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Interviste

Gesti quotidiani, centri coreografici, nuovi progetti: intervista ad Ambra Senatore

Raggiungo Ambra Senatore al telefono, che tra una replica e l’altra, in mezzo a numerose riunioni creative, riesce a trovare il tempo di raccontarmi di sé, della compagnia e della nuova avventura che la aspetta in Francia con l’anno nuovo (insieme a una nuova avventura prima della fine dell’anno, cui fa cenno nelle righe che seguono…). Una coreografa che incanta sul palcoscenico mettendo in scena i piccoli gesti quotidiani, e una donna che contagia con il suo entusiasmo mentre racconta il suo lavoro, che abbiamo cercato di condensare in questa intervista… Com’è arrivata alla danza contemporanea? Studio danza da quando avevo cinque anni: ho iniziato con la danza moderna, cui si sono molto presto aggiunti il classico e il modern jazz. All’università ho poi incontrato dei docenti che mi hanno fatto studiare dal punto di vista storico e teorico la danza contemporanea e in Erasmus a Parigi l’ho conosciuta meglio: usavo il mio budget di studentessa per vedere più spettacoli possibile, e mi si è aperto un mondo. Non facevo corsi di danza a Parigi, ma facevo delle audizioni, che per me erano delle lezioni gratis, durante le quali però mi hanno selezionata! Perciò senza davvero deciderlo o prevederlo ho ...

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Paolo Boncompagni:”Il Concorso di Spoleto?Noi diamo il massimo…e i risultati sono ottimi!”

Spoleto Stage 2015: una manifestazione importanti, “incontri” di rilievo della danza: com’è andata questa edizione, ricca, come sempre, di talenti pronti a trasmettere passione e dedizione agli allievi? Un’edizione, come quelle degli anni passati, che, sempre più, sta diventando un appuntamento molto importante per la danza in Italia. In tutti i nostri impegni, cerchiamo sempre e comunque di fare il nostro meglio, mettendo a disposizione degli allievi figure importanti. Abbiamo ricevuto una buona affluenza di persone, siamo soddisfatti di questa esperienza. Tre giorni, un percorso completo, molto positivo, il mio augurio è che i ragazzi ottengano più consapevolezza in loro stessi. Mi preme sottolineare che i partecipanti erano di ottima qualità. L’unica cosa di cui mi sono rammaricato, in questa edizione, è stata l’assenza del laboratorio di hip hop: avevamo previsto l’insegnante Marisa Ragazzo ma, mio malgrado, nessuno si è iscritto. Speriamo di rifarci nelle prossime edizioni! In definitiva, però, faccio i complimenti a tutti per l’ottimo lavoro e per l’impegno profuso: bravi! E sempre pochi giorni fa si è conclusa la prima edizione del Concorso di Musical Città di Spoleto, di cui Lei ha curato la Direzione artistica. Ci può fare un breve bilancio? Il Concorso è una nota ...

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Susanna Beltrami, ambasciatrice di Cultura e d’Arte della Danza

    Dopo una formazione classica in Italia, Susanna Beltrami decide di seguire le correnti della danza contemporanea internazionale fin dagli anni ottanta. Si accosta agli insegnamenti di Carolyn Carlson e dei ballerini Larrio Ekson e Jorma Uotinen. Trascorre periodi di formazione a New York nelle principali scuole della modern dance come quelle di Alvin Nikolais, Martha Graham e presso la Merce Cunningham Dance Foundation. Dopo l’esperienza americana e dopo aver fondato a Verona il Centro Ricerca Danza approda a Milano dove inizia la sua carriera di formatrice e di coreografa. Qui riceve incarichi didattici per i corsi di formazione del Teatro alla Scala e per l’Atelier di teatro-danza della Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi. In seguito è ideatrice di celebri lavori come Fuga in valzer, Dressoir, Sopra un picco in Darien e Hiatu Meju. Famose le sue creazioni di alcuni spettacoli ispirati al teatro e alla danza spagnoli come El amor brujo, Diablo, Storia Flamenca, Blu Diablo. Partecipa in qualità di coreografa di danza moderna al talent show di Rai 2 Italian Academy. Per l’étoile Luciana Savignano, la Beltrami ha ideato vari spettacoli tra cui Il suo nome…. Carmen e Tango di luna. Successivamente fonda l’Accademia di danza DanceHaus ...

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Alessandro Frola: “La danza? Non riesco a vedere il mio futuro senza di lei!”

