Infant Spirit è un assolo intenso e raccolto, che Marco Goecke ha concepito come omaggio a Pina Bausch, e che si snoda come un piccolo viaggio fissato nella carne e nel respiro di Rosario Guerra. È un pezzo che non cerca la narrativa esplicita, ma lavora con la tensione, il gesto, il corpo come oracolo, come luogo di memoria e desiderio. La musica di Antony and the Johnsons, con la sua voce fragile e struggente, crea il paesaggio emotivo su cui la danza si proietta — non come mera illustrazione, ma come eco, come contrasto, come luogo di risonanza. Goecke costruisce Infant Spirit attorno ad alcune idee forti: la vulnerabilità, la tensione — interna ed esterna —, la contrazione, la difesa, ma anche l’apertura improvvisa, la speranza che cerca di farsi spazio. I movimenti sono bruschi, gli arti angolari, spesso il busto incurvato, le spalle arcuate; l’asse del corpo talvolta sembra quasi ceduto al peso dell’insicurezza, alla paura che somigli ad una presenza fisica. Il collo “affondato”, la testa che si ritrae, lo sguardo che lotta tra fuga e attrazione della luce — sono tutti elementi che comunicano non solo il disagio, ma la libertà che il disagio contiene. C’è ...
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La memoria del gesto sottile [RECENSIONE]
Con Elegie, nuovo lavoro autoriale di Oliviero Bifulco per la compagnia Eko Dance Project, il palco del Teatro Fraschini di Pavia, in prima assoluta, si è trasformato in uno spazio di memoria fluida e collettiva, dove la danza contemporanea ha incontrato la musica classica in una riflessione profonda sul tempo, la perdita e la trasformazione. Il progetto si è aperto con la Serenata per archi di Pëtr Il’ič Čajkovskij, affidata alla vibrante esecuzione dell’Accademia d’Archi Gian Giacomo Arrigoni, con la straordinaria partecipazione del violista Danilo Rossi, solista dalla tecnica intensa e struggente. Il dialogo con la musica – presenza viva e non mero accompagnamento – diventa una trama invisibile che sostiene ogni gesto con cui la coreografia entra in tensione e dialogo continuo. Dieci danzatrici in scena costruiscono un tessuto in cui l’accuratezza tecnica si intreccia ad un’urgenza espressiva mai esibita. Le geometrie classiche vengono decostruite e ricomposte in forme organiche e in continuo mutamento: duetti, catene, fughe improvvise e ricongiungimenti che parlano di distanze emotive, affinità invisibili, risonanze intime. La prima coreografia rilegge Pëtr Il’ič Čajkovskij non come nostalgico del passato, ma come visionario della fragilità umana: corpi che si cercano, si respingono, si accordano come strumenti d’orchestra. La ...
Read More »Trittico alla Scala tra rituale e sensualità [RECENSIONE]
Tre mondi coreografici. Tre modi di intendere il corpo e la danza. Il trittico ideato dal direttore del corpo di ballo della Scala, Frédéric Olivieri è formato da Études di Harald Lander, Boléro di Maurice Béjart e Petite Mort di Jiří Kylián. Una sfida dichiarata al danzatore e allo spettatore: una progressione emotiva che parte dalla disciplina accademica per dissolversi nella bellezza inquieta del gesto essenziale e poi scivolare nel rituale ipnotico. Apre la serata Études, omaggio coreografico (ripreso da Johnny Eliasen con la consulenza di Lise Lander) alla tecnica classica portata al suo massimo grado di rigore e brillantezza. Lander costruisce un balletto che si sviluppa come una lezione di danza in tempo reale: dalla sbarra ai salti mozzafiato, ogni movimento è un’elevazione della disciplina accademica a linguaggio scenico. Progressivamente si trasforma in una escalation di abilità, culminando in un travolgente apice corale che coinvolge l’intero ensemble scaligero nel gran finale. I danzatori – qui veri atleti dell’arte – si muovono con una precisione quasi geometrica. Ma non è solo virtuosismo: è una dichiarazione d’amore per la forma, per il rigore della struttura, per l’ordine, per il lavoro invisibile dietro ogni arabesque perfetto, e la musica di Czerny ne ...
Read More »Un tuffo nell’800 con la Paquita scaligera [RECENSIONE]
Il fasto e l’imponenza delle rappresentazioni alla Scala acquistano splendore e rinomanza anche grazie a nuove produzioni come Paquita, dove la purezza delle linee si rivela un aspetto fondamentale della tecnica e dell’estetica applicate alla danza classica. È uno di quei balletti che si era perso nel tempo malgrado possieda forme dinamiche e statiche chiare, precise e armoniose, meglio di molti altri cosiddetti capisaldi. Lacotte nella sua ricostruzione filologica ha plasmato la bellezza contornandola di eleganza, equilibrio, candore e purezza tipiche del periodo romantico e delle grandi protagoniste della scena storica. Paquita è un capolavoro sotto ogni punto di vista che sprigiona soavità nella totalità dei due estesi atti. Come se fossimo ancora nel 1887 i suoi movimenti non appaiono mai antiquati o polverosi. Altre versioni sono nate negli anni ma questo approntamento è ciò di più vicino a quelle di Mazilier e Petipa: è una cerimonia in onore della danza e questo accade senza alcun momento di calo, da apertura di sipario fino agli applausi finali, i quali sono stati meritatamente scroscianti e ripetuti. Da notare che è la prima Paquita “a serata intera” ad entrare nel repertorio del Teatro alla Scala che ha precedentemente presentato solo estratti come ...
