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La scuola di danza del Balletto di Roma, diretto da Paola Jorio, al via il progetto – Didattica a distanza –

La Scuola Balletto di Roma non si ferma. Parte oggi, il progetto di “Didattica a distanza” dedicato agli allievi della Scuola di danza diretta da Paola Jorio: ogni giorno, sulla piattaforma online appositamente realizzata per il programma, gli allievi dei diversi corsi potranno collegarsi con i maestri seguendo un regolare calendario di lezioni. Pur nella dovuta rimodulazione della didattica, il progetto risponde alla necessità di dare continuità di formazione a tutti gli studenti attraverso i mezzi di comunicazione oggi disponibili: in programma, non solo classi per il riscaldamento, l’esercizio e il potenziamento muscolare (dance training e contemporaneo), ma anche lezioni di teoria e di storia della musica e della danza. “Lo spazio è limitato – spiega la direttrice Paola Jorio – ma cercheremo di farvi migliorare in tutto quello che un piccolo spazio consente: ci troveremo così, al rientro in classe, con una buona muscolatura, pronta e lavorata”. Nato per far fronte alle circostanze, il progetto di “Didattica a distanza” (iniziato in forma sperimentale già nelle scorse settimane) è per noi motivo di grande impegno, nella convinzione che la danza sia uno strumento di formazione irrinunciabile dal punto di vista artistico, culturale, sociale e umano. Il dialogo tra allievo e maestro assume oggi il valore ...

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“Sosteniamo la danza” parte la maratona social degli artisti della danza e diventa un coro di speranza: Nicoletta Manni e Claudio Coviello

Negli ultimi giorni per l’emergenza Covid19 molti artisti della danza hanno lanciato appelli di speranza, la maratona ha raggiunto molti profili social dei danzatori, diventando un unico coro: sosteniamo la danza! CLAUDIO COVIELLO Voglio unirmi anche io all’appello lanciato da alcune mie colleghe.Penso che in un momento come questo la voce di ognuno di noi serva a farci forza e a gridare all’unisono un aiuto nei confronti della danza, un’arte spesso accantonata e messa da parte.In questi ultimi anni hanno chiuso tanti enti lirici, ed ora in un’ emergenza mondiale come questa,in cui l’arte non è considerata indispensabile, ho paura che ci si dimentichi che c’è chi vive di arte, e in questo modo quando tutto ritornerà alla normalità ci saranno persone non più in grado di riaprire le proprie attività del settore, come ad esempio le scuole di danza.C’è sicuramente altro a cui pensare, siamo ancora immersi dal dolore e dalle incertezze causate da questa pandemia ma si parla già di fasi di ripresa di vari settori, e io temo che molte delle scuola di danza presenti in Italia non saranno più in grado di ripartire perché sicuramente sono state dimenticate o considerate non indispensabili, e mi chiedo perché? ...

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Sasha Riva: la passione? Non lasciare mai che si spenga

In un momento così difficile per tutti, noi artisti dobbiamo tenere la nostra passione sotto controllo ma di sicuro non lasciare mai che si spenga… No, perché una volta che tutto si risolverà saremo ancora più felici di tornare a danzare! Lasciamo che questo periodo smuova in noi delle nuove emozioni e ambizioni, facciamoci ispirare da tutte le piccole cose e di sicuro la passione per la nostra arte non potrà che crescere… aspettando che il sipario si riapra presto di fronte a noi. Sasha Riva Principal Grand Theatre de Geneve www.giornaledelladanza.com

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Jia Ruskaja. Tra storia e mito Omaggio a cinquant’anni dalla morte, di Flavia Pappacena

Jia Ruskaja, Chiaro di luna, cor. J. Ruskaja, Siracusa, 1930 Il 19 aprile 1970 si spegneva Jia Ruskaja, fondatrice e direttrice dell’Accademia Nazionale di Danza. Personaggio complesso, Ruskaja svolse la sua attività nell’arco di cinquant’anni attraversando periodi diversi e anche difficili della storia italiana (dal primo dopoguerra alla seconda guerra mondiale fino al ’68). Il suo fu un percorso lungo, costellato di successi ma anche di sconfitte, ciò nonostante unitario negli obiettivi programmatici. Osservandolo nel suo complesso, vi si riconosce un costante impegno volto al recupero dei valori profondi, antichi, della danza, arte che l’artista considerava non solo nella sua espressione spettacolare, ma anche come strumento mirato all’educazione e all’affinamento della persona nel segno di quell’equilibrio armonico tra mente, corpo, emozione che erano alla base della sua estetica. Uno strumento non riservato a «pochi privilegiati», ma esperienza «accessibile alla massa», come lei stessa scrive nel 1958. Il valore educativo e culturale della danza costituì il perno della sua politica di sviluppo della scuola che avviò nel 1928 e potenziò nell’arco di un ventennio fino a conquistarle, con la riforma dell’istruzione pubblica varata nel secondo dopoguerra (1948), lo status di accademia nazionale. Sin dall’inizio, la scuola ruskajana non si pose in ...

