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Recensioni

Rolling Idols

 Non è la biografia dei Rolling Stones, né quella di Mick Jagger, ma unicamente Susanna Beltrami: il mito del sogno e del “gruppo rock” riscritto da una delle più geniali, istrioniche, glamour coreografe italiane della scena contemporanea. Il teatro Franco Parenti è stato protagonista di una serata trionfale, in prima mondiale, con “Rolling Idols” accolto nel magnifico spazio milanese tra ovazioni e affetto: una performance di notevole successo, dotata di una forte carica spettacolare, il cui aspetto e le dinamiche hanno costituito un modello da prendere ad esempio per i nuovi e giovani coreografi, lasciandosi trasportare dall’essenza concettuale e formativa di Susanna Beltrami che, malgrado i temi forti, il linguaggio “del movimento” irriverente delle rockstar, le scene di nudo, le suggestive contaminazioni musicali tra passato e presente, ha entusiasmato il pubblico in una serata dal “valore collettivo” in cui l’adrenalina e l’energia sono risultate palpabili tra platea e palcoscenico in un rimando e scambio del principio determinante della forza e del vigore fisico nell’armonia e nell’arte di comporre figurazioni. Un lavoro che cela una sorta di “liberazione”… un inno alla vita e all’anticonformismo tra trasgressione e riflessione ma con un’unica entità ben visibile: “la verità”. Susanna, con tutti i suoi ...

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La Bella Addormentata nel bosco

La Bella Addormentata nel bosco, firmata dalla triade Petipa, Cajkovskij & Alexei Ratmansky è risultata, senza dubbio, una produzione di prestigio. Un grande sforzo corale, in collaborazione con l’American Ballet Theatre di New York, per uno dei più acclamati e anche controversi coreografi del panorama internazionale odierno. Fin dall’apertura del sipario si denota una ricerca del dettaglio, un particolare e attento studio di reperimento e ricostruzione storica avvalorata da un maestoso allestimento firmato dal vincitore di un Tony Award Richard Hudson, il quale si è basato sul lavoro originale di Léon Bakst in ricordo della pertinente produzione dei Balletti Russi di Djagilev del 1921 con gli splendidi tagli di luce ad opera di James E. Ingalls. Il balletto, uno dei capolavori russi dell’Ottocento, prende ispirazione dalla celeberrima fiaba di Charles Perrault La Belle au bois dormant. La storia della Principessa (Svetlana Zakharova) punta da un fuso per volere della Strega Carabosse (Massimo Murru) e destinata a dormire cento anni prima di essere risvegliata da un bellissimo Principe (Jacopo Tissi) il quale nella sua pur giovane carriera è risultato all’altezza nel ruolo da protagonista, lasciando trasparire eleganza di portamento, fascino nei movimenti ed espressività esecutiva; col tempo avrà sicuramente modo di ...

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Au temps où les arabes dansaient

Una finestra provocatoria e ardita per l’inaugurazione della sezione “Francia in scena” al Festival MilanOltre, presso il Teatro Elfo Puccini, il quale ha proposto in prima nazionale la “Compagnie de Soi” del poetico coreografo franco/egiziano Radhouane El Meddeb con lo spettacolo dal titolo Au Temps Où Les Arabes Dansaient… Un omaggio all’Arabia e a un periodo fertile della propria cinematografia in un lasso di tempo che ha spaziato dagli anni ‘40 agli anni ‘70. Quattro straordinari e audaci interpreti maschili: Philippe Lebhar, Rémi Leblanc-Messager, Youness Aboulakoul e Arthur Perole hanno coralmente infuso passione a un plateale corteggiamento, grazie a un gioco di movimenti eleganti, ampi e dolci, in cui la danza è stata resa fluida per mezzo del coinvolgimento armonico del corpo in sintonia con un antico rito di rara bellezza stilistica. Dopo un inizio claustrofobico, ma necessario, in cui la ripetitività dei movimenti e dei gesti quasi maniacali, in un silenzio assordante, ha trasmesso agli astanti un senso di soffocamento come contraltare al decadimento di un periodo d’oro dove albeggiava il ritmo magico del cinema facendo sognare intere generazioni, il tutto si è pian piano ribaltato e l’ombra femminea si è impossessata dei corpi maschili danzanti rivelando una sorta ...

