Bolzano

La 41ª edizione del Festival Bolzano Danza prende vita sotto la guida della nuova e audace direzione artistica di Anouk Aspisi & Olivier Dubois. Due settimane di danza e performance elettrizzanti, con star internazionali e i talenti emergenti più sorprendenti della scena italiana. Sabato 19 luglio alle ore 20.30 presso il Teatro Comunale (Studio) di Bolzano è di scena lo spettacolo ARA! ARA! di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi. A partire dall’antichità, esseri chimerici e figure oniriche fantastiche campeggiano su stemmi, bandiere e scudi. Ma i colori sgargianti e gli animali fantastici delle simbologie araldiche sottendono tensioni politiche, espressioni di appartenenza, affermazione e potere: un complesso sistema di codici che nasce dall’esigenza bellica di identificare le diverse fazioni durante gli scontri. ARA! ARA! indaga il potere in ascesa, rappresentato simbolicamente da un animale inusuale, non un essere maestoso e rapace, ma un volatile allegro e brioso, dal carattere esotico: un pappagallo. Seconda parte del dittico iniziato con AeReA (vincitore nel 2019 della prima edizione del Premio Hermès Danza Triennale Milano), ARA! ARA! attinge ancora una volta alla tradizione folcloristica dello sbandieramento per indagare il potere simbolico del vessillo. Nel lavoro di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi, tra gli autori-rivelazione della ...

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Il primo ballerino Angelo Greco “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Don Quixote. Il balletto contemporaneo prediletto? “Petite Mort” di Jiří Kylián. Il Teatro del cuore? War Memorial Opera House San Francisco. Un romanzo da trasformare in balletto? “Via col vento”. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? “Funny girl”. Il costume di scena indossato che hai preferito? Tutti i costumi indossati nel balletto “Romeo e Giulietta”. Quale colore associ alla danza? Rosso. Che profumo ha la danza? Ha un profumo delicato. La musica più bella scritta per balletto? Tchaikovsky “Swan Lake”. Il film di danza irrinunciabile? “Billy Elliot”. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Mikhail Baryshnikov, Carla Fracci. Il tuo “passo di danza” preferito? Saut de basque. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio classico? Romeo. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Kenneth MacMillan. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Le direi Grazie. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Amore, dedizione, coraggio. Come ti vedi oggi allo specchio? Mi vedo sempre uguale, solo un po’ invecchiato… ma con tanta voglia di fare! Michele Olivieri Foto di © Chris Hardy www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata

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