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Biomeccanica del danzatore e prevenzione degli infortuni

Uno dei compiti più importanti dell’insegnante di danza consiste nella preservazione e nel miglioramento della salute dei propri allievi che, per poter raggiungere la perfetta fusione tra movimento, corpo e arte, devono sottoporsi a stress sia dal punto di vista fisico che psicologico.

Per sfruttare a fondo i benefici offerti dalla danza ed evitare che il suddetto stress fisiologico provochi infortuni con conseguenti patologie, è essenziale conoscere a fondo la biomeccanica del corpo e comprendere le modalità con cui esso si muove nello spazio, nel compiere gesti quotidiani e movimenti più complessi, come nel caso dei danzatori. Il movimento, infatti, è una fondamentale funzione organica da cui dipendono il benessere e la qualità della vita di ogni individuo.

Tornando alla danza e riferendoci in particolare a quella classica, l’insegnante per esempio deve sapere qual è l’età giusta per l’uso delle scarpette da punta, ossia non prima degli 11-12 anni, e deve essere in grado di frenare la smania di allievi e genitori se lo sviluppo osseo-cartilagineo di piede e colonna non è ancora avvenuto pienamente. In linea generale, è necessario considerare l’età dell’allievo e la sua padronanza della tecnica, perché eventuali posizioni errate in mezza in mezza punta si accentuano in punta ed espongono il corpo a un maggior rischio di trauma.

Le patologie più frequenti nelle ballerine sono per lo più a carico degli arti inferiori, quindi vesciche dovute allo sfregamento delle dita contro l’interno della scarpetta da punta o contro il pavimento se si lavora a piedi nudi, microtraumi ripetuti a livello di caviglia e ginocchia, ematomi sub ungueali che possono causare la perdita dell’unghia, alluce o ginocchio valgo, tendinopatie, fratture e via dicendo. Nei danzatori maschi invece, i maggiori pericoli si corrono a livello di colonna vertebrale a causa della specializzazione nella tecnica del salto.

Lavorando sul rafforzamento della muscolatura e sulla stabilità dell’apparato locomotore, il rischio di infortuni diminuisce notevolmente, ma è anche con la giusta dose di riposo che si può evitare un infortunio. L’overtraining o fatica muscolare, infatti, impedisce ai muscoli di svolgere la loro funzione correttamente e genera un calo della prestazione e un aumento della percezione dello sforzo. Il danzatore non riesce più a sostenere un determinato sforzo e i muscoli attivano una serie di meccanismi di autoprotezione che incidono negativamente sulla performance e in generale sulla salute del ballerino. Inoltre va considerato che in generale i danzatori sono più inclini a lesioni di chi non pratica la danza, in quanto possiedono un elevato ROM articolare (Range Of Motion) di abduzione, flessione ed extra-rotazione delle anche, unita a una mancata capacità di adduzione e rotazione interna delle stesse.

Considerato il quadro generale appena descritto, risulta evidente la necessità di identificare le condizioni e gli esercizi che  possono prevenire gli infortuni e, nel caso della danza, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta. Vediamone alcuni.

Fin dalla propedeutica, la danza si imposta sul pavimento grazie a una tipologia di allenamento composto da esercizi funzionali alla preparazione del danzatore, nota con il nome di sbarra a terra. Questo allenamento permette l’acquisizione di un maggiore controllo del corpo e riduce i rischi di infortunio, grazie al lavoro propriocettivo, e di allungamento e allineamento muscolare. L’insegnante deve prestare molta attenzione anche all’overstretch, un allungamento che eccede il range normale, la cui unica e inutile funzione è creare spettacolo, ma che produce notevoli danni ad articolazioni e legamenti che perdureranno nel tempo, anche quando l’allievo smetterà di danzare o a carriera terminata, se si parla di un danzatore professionista. Quindi, anche lo stretching andrà calibrato e finalizzato alla protezione degli infortuni.

La corretta respirazione è un altro piccolo ed essenziale segreto della salute del danzatore, ogni insegnante dovrebbe conoscerla e saperla utilizzare nel modo più corretto. Marika Besobrasova, danzatrice russa e fondatrice dell’Académie de Danse Classique Princesse Grace di Monaco, ha ideato la cosiddetta respirazione en croix, in cui il retto addominale abbassa il plesso solare, aumentando lo spazio tra i muscoli intercostali, garantendo l’espansione dei dorsali, e migliorando il lavoro di quelli posturali.

In definitiva, salvaguardare il benessere fisico e psicologico del danzatore deve essere l’obiettivo primario di ogni insegnante che dovrà trasmettere ai propri allievi una lezione fondamentale, cioè l’acquisizione della massima consapevolezza dell’utilizzo del proprio corpo e il rispetto delle sue necessità.

 Stefania Napoli
Fotografia: Gheyber Gutierrez
www.giornaledelladanza.com

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