Globe Ballet International Festival offre un’esperienza indimenticabile in Svizzera: il 6 novembre 2025 presso il Théâtre Métropole di Losanna il pubblico scoprirà la grazia della superstar spagnola Lucía Lacarra, vincitrice del Premio Oscar del Balletto Benois de la Danse, del Premio Nijinsky e del Premio Danzatrice del Decennio. Mentre il 7 novembre, si esibirà in una performance straordinaria al Musical Theater di Basilea. Il suo partner e coreografo, Matthew Golding, ex primo danzatore del Royal Ballet Covent Garden, presenterà, insieme a dodici artisti della compagnia di Lucía Lacarra, il balletto Lost Letters, un’opera ispirata ad una storia vera. In tempi difficili, il soldato inglese Frank Bracey scrisse alla moglie, definendola “la figlia migliore del mondo” e ringraziandola per l’amore che gli aveva scaldato il cuore. Eppure, dietro la sua gratitudine si celava un presentimento: sapeva che forse non sarebbe mai più tornato a casa. Nella sua ultima lettera, la implorò di trovare la forza di vivere, di essere felice e di amare di nuovo. Tieni il nostro amore nel tuo cuore, ma non chiuderti nella solitudine, scrisse. E se quella lettera non fosse mai giunta a destinazione? Questa domanda è diventata il fondamento di Lost Letters: una memoria coreografica di ...
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Serge Lifar e la sua straordinaria eredità editoriale
Serge Lifar (1905-1986) è senza dubbio una delle figure più influenti e rivoluzionarie della danza del XX secolo. Non solo un danzatore eccezionale, ma anche un coreografo innovativo, Lifar ha lasciato un segno indelebile nel mondo della danza classica e moderna. Oltre alla sua attività sul palcoscenico, Lifar ha avuto un’intensa produzione letteraria che testimonia la sua profonda riflessione sull’arte del movimento, la tecnica e la storia della danza. Nato a Kiev, Lifar si trasferì a Parigi per unirsi ai Ballets Russes di Serge Diaghilev, dove divenne rapidamente una stella di prima grandezza. Dopo la morte di Diaghilev, Lifar assunse la direzione dell’Opéra di Parigi, rinnovando repertori e stili. La sua danza si caratterizzava per un’eleganza rigorosa e un virtuosismo che fondava tradizione e innovazione. Oltre a danzare e coreografare, Lifar ha scritto numerosi libri, che spaziano da trattati tecnici a memorie personali e saggi storici. Le sue opere riflettono non solo la sua maestria tecnica, ma anche una riflessione profonda sull’essenza della danza. Tra le sue opere più importanti si annoverano: Le manifeste du chorégraphe (1935), dove Lifar espone la sua visione innovativa del coreografo come artista totale; Traité de danse académique (1949), un testo fondamentale per chi vuole ...
Read More »“Settima posizione” nel neoclassicismo francese di Lifar
La settima posizione nella danza è un argomento interessante, perché non fa parte del sistema canonico di posizioni dei piedi definito nel balletto classico accademico moderno (quello codificato da Pierre Beauchamp e poi sistematizzato da Feuillet e da Carlo Blasis). Tuttavia, il termine settima posizione è esistito storicamente e compare in alcuni contesti specifici. Nel XVII secolo, durante il periodo di Luigi XIV (quando nacque la danza accademica francese), furono formalizzate le cinque posizioni dei piedi che conosciamo oggi. Tuttavia, alcuni trattati antichi di danza (in particolare quelli di Beauchamp e Rameau) menzionano una sesta e talvolta una settima posizione, che però non sono sopravvissute nella codificazione moderna. Nel XVIII e XIX secolo, la settima posizione indicava: una posizione derivata dalla quinta, ma con una gamba davanti e l’altra dietro in punta o demi-pointe, come una posizione di transizione. In alcuni casi, una posizione “en croix”, ovvero con un piede puntato lateralmente (una variante più ampia della quarta o della quinta). In altre scuole (soprattutto in quella italiana ottocentesca, come nel metodo Cecchetti), si parlava di sette posizioni, includendo la sesta (piedi paralleli, posizione naturale) e la settima come una posizione derivata dal movimento o dall’en dehors estremo. Oggi il ...