Il primo Billy Elliot italiano: è il riconoscimento più recente, ma non di certo l’ultimo – anzi!, che Alessandro Frola ha ottenuto alcuni mesi fa. Scelto, infatti, tra tantissimi giovani interpreti accorsi a Roma per le audizioni del celebre musical, il giovanissimo Alessandro ha iniziato un lungo percorso nei panni del famoso Billy che, dopo molti mesi in scena al Sistina, lo sta portando in giro per l’Italia. Alessandro sembra timido e riservato ma è tutto un trucco: al posto delle parole, usa la danza e le sue innate qualità per esprimersi al meglio. Un artista completo, molto giovane ma che, appena sale sul palco, esplode e rende partecipi chi lo osserva, estasiandoli. Complice una famiglia di artisti (mamma e papà sono danzatori e hanno una scuola di danza, nonna trasmette la passione e la tecnica della danza a grandi e piccini attraverso l’insegnamento) il 14enne parmense sta costruendo una vita guidata da un unico filo rosso: la danza. Che, unita ad una buona dose di passione, tenacia e impegno, lo porteranno lontano. Chi lo ha visto in Billy Elliot non ha alcun dubbio. E chi lo vedrà in tournée, ne sarà certo. Una breve biografia: nel 2008, a soli ...

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Stéphane Fournial si racconta in esclusiva al giornaledelladanza.com

Lo scorso 21 ottobre Le è stato conferito l’incarico ufficiale di nuovo direttore della Scuola di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli, come ha vissuto questa nomina? Inizialmente sono rimasto molto sorpreso nell’apprendere che ero stato scelto per quest’incarico, non me l’aspettavo davvero; fin da quando ho mandato la mia candidatura e anche ai successivi colloqui, avevo preso tutto senza aspettative. Ovviamente sono molto contento ed onorato di avere questo ruolo importante in un teatro rinomato come il San Carlo. Quali sono i Suoi progetti didattici nell’immediato? Vorrei modificare un po’ l’organizzazione delle lezioni per cercare di aggiungerne di più mirate, soprattutto per i corsi più grandi. Purtroppo al momento gli orari disponibili per la danza sono un po’ limitati, perché gli allievi frequentano scuole “normali” per studiare, intendo non abbinate alla Scuola di Ballo, come invece in altre Accademie.  Quindi, un altro mio scopo nel prossimo futuro è quello di cercare di far sì che, magari supportati da un aumento degli allievi, anche a Napoli si possa avere una formazione scolastica all’interno della Scuola di Ballo, per agevolare le ore dedicate allo studio delle materie riguardanti la danza. Secondo Lei qual è l’approccio più giusto per formare le ...

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Lindsay Kemp, il poeta della danza

  Lindsay Kemp nasce sull’Isola di Lewis e cresce nel nord dell’Inghilterra, sin dall’infanzia s’innamora della danza, del teatro, del cinema. Terminati gli studi al Bradford College of Arts, si trasferisce a Londra dove frequenta la scuola del Ballet Rambert. Lavora in varie compagnie di danza, teatro, teatro-danza, cabaret, musical, mimo, ecc.. Nel 1962, forma la sua prima compagnia, la “The Lindsay Kemp Dance Mime Company”. In seguito sviluppa la propria sintesi tra diversi linguaggi teatrali privilegiando un approccio personale ed innovativo alla danza e al teatro, così nel 1968-1969 nasce “Flowers” e nel 1974 lo ripropone in una nuova versione “trionfale”. Ha così inizio un ventennio ricchissimo di successi che porta Kemp e la sua compagnia in ogni angolo del mondo. Precursore di un genere di danza onirico, ricco di contenuti e ispirazione, al limite dell’acrobatico e forte di effetti spettacolari ha influenzato molte compagnie che a partire dalla seconda metà degli anni ‘70 hanno contribuito a rinnovare i fasti della danza classica e contemporanea. In seguito produce le sue opere più significative e conosciute: Sogno di una notte di mezza estate (1980) Salomè (1977), Mr. Punch’s Pantomime, Sogno di Nijinscky o Nijinscky il matto (1983), The Big Parade ...

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Claudio Coviello: “Danzare a Roma? Un’esperienza speciale!”

Claudio Coviello è un giovane danzatore. Ma solo anagraficamente. La sua innata maturità nel descrivere e affrontare la sua professione, unita alla pacatezza e tantissima umiltà, lo rendono un ballerino grande. Che sicuramente renderà sempre più speciali gli spettacoli che lo vedranno protagonista. Claudio ha soli 23 anni ma è una persona estremamente umile e con tantissima voglia di imparare: ha iniziato la sua carriera di danzatore al Teatro dell’Opera di Roma, per poi passare al Teatro alla Scala dove è stato nominato Primo Ballerino. Il Giornale della Danza l’ha incontrato a Roma, al Teatro dell’Opera, dove Claudio è tornato per danzare Giselle, prima, e Coppélia, poi. Un grande ritorno “a casa” che riempito di gioia e soddisfazione amici, colleghi di corso e i tantissimi spettatori accorsi a vederlo danzare. Un ballerino che, senza alcun dubbio, andrà molto lontano. Claudio, nasci come danzatore al Teatro dell’Opera di Roma, dove ti sei diplomato, poi prosegui la tua carriera nella Mecca della danza, il Teatro alla Scala. Ora, però, torni qui, dove sei appunto nato e cresciuto. Tornare a Roma, in veste di ospite, e danzare qui che sensazioni ti dà? Ritornare a Roma è stato molto emozionante. Sono stato qui alcuni giorni ...