Read More »Coppelia del NBC: il riflesso della bellezza [RECENSIONE]
Marinel Stefanescu portò in scena, per la prima volta, la sua Coppelia nel 1982 al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia con la Compagnia Balletto Classico, protagonisti Liliana Cosi e lo stesso Stefanescu. Una storia d’amore che, a differenza di altri balletti romantici, in cui la passione non corrisposta porta alla morte, si conclude felicemente (con il matrimonio, rispettando così le convenzioni del XIX secolo). La versione di Stefanescu, tecnicamente forte e ricca di virtuosismi, è stata all’epoca del debutto un’opera pionieristica la quale incorporava diversi aspetti innovativi. Ancora oggi appare senza tempo per freschezza, potenza estetica e vitalità. Il balletto Coppelia si annovera senz’altro tra i capolavori del grande repertorio della disciplina classica per gli elementi artistici misurati perfettamente: coloritura musicale vivace e romantica, una storia credibile, ambientazione facilmente riconoscibile. Il nuovo allestimento presentato come spettacolo istituzionale di fine anno accademico dal NBC diretto da Elena Casolari, Rezart Stafa, Nicoletta Stefanescu al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, sabato 14 giugno, ha posto in primo piano la coreografia di Marinel Stefanescu per il primo e terzo atto (mantenendo la sua versione musicale originale e così la trama) mentre per il secondo è stato un autentico debutto nello stile contemporaneo ad ...
Read More »Il “Lago” del Balletto Internazionale Italiano [RECENSIONE]
Debutto milanese per la neonata compagnia, con l’ultimo appuntamento del primo tour, del Balletto Internazionale Italiano, in scena al Teatro Manzoni con uno dei capisaldi della danza classica, Il Lago dei Cigni (presentato in due atti su base musicale registrata di ottima qualità nell’intramontabile e commovente partitura di Pëtr Il’ič Čajkovskij). Uno dei poemi epici che hanno definito il genere del balletto classico, tra i più rappresentati e citati al mondo, a ben ragione per la purezza e il candore. La giovane compagine ha visto la luce grazie alla fattiva collaborazione e coproduzione tra il Nuovo Balletto Classico di Reggio Emilia e l’Ukrainian Classical Ballet di Kiev. Lo spettacolo ha presentato come si conviene alla trazione accademica, scenografie accurate, luci suggestive e costumi storici a beneficio di un cast dove il giovane talento è stato il fil rouge della serata. Il Balletto Internazionale Italiano nasce dall’unione di due realtà ben consolidate dirette da Rezart Stafa e da Ivan Zhuravlov. L’accoppiata ha palesato l’attento pubblico presente in sala (tra cui la già prima ballerina del Teatro alla Scala e dell’English National Ballet Renata Calderini e l’altrettanto prima ballerina del Balletto Nazionale di Cuba Caridad Martínez) una produzione in grado di ...
Read More »Successo per gli allievi di Frédéric Olivieri [RECENSIONE]
Al consueto appuntamento di primavera, presso il Piccolo Teatro Strehler, la Scuola di Ballo diretta da Frédéric Olivieri è tornata in palcoscenico per quattro giorni, dopo la recente splendida passerella del 28 aprile alla Scala. La Scuola fu fondata nel 1813 da Benedetto Ricci e nel tempo ha formato artisti del calibro di Carla Fracci, Liliana Cosi, Luciana Savignano, Oriella Dorella, Roberto Fascilla, Roberto Bolle, Massimo Murru, Nicoletta Manni, Gilda Gelati, Marta Romagna, Alessio Carbone, Rebecca Bianchi, Sara Renda, Angelo Greco, Jacopo Tissi, Virna Toppi, Martina Arduino, Alice Mariani, e moltissimi altri. Articolato in otto anni di corso (fra gli 11 e i 18 anni di età), il dipartimento permette di ottenere un diploma dalla duplice specializzazione in danza classico-accademica e danza moderno-contemporanea, in linea con le attuali esigenze delle grandi compagnie internazionali che richiedono ai professionisti la padronanza di un repertorio ampio e diversificato. La Scuola è diretta dal 2003 da Frédéric Olivieri, anche attuale Direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala. Le esibizioni dei vari corsi risultano sempre coinvolgenti, stimolanti e ben strutturate. Le maestranze incoraggiano costantemente gli allievi a dare il meglio di sé, a migliorare le capacità tecniche, le doti espressive, la musicalità, coltivando ...
