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L’incanto accademico della “Cenerentola” scaligera

Cenerentola, Teatro Strehler, Milano 2015, foto Alessia Santambrogio

Il sipario si è riaperto nuovamente, in due atti, nella produzione di successo “Cenerentola” (realizzata su commissione della Fondazione Bracco) sul palcoscenico dello storico Teatro Fraschini di Pavia. Un ritorno, rivisto e riadattato (a distanza di un anno dal debutto ufficiale) in grande stile per uno tra i più celebri titoli classici del balletto russo con l’intensa partitura di Sergej Prokof’ev, la sublime magia della fiaba di Perrault, l’originalità del libretto autografo di Nicolai Volkov e in primis la poetica di Frédéric Olivieri, direttore e coreografo della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala di Milano, il quale risulta sempre più figura cardine dell’accrescimento nella formazione e nel linguaggio del balletto di tradizione. Il suo modus operandi delinea perfettamente il percorso cattedratico, grazie alle peculiarità intraprese, all’impostazione e alle indiscusse competenze acquisite nel corso di una carriera d’altissimo profilo, tramandando l’eredità accademica pur sapendo ripensare, con genialità, ogni sfumatura appartenente alla rivoluzione estetica “in atto” negli ultimi anni.

Come nella mia precedente recensione, in occasione della prima al Piccolo Teatro Strehler di Milano nel maggio 2015, anche l’allestimento rimontato per la serata pavese ha mantenuto intatto l’incanto della favola di Charles Perrault elargendo agli spettatori una esibizione di assoluta qualità. La professionalità e l’intuito del maestro Olivieri hanno connotato lo spettacolo di un’aurea romantica donando un “sogno” ai giovani interpreti.

Pubblico delle belle occasioni, emozioni palpabili tra gli affreschi, i velluti e gli ottoni del già Teatro dei Quattro Nobili Cavalieri in sui sono risuonati gli applausi a scena aperta e l’unanime consenso finale a corona degli oltre sessanta discenti presenti.

La sfavillante compagine con i protagonisti (selezionati tra gli allievi dal sesto all’ottavo corso) sicuri nella tecnica e nello scorrimento dinamico, hanno trasportato il pubblico alle origini dell’arte coreutica, intesa come rito, come omaggio alla bellezza, al garbo, alle buone maniere e alla raffinata teatralità. Il M° Olivieri ha saputo inficiare convergenze e movimenti proponendo trasformazioni che non hanno disturbato lo spirito originale del balletto ma anzi hanno posto sotto i riflettori sentimenti quali armonia, concentrazione, energia ed equilibrio avvalendosi, per la parte coreografica, della pregevole collaborazione dei docenti Paola Vismara, Maurizio Vanadia, Paolo Podini, Loretta Alexandrescu, Leonid Nikonov, Elisa Scala e Tatiana Nikonova in un ciclo didattico basato sulla forza e sulla velocità ma soprattutto sulla musicalità unita alla coordinazione senza tralasciare la presa di coscienza della fisicità e del corpo mediante la capacità espressiva. Un lavoro sottolineato al potenziamento del salto e alla stabilità dell’azione sulle punte con la netta percezione dello spazio spingendo le proprie specifiche conoscenze fino alla postura e alla giusta tenuta.

Protagonista del balletto è naturalmente Cenerentola, interpretata da Caterina Bianchi (del 7° corso), una giovane fanciulla dotata di bellezza, innocenza e leggerezza. Al suo fianco, nel ruolo del principe, Fabio Rinieri (dell’8° corso), un compagno all’altezza, profondamente espressivo, pulito e romantico. Da segnalare, per presenza scenica interpretativa e freschezza, tutti gli allievi della Scuola, indistintamente, con una nota di merito per le Sorellastre, la Madrina, la Matrigna, l’amico del Principe e il Maître a danser.

Per l’elaborazione sono stati chiamati allievi ed ex allievi dell’Accademia, dai sarti agli scenografi, dai truccatori, parruccai e parrucchieri ai fotografi unitamente alle scenografie di Angelo Sala con le sculture realizzate da Fausta Cerizza e i costumi a cura di Maria Chiara Donato con il contributo del Corso per Sarti dello Spettacolo e la progettualità di Cristiana Malberti insieme alla Sartoria Branco.

Nel finale, le luci della ribalta hanno illuminato i sorrisi beati degli allievi (a poche settimane dagli esami di fine corso e dal diploma per quelli dell’ultimo anno), tra lieti applausi e riflessioni su quanto sia necessario “amalgamare” cultura ed arte per nutrire cuore, mente e spirito. Allo spettatore resterà impressa l’artigianalità del M° Olivieri, figura internazionale di spicco nella direzione e nella formazione dei talenti in fiore: carismatico leader votato a un pubblico pronto a riconoscere in lui il rispetto per la tradizione ma anche l’orizzonte per un futuro innovativo.

Michele Olivieri

 

Foto di foto Alessia Santambrogio

www.giornaledelladanza.com

 

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