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Recensioni

“Kiss & Cry”: quando cinema e danza si trasformano in sogno

“Kiss & Cry”: quando cinema e danza si trasformano in sogno

  Ho sognato, a occhi aperti, seduto comodamente in poltrona a teatro. Ho vissuto il sogno di due mani che si seguivano, intrecciavano, cercavano sensorialmente. Poi mi sono svegliato, e il tutto – fortunatamente – era pura realtà: sul palcoscenico dell’Arena del Sole di Bologna, lo scorso 18 ottobre, le mani di Michèle Anne De Mey e di Grégory Grosjean, rincorse e zoomate dall’occhio cinematografico del regista Jaco Van Dormael, hanno dato vita a Kiss & Cry, spettacolo assai fuori dagli schemi performativi usuali e, proprio per questo, incomparabile. Sulle note dell’aria di Händel Lascia ch’io pianga ha inizio la storia di Giselle, protagonista emblematica di una vicenda che deborda i confini dell’impianto spettacolare per catapultare il pubblico in un altro mondo, quello in cui tutti i ricordi, le emozioni, i vissuti e le persone che hanno aggiunto un tassello al puzzle della Vita restano vividi, facendo parte – in qualche modo – ancora del presente. Come il ragazzo incrociato sul treno per soli 13 secondi, quando lei era adolescente. Il suo primo amore, probabilmente l’unico vero, sicuramente il più indimenticato. Nonostante i successivi uomini, infatti, il cuore della protagonista resta aggrappato all’immagine di quelle mani sfioranti per caso nel ...

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Danzano le silfidi… ed è tutto così umano!

Danzano le silfidi… ed è tutto così umano!

  Una profonda immersione nella Natura, ben oltre la stessa Natura: questo l’obiettivo che il CollettivO CineticO è riuscito sicuramente a raggiungere lo scorso 14 ottobre all’Arena del Sole di Bologna con il nuovo spettacolo Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground. Il collegamento tra entomologia e balletto, il cui filo rosso è innervato nella differente visione della figura della silfide, viene concepito, diretto e coreografato da Francesca Pennini secondo uno schema scenico a quadri – commentati con voce fuori campo e non – che si connotano fuori dal Tempo, catapultando lo sguardo e le emozioni dello spettatore in un universo parallelo dove la Natura e l’Umanità combaciano, dove la danza non rappresenta soltanto l’arte del movimento, ma simboleggia un che di misterioso, affascinante, quasi ipnotico. Come in una sfilata di haute couture, infatti, gli otto performer del CollettivO (Simone Arganini, Margherita Elliot, Carolina Fanti, Carmine Parise, Angelo Pedroni, la stessa Pennini, Stefano Sardi e Vilma Trevisan) si presentano al pubblico alternandosi sulla passerella immaginaria di una scenografia fissa a telo bianco per sfoggiare tutte le “anime” che le silfidi hanno rappresentato in campo scientifico, storico e letterario nel corso dei secoli. Anime candide, corvine, irriverenti, sexy, sadomasochiste, appariscenti ed eteree. ...

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La danza secondo Wayne McGregor / “Far”

Un viaggio che trova il suo naturale incipit nella notte dei tempi per giungere al futuro, attraverso il sistema solare e le costellazioni riconducendoci nell’iniziale fascino arcaico del “fuoco”, danzando nel corso dei secoli e riflettendo l’elemento chiave dei miti in una funzione rituale che funge da elemento mediatore nella comunicazione tra uomo e divino. Il narrare storie per tramite di un moto incalzante pone Wayne McGregor sul piedistallo della sua generosa e brillante creatività, lasciando sprigionare l’immortalità corporea dell’essere umano. In apertura di sipario la struggente musica di Vivaldi, con il brano “Sposa son disprezzata” nell’interpretazione toccante di Cecilia Bartoli, ha accompagnato la “prefazione in movimento” dando immediatamente una sensazione mistica e letteraria, infondendo una dinamica mai ininterrotta. Lo stile di McGregor, riempie con maestrìa ed ingegno tecnico la scena per mezzo di una visione vertiginosa, esaminando l’atteggiamento dell’organismo da una prospettiva storica lasciando affiorare i presupposti scientifici in una inscindibile mescolanza tra spirito, carne ed anima. La luce, superbamente a cura di Lucy Carter, si plasma e si fonde con gli straordinari e rigorosi danzatori fino a diventarne materia compatta donando un incedere enigmatico ma di sicura potenza attrattiva. La linfa vitale dei dieci preziosi elementi della “Company ...