Read More »Il gusto del tempo nell’omaggio a Carla Fracci [RECENSIONE]
Tutti riuniti, giovedì 15 maggio al Teatro alla Scala, per celebrare l’indimenticabile étoile scaligera nel Gala a lei intitolato, giunto alla quarta edizione, sotto la direzione del maestro Frédéric Olivieri. La serata ha visto un prologo nel Ridotto Toscanini in occasione di ART IS, la nuova e monumentale installazione (7 metri per 6 metri) inaugurata in piazza della Scala (l’opera rimarrà accesa fino al 25 maggio) per raccontare l’essenza dell’arte che mediante un mosaico digitale, oltre cento artisti da tutto il mondo hanno risposto alla domanda “Cos’è l’arte?”. Un’opera collettiva nata dall’artista multidisciplinare Angelo Bonello con la partecipazione di grandi nomi che hanno condensato in pochi secondi il proprio pensiero sul tema, tra cui Carolyn Carlson, Fabrice Calmels, Patrick King, Jessica Lang, David Parsons, Vladimir Derevianko, Moses Pendleton, Pier Luigi Pizzi, Nicola Piovani. Ad inizio filmato un cameo prezioso di Carla Fracci (grazie ai preziosi materiali d’archivio) e a seguire i primi ballerini della Scala con la collaborazione della Fondazione Teatro alla Scala (Marco Agostino, Antonella Albano, Timofej Andrijashenko, Martina Arduino, Claudio Coviello, Nicola Del Freo, Virna Toppi, Alice Mariani e l’étoile Nicoletta Manni) con il loro direttore Olivieri e due nomi storici del calibro di Luciana Savignano e Liliana ...
Read More »Spettacolo della Scuola accademica di Ballo della Scala [RECENSIONE]
L’Accademia della Scala è la storica istituzione che fin dalla sua fondazione fornisce il gotha della danza ai maggiori teatri europei e alle compagnie internazionali di tutto il mondo nonché al tempio del Piermarini. Al consueto spettacolo di primavera, la Scuola di Ballo diretta da Frédéric Olivieri ha fatto ammirare l’estetica della giovinezza, i germogli virgulti del suo vivaio, la liturgia coreutica e le differenti personalità che hanno ravvivato la disciplina appresa da autorevoli personalità. L’insegnamento scaligero, l’innovazione e la competenza, si sono manifestate appieno lunedì 28 aprile sul palcoscenico della Scala, alla vigilia della Giornata Internazionale della Danza. La Scuola di Ballo fu fondata nel 1813 da Benedetto Ricci come Accademia del Teatro alla Scala. Dopo la sconfitta di Napoleone, il nome della scuola fu cambiato in Regia imperiale Accademia di Ballo del Teatro alla Scala. A causa della prima guerra mondiale, la scuola fu chiusa nel 1917; in seguito fu riaperta nel 1921 a fianco dell’Ente Autonomo promosso dal Maestro Arturo Toscanini. Nel 2001 la Scuola di Ballo è divenuta Dipartimento di danza dell’Accademia Teatro alla Scala: la scuola d’arti e mestieri dello spettacolo del Teatro alla Scala diretta da Luisa Vinci, presente alla serata insieme al Direttore ...
Read More »Ottimo riscontro per il Peer Gynt alla Scala [RECENSIONE]
Dopo il debutto nel 2015 per il “Balletto Nazionale Sloveno” di Maribor è arrivata nel tempio milanese la creazione di Edward Clug (assistenti coreografi Miloš Isailović e Mirjana Šrot), come primo titolo della ripresa alla direzione artistica di Frédéric Olivieri, in due atti sull’intima e sublime musica di Edvard Grieg. Per comprendere al meglio la difficoltà di trasporre in danza una storia complicata come quella di Henrik Ibsen per il suo protagonista alla continua ricerca non solo della giusta strada, ma anche di sé stesso nei sogni e nella realtà, basti pensare che il drammaturgo norvegese scrisse il dramma in versi (lo fece in Italia nel 1867 tre anni dopo aver lasciato il Paese natìo) per poi nel 1874 adattarlo al teatro. Edward Clug riesce grazie all’arte della danza nell’impresa di far coincidere tutti i tratti salienti e gli ingredienti necessari per punteggiare caratterialmente i differenti ruoli. Da Åse (la madre di Peer Gynt) interpretata con profondità da Alessandra Vassallo, dal fabbro Asiak (l’imperioso Marco Agostino) che cerca di togliergli la vita con un’accetta trasformando l’arma in una figura danzante sui ciocchi di legna presenti in palcoscenico, dalla Morte (Christian Fagetti, qui anche alla prova attoriale in lingua tedesca) che ...
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Giornale della Danza La prima testata giornalistica online in Italia di settore