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Vincenzo Spadafora: non lasciare indietro nessuno ed evitare che anche una sola realtà debba chiudere [ESCLUSIVA]

Il Direttore del Giornale della Danza – Sara Zuccari – ha raggiunto telefonicamente oggi, sabato 18 aprile 2020 – il Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, facendo presente la situazione attuale della danza e soprattutto delle scuole di danza sul territorio nazionale, per l’emergenza Covid19. La dichiarazione “Sono consapevole della difficoltà del momento che stanno attraversando i centri danza, le piscine, le palestre, i centri sportivi in generale.  Abbiamo iniziato con il Decreto Cura Italia a dare sostegno a queste realtà e ai lavoratori, ma stiamo studiando misure ben più vaste per tutto il settore nel Decreto ora in corso di stesura e che sarà approvato nei prossimi giorni. L’obiettivo mio e del Governo è non lasciare indietro nessuno ed evitare che anche una sola realtà debba chiudere”. Vincenzo Spadafora Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport www.giornaledelladanza.com

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Alessandro Rende: ogni scuola di danza, dovrebbe essere messa in condizione, con aiuti da parte dello Stato

Ringraziando il Giornale della Danza e il direttore Sara Zuccari per avermi concesso la possibilità di esprimere un mio pensiero sull’attuale situazione, vorrei rivolgere l’attenzione al mondo della danza e più in particolare alle scuole di danza, che sento in piccola parte di rappresentare, vista la mia attività di ballerino, docente e direttore artistico di concorsi e stage.  Personalmente ritengo che questo sia tra i settori della nostra economia (peraltro, in tempi normali, uno dei più attivi), quello che oggi sta ricevendo minore attenzione e ascolto da parte del Governo. Chiuse dai primi giorni dell’emergenza, nella giusta considerazione del pericolo sanitario, queste realtà sono oggi in una condizione di indefinita “attesa”, a fronte di pagamenti tuttora incombenti per le strutture in affitto e di perdite crescenti per la sospensione delle attività. Credo che ogni scuola di danza, grande o piccola che sia, dovrebbe essere messa in condizione, con interventi mirati da parte dello Stato, di poter sopravvivere. Dimenticarle e lasciarle da sole in balia della devastante crisi economica significherebbe abbandonare centinaia di migliaia di giovani che studiano questa disciplina e per i quali essa rappresenta uno strumento di formazione importante dal punto di vista artistico, ma anche umano, culturale e sociale. Non solo. Significherebbe precarietà lavorativa per tantissimi professionisti di un ...

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Hommage a Jerome Robbins, online sul sito web Opéra di Parigi

In questi giorni di quarantena per l’emergenza covid19, come annunciato in altri articoli nei giorni passati, anche l’Opéra di Parigi propone sul suo sito web la visione di alcuni suoi spettacoli delle scorse stagioni. Dal 13 al 19 aprile 2020 per #LOPERACHEZSOI è possibile gustarsi Hommage a Jerome Robbins, un omaggio al grande coreografo statunitense andato in scena nel 2018. Jerome Robbins considerava il Paris Opera Ballet come la sua seconda famiglia dopo il New York City Ballet. Questo spettacolo in suo onore, si compone di quattro titoli, e riunisce opere che testimoniano l’infinita diversità delle sue fonti di ispirazione e il suo genio per il palcoscenico.  Tra l’energia di Glass Pieces , un pezzo di grande formato e la dolcezza interiore di Afternoon of a Faun e A Suite of Dances , emerge questa rara capacità di vibrare i corpi in una comprensione vivente della musica. Con l’ingresso nel repertorio del famoso Fancy Free , un vero ritratto teatrale di un’epoca, Robbins offre un altro aspetto dei suoi talenti. Coreografie: Jerome RobbinsDirezione musicale: Valery OvsyanikovCon: nei ruoli di solisti, Eleonora Abbagnato , Amandine Albisson , Alice Renavand , Sae Eun Park , Stéphane Bullion , Hugo Marchand , Karl Paquette , François Alu , Paul Marque Redazione www.giornaledelladanza.com