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Il Giardino degli Amanti, una danza da camera

Accattivante e ironica suite per gli straordinari danzatori del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala diretto da Mauro Bigonzetti. In scena l’arte dell’italiano Massimiliano Volpini, coreografo e già ballerino scaligero, sempre alla ricerca di nuove dinamiche sia creative che strutturali, nella danza dei giorni nostri. “Il giardino degli amanti”, porta sul palcoscenico milanese la freschezza e la semplicità dei movimenti, donando ai danzatori una percezione di innocente sensualità nelle ordinate, eleganti e pulite linee cui fa capolino la gioiosità dei coloratissimi interpreti. L’idea che Volpini realizza, si concretizza in una sorta di poesia sognante, una fresca rugiada sulle suggestive musiche di Wolfgang Amadeus Mozart grazie ai quintetti e quartetti, eseguiti magistralmente, in buca d’alzata, dal Quartetto della Scala e Solisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala nelle persone di Francesco Manara, Daniele Pascoletti, Simonide Braconi, Massimo Polidori, Andrea Manco, Fabien Thouand, Fabrizio Meloni. La coreografia delinea una coralità estetica mediante un linguaggio dotto pur senza richiedere notevoli virtuosismi, apparendo per lo più in orizzontale con un andamento e un’articolazione appena sfiorati a sottolineare la storia e l’intreccio dei personaggi mozartiani, tra realtà e onirismo. Da segnalare i deliziosi ed originali costumi e le essenziali ma efficaci scenografie, a cura di ...

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L’incanto accademico della “Cenerentola” scaligera

L’incanto accademico della “Cenerentola” scaligera

Il sipario si è riaperto nuovamente, in due atti, nella produzione di successo “Cenerentola” (realizzata su commissione della Fondazione Bracco) sul palcoscenico dello storico Teatro Fraschini di Pavia. Un ritorno, rivisto e riadattato (a distanza di un anno dal debutto ufficiale) in grande stile per uno tra i più celebri titoli classici del balletto russo con l’intensa partitura di Sergej Prokof’ev, la sublime magia della fiaba di Perrault, l’originalità del libretto autografo di Nicolai Volkov e in primis la poetica di Frédéric Olivieri, direttore e coreografo della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala di Milano, il quale risulta sempre più figura cardine dell’accrescimento nella formazione e nel linguaggio del balletto di tradizione. Il suo modus operandi delinea perfettamente il percorso cattedratico, grazie alle peculiarità intraprese, all’impostazione e alle indiscusse competenze acquisite nel corso di una carriera d’altissimo profilo, tramandando l’eredità accademica pur sapendo ripensare, con genialità, ogni sfumatura appartenente alla rivoluzione estetica “in atto” negli ultimi anni. Come nella mia precedente recensione, in occasione della prima al Piccolo Teatro Strehler di Milano nel maggio 2015, anche l’allestimento rimontato per la serata pavese ha mantenuto intatto l’incanto della favola di Charles Perrault elargendo agli spettatori una esibizione di assoluta qualità. ...

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Spettacolo della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala

Spettacolo della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala

  Si esce arricchiti, ogni qual volta, si assiste a uno spettacolo della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala di Milano diretta dal maestro Frédéric Olivieri. La qualità delle dinamiche scelte, l’esclusività delle idee e i pezzi proposti, pongono ogni singolo spettatore al cospetto di una preziosa miniatura in cui l’attività estetica e l’ispirazione sono permeate da equilibrio, sperimentazione e linee pure. George Balanchine è una continua sorpresa, la sua figura dominante, non interrotta dal tempo, sa ancora regalare sfumature e accenti coreutici di rara bellezza, in cui il repertorio tradizionale viene preservato, pur fungendo da tramite tra balletto classico e moderno, fino a giungere mediante la creatività di Angelin Preljocaj, ad un nuovo percorso sulla via della danza, sottolineata dalla benemerenza direttiva di Frédéric Olivieri; maestro che gode di altissima ammirazione, nel saper cogliere i mutamenti e gli umori della non stagnazione, a favore del rinnovamento pur custodendo la tradizione. Infatti, attualmente, la Scuola di Ballo scaligera è forse l’unica Accademia al mondo, in grado di proporre progressivamente nei propri programmi di sala “altri” coreografi, che pur godendo di ampio respiro non compaiono nei saggi accademici. Grazie al direttore, ci viene permesso di contemplare nuovi linguaggi, cucendo egli ...

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Il trionfo del “Lago dei Cigni” da Sofia

Il Sofia Classical Ballet ha portato, con successo, sul palcoscenico del Teatro Ciak di Milano “Il lago dei cigni” nell’allestimento originale e intramontabile del russo Lev Ivanov e del francese Marius Petipa (Ivanov curò gli atti bianchi del secondo e del quarto atto mentre Petipa curò il primo e il terzo atto) con le scenografie racchiuse in una cornice accurata di fondali dipinti (tipici dell’onirica poetica della scuola russa) e i preziosi ricami sui costumi a cura di Anastasia Spatar. Nei ruoli principali Ada Gonzalez (principal dancer al “Teatrul de Balet Sibiu”) ad interpretare Odette, accanto a lei Ovidiu Iancu (principal dancer al Balletto Nazionale di Bucharest) nel ruolo di Siegfried. La storia, ben nota a tutti, narra di un principe, erede al trono che dovrà scegliere la sua futura sposa durante i festeggiamenti nel giorno del suo compleanno. Al ballo sarà invitata anche l’affascinante Odette; la giovane però, vittima di un incantesimo che la trasformerà con le sue ancelle in candidi cigni, potrà assumere forme umane solamente durante la notte: maledizione che andrà scomparendo solo dopo una solenne promessa di matrimonio. I due giovani pertanto saranno ostacolati nel coronamento d’amore dalla perfida Odile, che durante il ballo assumerà le ...