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Miniballetto n.2 di Collettivo Cinetico: una creazione, tra ironie e riflessioni, da non perdere

Ha debuttato a Civitanova danza l’8 agosto scorso ed è andato in scena a sorpresa a Operaestate a Bassano il 28 agosto scorso la nuova creazione di Collettivo Cinetico, dal titolo Miniballetto n.2, che riprende, ma solo nel titolo, una loro precedente creazione di notevole successo Miniballetto n.1. Ma i punti di contatto tra i due si esauriscono in breve, dato che la capacità di Collettivo Cinetico è quella di essere multiformi, e ripresentarsi sempre sotto una nuova luce o con nuove abilità: passano dalla danza (senza essere per formazione tutti solamente danzatori) al teatro (con un Amleto interattivo ad esempio) ai giochi di performance (come il gioco di società da loro creato che fa da base alla messa in scena di una performance!). E spesso combinano tutte queste loro identità, impedendo così di poter mettere un’etichetta sul loro lavoro. Miniballetto n.2 si apre come una performance recitata: Francesca Pennini, direttrice artistica e coreografa della compagnia, qui anche unica (e bravissima!) interprete, entra in scena declamando ciò che sta facendo (respirando, fondamentalmente) usando la lingua tipica della danza, descrivendoci per quanti “conti” (per intenderci, “5,6,7,8” sono 4 “conti”) respira dietro le quinte, in braccio a uno spettatore che non conosce ...

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Momix: alchimia dell’Arte, alchimia della Natura

Alchemy, l’ultima creazione di Moses Pendleton per i Momix, in scena attualmente al  Teatro Bellini di Napoli fino al 15 febbraio, si è rivelato un altro dei tanti capolavori della storia della straordinaria compagnia statunitense. Alchemy può essere sinonimo di un viaggio onirico, nel quale il coreografo ha voluto analizzare il concetto di “evoluzione universale”, proiettando sulla scena i molteplici aspetti della natura e dell’uomo. Questo concetto è stato elaborato secondo i quattro elementi primordiali, aria, acqua, terra e fuoco, rappresentando l’origine della materia stessa e mettendone in luce il potere di trasformazione e di catarsi immaginifica. Il susseguirsi dell’azione scenica prende forma partendo da richiami di danze tribali, un chiaro rimando all’origine delle prime popolazioni native, arrivando poi, con effetti illusionistici tipici dei Momix, all’espressione – in un dialogo visuale a metà tra simbolico ed esplicitamente enucleato – del concetto di evoluzione del corpo umano, che non si è mai dato limiti alla sperimentazione di se stesso, mettendosi sempre più alla prova. Uno dei messaggi più interessanti dello spettacolo è il costante paragone del concetto di riproduzione tra la natura e l’uomo, analizzando i molteplici aspetti in comune, utilizzando una trama ironica ma allo stesso tempo poetica. La vera ...

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Piatto profondo. Nelle Profondità della decadenza, Una viva coreografia di Chris Haring

Dopo l’anteprima di quest’estate al Teatro Remondini di Bassano del Grappa, Deep Dish, la creazione di Chris Haring, torna in territorio veneto, e va in scena il 17 gennaio al Teatro Contatto di Udine. Un appuntamento da non perdere, perché Chris Haring dimostra una completa consapevolezza e padronanza della contemporaneità nelle sue forme artistiche: la danza, la video-arte, il testo teatrale vagamente assurdo, il cinema. Una consapevolezza, quella del coreografo viennese, che possiamo dire giunge in questa creazione a compimento dopo il percorso idealmente tracciato tra l’omologazione tratteggiata in Running Sushi, il giardino decadentista di Mush Room – The Perfect Garden, entrambi riuniti in questo banchetto che è Deep Dish, in cui la coreografia è parte di un progetto più esteso, che sconfina in una coreografia di arti più che di movimenti. I quattro interpreti, Luke Baio, Stephanie Cumming, Katharina Meves e Anna Maria Nowak, estremamente convincenti nel loro ruolo di strani invitati a una cena, siedono attorno a una tavola imbandita, unico elemento in scena, e si muovono come dipinti barocchi mossi in stop motion; a turno, poi, prendono in mano la piccola telecamera che proietta direttamente le immagini sullo sfondo, creando una scenografia che è un film live ...

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Serata Stravinskij: alchimia di tecnica, passione e comunicazione del Balletto del Sud

“Compagnia grintosa, realmente stabile, e superiore di gran lunga alla media delle altre compagnie del nostro paese”. Così Vittoria Ottolenghi sulle pagine di L’Espresso commentava il lavoro del Balletto del Sud, fondato nel 1995, composto da 16 solisti di diverse nazionalità di elevatissimo livello tecnico e diretto da Fredy Franzutti, uno dei più stimati coreografi del panorama nazionale. Il 14 dicembre 2014, nell’ambito del Festival Lasciateci Sognare ideato dall’Associazione La Sfera Danza di Padova, la Compagnia ha presentato al Teatro Dei Colli di Padova lo spettacolo Serata Stravinskij, accostando due capolavori musicali del grande compositore russo, che hanno segnato la storia della musica e della danza: L’uccello di Fuoco e La Sagra della primavera, entrambe coreografate da Franzutti. Ad aprire la serata è L’uccello di Fuoco, rivisitato dal coreografo in chiave fantasy, ispirato ai fumetti di Robert E. Howard, diventati poi un film cult degli anni ‘80, Conan il Barbaro, di John Milius. Il balletto, definito dallo stesso coreografo come una favola di confine, è ambientato in una terra che si identifica con la Siberia, in cui il principe guerriero Ivan incontra e cattura L’uccello di Fuoco, che lo salverà dalle aggressioni dei sudditi-prigionieri del mago Katschei, permettendo di coronare ...