Read More »La nuova stagione di danza del “National Ballet of Japan”
Nel cuore pulsante di Tokyo, tra i grattacieli e i riflessi notturni di Shibuya, il palcoscenico del New National Theatre si prepara a raccontare nuove storie. La stagione 2025/2026 del National Ballet of Japan sotto la guida della direttrice artistica Miyako Yoshida, affianca la solidità del repertorio classico alla vitalità di creazioni nuove, mettendo in gioco talenti, visioni e sfide mai affrontate prima. Ritroviamo i titoli che fanno battere il cuore di ogni appassionato: Cenerentola, Raymonda, Il Lago dei Cigni, Manon. Ma quest’anno il classico non è solo riproposto: è ripensato. Una delle sorprese più attese è la nuova produzione di The Nutcracker firmata da Will Tuckett. In un Giappone che fonde il Natale occidentale con le luci di Tokyo, il coreografo britannico reinterpreta lo Schiaccianoci come un sogno lucido tra infanzia, inquietudine e meraviglia. Un classico, sì, ma con venature teatrali, una narrazione più sottile e un’estetica che promette di stupire. Arriva per la prima volta in Giappone Robot, l’amour éternel, creazione di Kaori Ito, coreografa e performer che attraversa i confini tra danza, teatro e tecnologia. Una storia che parla d’amore nell’era dell’intelligenza artificiale – o forse della solitudine, dentro e fuori gli algoritmi. E poi ci sono ...
Read More »A Milano il progetto “Monumentum” di Cristina Kristal Rizzo
Monumentum è un progetto della coreografa e dance maker Cristina Kristal Rizzo, che interroga le forme della memoria collettiva e del ritorno delle immagini riflettendo sul dispositivo del Monumento, come traccia vivente nel suo dispiegarsi in materia corporea. Ha preso avvio nel 2022 con un solo interpretato dalla danzatrice Megumi Eda e con una creazione per ensemble. Adesso Monumentum muta forma e continua moltiplicando gli sguardi lungo il filo della coreografia in una nuova tappa che si avvale della collaborazione e interpretazione di Diana Anselmo, performer sordo e attivista/co-founder di Al.Di.Qua.Artists, prima associazione di categoria italiana che promuove i diritti per le persone con disabilità nello spettacolo dal vivo. Monumentum DA è un racconto coreografico che, attraverso l’incontro tra il movimento e la Lingua dei Segni Italiana (LIS) vuole riconsiderare i potenziali espressivi dei corpi e aprire uno spazio in cui la diversità diviene puro ampliamento di possibilità. A lungo marginalizzata e alienata da processi di potere fonocentrici che hanno tentato di abolirla nel corso della storia, la LIS è infatti una lingua umana, viva, corporea; non parla di margini ma di nuove forme. La creazione si configura come un racconto, un movimento del corpo a corpo, che intende amplificare ...
Read More »Le danseur étoile Kader Belarbi “allo specchio”
Balletto classico preferito? Giselle. Balletto contemporaneo preferito? La sagra della primavera. Il Teatro del cuore? L’Opéra di Parigi. Un romanzo da trasformare in un balletto? Bel Ami di Guy de Maupassant – Pinocchio di Carlo Collodi – Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? Zorro di Johnston McCulley – Il dottor Jekill e Mr. Hyde di Robert Louis Stevenson. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? Il semplice costume di Jeune homme et la mort o quello del ruolo di Petrushka. Quale colore associ alla danza? La Luce. Che profumo ha la danza? L’odore del respiro incrociato e condiviso con il tuo partner. La musica più bella scritta per il balletto? Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev. Il film di danza imperdibile? Les rêves dansants di Rainer Hoffmann e Anne Linsel – Il ballo di Ettore Scola. Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Nijinsky e Pina Bausch. Il tuo “passo di danza” preferito? Il volo di un doppio assemblée. Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Albrecht, detto “AlbertKader”. Chi era il genio per ...
Read More »Il primo solista e coreografo Valentino Zucchetti “allo specchio”
Balletto classico preferito? Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan. Balletto contemporaneo preferito? Shoot the moon di Lightfoot/Leon. Il teatro del cuore? Royal Opera House. Un romanzo da trasformare in un balletto? Ce ne sono moltissimi, Dorian Gray, Perfume, Benjamin Button, Dr. Jackyl and Mr. Hide. Un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? La dolce vita. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? The Wind di Arthur Pita, un costume molto realistico da Cow Boy. Quale colore associ alla danza? Bianco. Che odore ha la danza? Sudore. La musica più bella scritta per il balletto? Tecnicamente non scritta per il balletto stesso ma l’orchestrazione di Liszt per Mayerling di MacMillan è un capolavoro. Il film di danza imperdibile? White Night con Mikhail Baryshnikov. Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Fernando Bujones e Sylvie Guillem. Il tuo “passo di danza” preferito? Grand Jeté. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Rudolf in Mayerling. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Jiří Kylián. Ripensandoci, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Che l’arte che lei rappresenta è tutt’oggi parte vitale della nostra cultura ...