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Una tradizionale Cenerentola in stile “Danse d’école”

Al Teatro Cagnoni di Vigevano, è andata in scena una rappresentazione sontuosa della “Cenerentola”, a cura di una tra le migliori compagnie della disciplina classica, nell’attuale panorama europeo a firma del Balletto di Mosca “La Classique”. Assistere a un loro spettacolo è certezza di assoluta “tradizione”, niente modernismo, niente rimaneggiamenti, niente sorprese di sorta… La tradizione è assicurata, ad alcuni potrà apparire fin troppo cattedratica ma a chi ama la danza accademica nel senso più puro dell’accezione non può che convenire, qui, sull’uso attento mediante la secolare testimonianza della “danse d’école”. La favola di Cenerentola, è tra le più amate in Russia, tant’è che il debutto ufficiale avvenne, con i primi interpreti Olga Lepeshinskaya e Mikhail Gabovich, al Teatro Bolshoi di Mosca la sera del 21 novembre 1945, un anno indimenticabile perché l’Unione Sovietica, attraverso l’intensa musica di Sergej Sergeevic Prokof’ev rifletteva un barlume luminoso di speranza e presa di coscienza in seguito all’abnorme sofferenza subìta a causa della guerra. Infatti il celebre compositore affermava: “Ciò che più mi premeva di rendere con la musica di “Cenerentola” era l’amore poetico tra lei ed il principe, la nascita ed il fiorire del sentimento, gli ostacoli su questa via, la realizzazione di ...

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L’ oscuro fascino di “Cabaret”

“Willkommen”… il sipario si apre, metaforicamente parlando sul palcoscenico a tutto campo nella sua quasi nudità con a vista un velario e le quinte a sottolineare il decadimento morale ma anche materiale di un momento raccapricciante e cupo della passata storia europea, e da queste “ceneri annunciate” – con la luminaria del cabaret in rovinosa caduta, appesa “simbolicamente” ad un filo – compare sinuoso e insinuante il rivisitato Maestro di Cerimonie del “Kit Kat Club” (Giampiero Ingrassia, artisticamente sempre efficace e a proprio agio nel ruolo) il quale ci riporta ad uno squallido déjà-vu, poco tempo prima la nascita del Terzo Reich e l’ascesa del potere hitleriano. La storia di “Cabaret” è ben nota, ricca di significati potenti e alquanto profondi. La produzione, a firma di Saverio Marconi con protagonista la Compagnia della Rancia, trova il suo punto forte nelle intense sfumature del Maestro di Cerimonie che entra ed esce dalla scena, spuntando all’improvviso, con la sicurezza di trovarsi al centro dell’allestimento in un ritrovo d’avanguardia anticonformista dal carattere allusivo e satirico. La trama ripercorre liberamente quella del celebre film del 1972 magistralmente diretto dal geniale Bob Fosse con Sally Bowles (nella versione di Marconi interpretata dall’intensa timbrica e limpida ...

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La magia di Vienna a Milano con lo Strauss Festival e il Ballet Ensemble

A conclusione dei festeggiamenti natalizi e dell’arrivo del Nuovo Anno, anche Milano si è trasformata in una piccola Vienna con il concerto di Capodanno organizzato da Euroconcert. Come tradizione ormai da oltre sessant’anni nella città austriaca, è stata proposta presso il Teatro Dal Verme del capoluogo lombardo, per tutti gli appassionati del valzer viennese, una serata, nell’ambito della tournée europea della “Strauss Festival Orchestra” con la partecipazione straordinaria di un corpo di ballo appartenente allo “Strauss Festival Ballet Ensemble” il tutto in una magica serata da “Gran Galà”. La tournée ha toccato il nostro paese dopo ben 26 anni di successi e più di 5 milioni di spettatori. La “Strauss Festival Orchestra” è da sempre sinonimo di competenza, maestrìa e ambasciatrice musicale della leggendaria corte imperiale austriaca di Francesco Giuseppe. L’Orchestra, in virtù del suo consolidato e unanime successo, da 10 anni si esibisce anche nella famosa “Sala d’Oro del Musikverein” di Vienna, tempio per antonomasia del Concerto di Capodanno e autentica culla del valzer. Alle innegabili doti musicali e virtuose degli orchestrali si sono affiancati, nella serata milanese, l’incantevole e applaudita presenza della soprano solista Mariia Suzdaltceva (nata a Krasnodar in Russia, formatasi nello studio della direzione di coro ...

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