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PROSPETTIVE01 – Flash Mob Alice in Wonderland

PROSPETTIVE01 – Franco Corsi: “La coreografia è la mia seconda pelle”

“Prospettive01” è una rubrica rivolta ad artisti e contesti che rappresentano un mondo di talenti in continua evoluzione. Ideata e curata da Lorena Coppola, la rubrica si propone di raccogliere una serie di interviste e di articoli mirati a dar voce e spazio a tutte le fasce creative del mondo coreutico che costituiscono giovani realtà in via di sviluppo ed espansione, progetti innovativi, o realtà già consolidate, di spiccato talento, meritevoli di attenzione. Un luogo di rivelazione e di incontro di nuove prospettive. Franco Corsi è un giovane coreografo italiano con un ricco percorso formativo sviluppato con grandi nomi del panorama coreutico nazionale ed internazionale: Erna Bonk, Fabrizio Monteverde e molti altri. Definisce la coreografia come una “seconda pelle“, un elemento fondamentale per il suo essere bisognoso di Arte, è impegnato a livello nazionale ed internazionale nella coreografia d’autore.  La sua tecnica è principalmente di stampo contemporaneo, con molta curiosità verso il Tanz Theatre europeo ma con solide basi accademiche, con un forte tessuto emotivo, espressivo e teatrale. Il tuo percorso formativo… Ho iniziato a studiare danza, non da giovanissimo, come la maggior parte dei miei colleghi, e quindi ho macinato in fretta il più possibile per mettermi in pari, ...

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Elsa Piperno e Joseph Fontano icone di una “nuova danza” si raccontano in esclusiva al gd.com

Oggi dopo molti anni dal 1972, cosa resta di allora e cosa è cambiato? P.Di quegli anni restano le conquiste che, io e pochi altri visionari abbiamo fatto. Cose che oggi si danno per scontate ma, che noi abbiamo introdotto ed imposto con grande fatica e mi riferisco per citarne alcune: al linoleum nei teatri, all’illuminazione sul palco con i tagli ed il controluce, agli interventi nelle scuole pubbliche, alle conferenze -dimostrative, agli spettacoli nei musei e nelle biblioteche, nelle piazze,nei teatri d’avanguardia, nei grandi teatri ed infine l’acquisizione della parola danza nei vari cartelloni che prima recitavano solo,cinema, musica, teatro. Il cambiamento più eclatante è sicuramente una maggiore diffusione della danza, ma quest’arte purtroppo non si è molto rafforzata nella cultura italiana a causa principalmente delle divisioni, dei personalismi e protagonismi che minano la sua immagine e non le consentono di crescere. Il risultato il più delle volte è che alla maggiore quantità non corrisponde una migliore qualità. F. A mio parere resta molto degli anni settanta. Resta ciò che è stato seminato dal lavoro svolto dalla compagnia Teatrodanza Contemporanea di Roma e dal Centro Professionale di Danza Contemporanea. In questo periodo storico, dove non c’era nulla di professionale  ...

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Le interviste esclusive agli artisti invitati al Festival “Pillole”

Si è svolto lo scorso settembre il Festival “Pillole – Somministrazioni di Danza d’Autore”, organizzato dall’Associazione PANDANZ e diretto da Virginia Spallarossa. Il Festival, in una settimana di incontri ed interessanti iniziative di spessore dedicate alla danza contemporanea, ha accolto come di consueto molti ospiti stranieri. Il giornaledelladanza ha seguito da vicino l’evento ed ha raccolto le interviste dei 5 artisti che si sono esibiti nella serata dedicata a “Performance – Short Format”: Andrea Dionisi, Daniele Ninarello, Andrea Rampazzo, Vladimir Rodriguez, Julian Sicard. 5 artisti, 5 lavori in scena allo Spazio MIL, contenitore performativo unico nel suo genere, uno spazio creato per l’Arte e con l’Arte. ANDREA DIONISI Ho iniziato il mio percorso con la break dance, per gioco, poi, per una serie di avvenimenti, sono finito nella danza contemporanea. Ho studiato al Balletto di Toscana per tre anni, poi ho avuto il mio primo contratto di lavori con “Artemis Danza” di Monica Casadei. Attualmente lavoro anche con Manfredi Perego in “Ideograms” e con MK. Ho accettato la sfida di creare questo mio primo lavoro, “Mescalito”, che ho realizzato prima come idea sia drammaturgicamente che dal punto di vista musicale. Le musiche infatti le ho composte io insieme a due ...

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