Read More »Storia della “sesta posizione” nell’arte della danza
Le posizioni dei piedi nella danza classica nascono alla corte di Luigi XIV, ma la loro base risale ai maestri di danza del Rinascimento italiano e francese (come Domenico da Piacenza, Guglielmo Ebreo e Fabritio Caroso). Questi maestri insegnavano danze di corte che prevedevano l’en dehors. Con Pierre Beauchamp, maître de ballet alla corte di Luigi XIV, si codificano cinque posizioni fondamentali dei piedi, divenute la base della tecnica accademica. Raoul-Auger Feuillet, nel suo trattato Chorégraphie (1700), le descrive e le fissa per iscritto. Da quel momento, le cinque posizioni canoniche — tutte basate sulla rotazione esterna delle gambe — divennero il fondamento universale della tecnica del balletto. In questa fase, una sesta posizione non esisteva: l’ideale estetico era quello della simmetria, dell’apertura e dell’equilibrio. Nonostante la codificazione in cinque, alcuni trattati antichi e ottocenteschi citano una sesta posizione per motivi pratici o didattici. Carlo Blasis, teorico e maestro italiano dell’Ottocento, nelle sue opere (Traité élémentaire, théorique et pratique de l’art de la danse, 1820; The Code of Terpsichore, 1828), menziona occasionalmente una posizione neutra o di riposo, con i piedi paralleli e uniti, definendola sixth position. (Tuttavia, egli stesso la considerava non fondamentale, ma utile per la preparazione o il riposo). ...
Read More »CCN – Ballet de Lorraine 25/26: una danza che ricomincia da sé
La stagione 2025/2026 del CCN – Ballet de Lorraine non è semplicemente un cartellone di spettacoli. È una dichiarazione d’intenti. È la prima vera stagione firmata da Maud Le Pladec, nuova direttrice artistica, ed è anche un gesto preciso: guardare indietro per capire dove andare. Nancy, cuore della regione Grand Est, diventa così il centro di un movimento coreografico che mescola passato e futuro, architettura storica e tensione contemporanea, disciplina tecnica e urgenza creativa. In questa stagione, la danza non si limita a mostrarsi: si interroga, si riscrive, si moltiplica. Il punto di partenza è chiaro: il repertorio. Maud Le Pladec non lo mette da parte, anzi. Lo usa come leva per scardinare il già noto e spingere oltre. Così, The Fugue di Twyla Tharp ritorna sul palco come un ponte tra generazioni di corpi danzanti. Non nostalgia, ma memoria viva. In parallelo, nuove creazioni prendono forma con la stessa intensità. Le Pladec porta in scena una rivisitazione del suo Works ispirato alla Settima Sinfonia di Beethoven. Non un semplice dialogo con la musica, ma una frizione: il corpo che contraddice il suono, che lo sfida, che lo abita. Questa stagione ha un cuore pulsante, fatto di temi che ritornano come ...
Read More »Akram Khan porta in scena a Perugia -Chotto Desh-
La Stagione della danza organizzata dal Teatro Stabile dell’Umbria nei diversi teatri della regione prende il via con uno straordinario spettacolo di danza internazionale: sabato 25 ottobre alle 18 e domenica 26 ottobre alle 17 al Teatro Morlacchi di Perugia, Chotto Desh di Akram Khan, una delle voci più autorevoli della danza mondiale che ha unito Oriente e Occidente, tradizione e futuro, creatore di una componente della Cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Londra 2012. In scena un evento unico: la potenza del gesto che diventa un racconto incantevole, brillante e commovente tra danza, musica, parola e animazioni video che unisce spettatori di tutte le età. Adattato nel 2015 dalla direttrice del Theatre-Rites Sue Buckmaster, basandosi su DESH di Akram Khan, lo spettacolo è un commovente e brillante sogno a occhi aperti che tra danza, musica, parola e animazioni video, racconta le fasi più delicate della crescita di un individuo, la relazione con i propri genitori, la ricerca della propria identità. L’opera si avvale della qualità unica di Khan nel narrare storie interculturali, creando una narrazione avvincente e poetica sui sogni e ricordi di un ragazzo che desidera diventare un danzatore e si ribella alle aspettative del padre. Unendo ...
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Giornale della Danza La prima testata giornalistica online in Italia di settore