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Scuole di Danza chiuse da due mesi. Ci vuole un piano, per non morire

“I centri sportivi e le scuole di danza sono ormai chiusi da due mesi e le entrate su cui si sostiene lo sport, prevalentemente istituzionali, derivanti da quote sociali o di tesseramento e la già nota difficoltà di accesso al credito non consentono di superare facilmente questo drammatico momento, anche nella considerazione del fatto che ci stiamo avvicinando al periodo estivo. I mesi che vanno da marzo a giugno sono notoriamente quelli con maggiore attività sportiva”, fanno sapere dalla Pasbem. Si contano già 100 mila associazioni dilettantistiche sparse sul territorio nazionale che lamentano una forte crisi provocata dal fatto che 12 milioni di tesserati non praticano più attività sportiva come prima dell’esplosione della pandemia.  Una perdita significativa per il settore, soprattutto se consideriamo che nel 2019, le prenotazioni di corsi e lezioni per i mesi di febbraio e marzo hanno pesato sul totale dell’anno per il 15 per cento. Cosi un milione di persone, quasi tutti precari, sono rimasti da un giorno all’altro senza reddito. Più nel dettaglio, il covid-19 e le misure restrittive per fronteggiare la crisi sanitaria hanno avuto un forte impatto negativo sull’industria dello Sport&Wellness, scuole di danza, un mercato che rappresenta il 5,3% dell’economia globale e che vale in Italia circa ...

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È in uscita il documentario “Sergei”. Sergei Polunin in un film di Shailendra Singh

È in uscita il documentario Sergei, cioè Serghei Polunin, un film di Shailendra Singh, regista e imprenditore indiano, grande amico del danzatore ucraino. Le musiche saranno di Bharamji. Continua dunque il percorso cinematografico di Polunin, che ha già fatto parte dei cast dello Schiaccianoci e i quattro regni di Disney (2018), regia di Lasse Hallström e Joe Johnston (dove appare anche Misty Copeland); di Nureyev – The white crow (2018), regia di Ralph Fiennes; di Red Sparrow (2018), diretto da Francis Lawrence; di Assassinio sull’Orient Express (2017), regia di Kenneth Branagh; di Dancer (2016), il documentario sulla sua vita curato da Steven Cantor. Inoltre, Polunin ha interpretato il giovane Rudolf Nureyev nel documentario della BBC Rudolf Nureyev: From Russia With Love (2007). La sua fama sugli schermi è esplosa nel 2014 grazie al video di David LaChapelle, in una coreografia dell’amico Jade Hale-Christofi, su Take Me to Church di Hozier. Redazione www.giornaledelladanza.com

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Quando riapriranno i Teatri Italiani?

l ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini, in un’intervista a La Stampa ha dichiarato che per quanto riguarda il mondo della cultura, dopo le prime misure, che hanno visto la riapertura di librerie, cartolerie e negozi di abbigliamento per bambini, ora si sta valutando come ampliare le riaperture nel decreto di aprile, pensando anche ad altri settori come musei, editoria, eventi e mostre. Per quanto riguarda cinema, teatro e concerti “stiamo ragionando su come conciliare sicurezza e riapertura“. Attori, registi, ballerini, orchestrali, scenografi, parrucchieri, sarti, truccatori e service audio/video: sono tra «gli invisibili» che rischiano di diventare «inesistenti», e che da anni lavorano, in silenzio, nei teatri italiani di prosa e lirica. Ora, a causa della pandemia del Coronavirus che ha sospeso gli spettacoli teatrali, la situazione potrebbe diventare drammatica. Impossibile immaginare, almeno per ora, una riapertura. E niente, forse, potrà tornare come prima. E anche se le misure dovessero attenuarsi o essere persino cancellate, non è detto che il quadro cambierebbe di molto. «Ma voi pensate che qualcuno abbia voglia di rinchiudersi in un teatro, al chiuso, con 1000 persone? Nessuno dice, per esempio, che nei teatri di lirica l’età media è di 60-65 anni. Voi pensate che gli anziani, la categoria più ...

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