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Panorama da Bassano sulla danza europea: tra progetti, giovani coreografi e nuovi spunti

Il giornaledelladanza.com ha potuto seguire in queste ultime settimane di agosto il festival Operaestate di Bassano del Grappa, che per la sezione B.Motion porta sulla scena alcuni dei nomi più interessanti o singolari della danza contemporanea e di ricerca. In quattro giorni, un concentrato di danza dove gli spettacoli si susseguono, dando il tempo giusto di muoversi da uno spazio performativo a un altro (dal museo a un grande spazio urbano, a un palazzo settecentesco fino a un moderno teatro…), presentando una situazione che fa ben sperare nel futuro, (nonostante tutto. E concedeteci di non usare la parola crisi che ormai è abusata): artisti e coreografi giovani, che travalicano con leggerezza il sottile confine tra danza, performance artistica e teatro, e un’unione europea che porta avanti alcuni progetti interessanti.  Grande protagonista l’Olanda, presente con numerosissimi artisti grazie al progetto dell’Ambasciata “Olandiamo in Veneto”; come ci aveva anticipato sorridendo Ed Wubbe, coreografo di Scapino: “non sembrerebbe, ma l’Olanda è un Paese che ama molto la danza”. Presente ad esempio Dansateliers di Rotterdam con tre artisti molto diversi tra loro: Katja Heitmann, Liat Waysbort e Connor Schumacher. Due coreografe molto diverse tra loro, la Heitmann e la Waysbort hanno in comune di ...

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Amori, danze, gioielli e decadenza: il Barocco secondo Ed Wubbe in Pearl

Decisamente comprensibile il successo che ha avuto in due anni di tournée Pearl di Scapino Ballet, su coreografia di Ed Wubbe, tournée approdata in Italia in prima nazionale assoluta a Operaestate Festival il 23 luglio; un successo garantito da un sapiente incrocio di danza contemporanea di ottimo livello ma sufficientemente popolare per il grande pubblico, costumi che sottolineano il movimento dei danzatori e musiche meno note ma sapientemente eseguite da un ensemble che non perde un colpo: Combattimento, ensemble specializzato in musica barocca, accompagnato per l’occasione dalla mezzosoprano Helena Rasker, che esegue i brani di Vivaldi, Robert de Visée e Tarquinio Merola con una facilità ed eleganza invidiabili. Un balletto costruito in crescendo, che mette al centro di un plot non narrativo le diverse sfumature dell’emozione nell’epoca barocca, e parla di amore, rabbia, seduzione, disincanto, senza innalzare a giudice la compagnia che li rappresenta, ma calandola nell’epoca. Forse un po’ lenta la parte iniziale, con molte sequenze che si ripetono, la coreografia prende ritmo compositivo a livello di varietà di passi man mano che procede: si parte da una danza simile al minuetto eseguita da una coppia sotto gli sguardi curiosi della corte e si procede con una sequenza corale ...

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Tante interpretazioni, tanti coreografi, una sola grande artista: Sylvie Guillem

Nominata étoile a soli diciannove anni da Rudolf Nureyev, ballerina dalle straordinarie doti fisiche,  talento e professionalità, Sylvie Guillem ha calcato il palco della Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, con le coreografie di tre dei più importanti coreografi del momento: Jirˇí Kylián, William Forsythe e Mats Ek. Uno spettacolo suddiviso in tre parti, quello che domenica l’ha vista come protagonista indiscussa, con l’intera sala gremita di persone pronte ad applaudirla già al suo primo ingresso sul palco.  La prima coreografia 27’52 del coreografo Jiří Kylián su musica di Dirk P Haubrich è stata interpretata da due eccellenti danzatori: Nataša Novotná e Václav Kuneš. Un incontro tormentato ed in continua trasformazione tra un uomo ed una donna. Lei indossa un pantalone nero e maglietta rossa, lui dorso nudo e pantalone nero. I due si attraggono e si respingono come in una continua lotta che si trasforma in fuga e poi di nuovo in un incontro appassionato. La differenza uomo-donna si annulla con l’atto di togliersi la maglietta rossa da parte della danzatrice, il suo dorso nudo, come quello del partner fa anche pensare ad una vera simbiosi tra i due, che si risolve solo nel finale con un autentico ...

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