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La sala danza azzera tutto: intervista a Rezart Stafa

Rezart Stafa nasce in Albania. Dal 1993 al 1998 studia a Tirana presso L’Accademia di Balletto di Tirana. Nel 1998 vince una borsa di studio dell’Unesco presso la Scuola di Balletto Cosi-Stefanescu. Nel 2003 si diploma e diventa parte integrante della “Compagnia Balletto Classico Cosi-Stefanescu” partecipando a tutto il repertorio e alle nuove creazioni della Compagnia ricoprendo ruoli da Solista e da Primo ballerino in “Don Chisciotte” (Basil), “Coppelia” (Franz), “Romeo e Giulietta” (Romeo), “Patetica” (L’Amore), “Omaggio a Ciaikovski”, “Concerto” (L’Artista), “Schiaccianoci” (pas de deux), “Risveglio di Flora” (pas de deux), “Corsaro” (pas de deux), “Sylvia” (adagio), “Danza Napoletana”, “Raymonda”, “Incontro”, “Radici” (L’Artista), “Ground Zero – Nuovo Giardino” (Il Figlio), “Alba di Pace” e “Armonia”, “Variazioni sul Tema Amore”, “Nostalgia”, “Le Nozze”, “Anafura” (Il Cristo), “In Attesa del Nuovo Tempo”, “Ave Maria” (a solo), “Doina” (a solo), “Riflessione” (a solo), “Come due Colombe”, “Sagra della Primavera” (Il Fuoco), “La Moldava” (Il Fuoco), “Dialogo con l’Infinito” (La Guerra). Ha ballato altrove in “La Fille Mal Gardée” (Colas), “Bayadera” (Solor), “Corsaro” (Il Corsaro) sia in Italia che all’estero (Repubblica Ceca, Romania, Germania, Turchia, Marocco, Tunisia, Stati Uniti, Russia, Libano). Nel 2002 ha partecipato al Concorso Internazionale di Balletto a Jackson negli Stati ...

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Millenni di storia si fondono e danzano in “Material Men Redux”

Millenni di storia si fondono e danzano in “Material Men Redux”

  Può davvero la ricerca di contaminazione della danza condurre alla fusione di due stili performativi che si discostano millenni l’uno dall’altro? Ebbene sì: ne è la conferma lo spettacolo Material Men Redux prodotto da Shobana Jeyasingh Dance, in scena all’interno del cartellone di Ravenna Festival 2017 al Teatro Alighieri del capoluogo romagnolo il 10 giugno alle ore 21. Ideato, coreografato e diretto nella regia dall’omonima fondatrice della compagnia, lo spettacolo è stato originariamente commissionato nel 2015 dal Southbank Centre di Londra e viene presentato sul palcoscenico ravennate in prima nazionale. Protagonisti assoluti della scena sono due danzatori di ingente fama internazionale, provenienti da excursus formativi ed esperienziali totalmente differenti: l’uno, Shailesh Bahoran, è un danzatore di hip hop che si contraddistingue in palcoscenico per le doti virtuosistiche, originali e assai espressive; l’altro, Sooraj Subramaniam, affonda, invece, le radici della sua preparazione coreutica negli studi di danza Bharatanatyam e Odissi, nate in India millenni or sono e diffusesi fino in Europa al giorno d’oggi. L’arte bipolare di Sororaj Subramaniam e Shailesh Bahoran – l’uno solista virtuoso di Bharatanatyam, l’altro stupefacente danzatore di hip hop – si mette alla prova nei Material Men coordinati da Shobana Jeyasingh. Di origine indiana ma ...

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Paure, forza e fragilità dell’atto performativo con “Aurora” di Alessandro Sciarroni

Il 25 giugno 2017, all’interno di Biennale Danza 2017, il Teatro alle Tese di Venezia ospita Aurora, ideazione e regia di Alessandro Sciarroni, musiche originali e soundscape di Pablo Esbert Lilienfeld. Sciarroni è un artista italiano con alle spalle anni di formazione nel campo delle arti visive e di ricerca teatrale. I suoi lavori trovano calorosa accoglienza sia in festival di danza e teatro contemporanei, musei e gallerie d’arte, sia in spazi pubblici non convenzionali, e prevedono il coinvolgimento di professionisti provenienti da discipline diverse, come circo e sport. Aurora si inserisce in questa ampia e variegata concezione artistica, oltrepassando le tradizionali definizioni di genere e mixa la danza con il gioco del Goalball (disciplina sportiva rivolta a non vedenti e ipovedenti), per creare un’opera che palesi e renda note ossessioni, paure, forza e fragilità dell’atto performativo, spingendo i performer fino al limite della loro resistenza fisica, creando una relazione empatica tra spettatori e interpreti. ORARI & INFO 25 giugno 2017, ore 17.00 Teatro alle Tese – Navata 2 Calle Larga Rosa, 77 30122 Venezia Tel. +39 041 5218828 E-mail: promozione@labiennale.org Stefania Napoli www.giornaledelladanza.com

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“Rosso improvviso”: la Compagnia Bolero danza i prestigi di un artista

A Roma, al Teatro Sala Uno, va in scena lo spettacolo Rosso Improvviso: la pièce racconta la storia di Otto Mars, un mago, un fantasista che crea illusioni e prestigi. Ma chi è Otto Mars? Un mago, un fantasista che crea illusioni, un artista che crea prestigi. “Il teatro – pensa – è una grande magia: fa vivere sulla scena una finzione che, come i miei trucchi, sembra realtà.” Ormai relegato in locali di periferia, si gioca l’ultima carta e orchestra uno spettacolo sui generis, che rilanci la sua arte magica e il suo prestigio. Pesca nell’immaginazione, nei sensi, mescola illusioni e sensazioni, rispolvera incantesimi. Da dove partire? Da un gruppo di spettatori: li ammalia, li ipnotizza, fino a farli rivivere vite passate. Come faccia a scavare profondamente nel loro animo, risvegliando sentimenti e sensazioni spesso sopite, resta un mistero. Ma la magia diventa arte quando crea un’emozione. E Otto punta tutto sul Rosso. Perché attraversa l’occhio, il cuore e la mente di tutti: dei poveri e dei ricchi, dei colti e degli incolti, degli ultimi e dei primi. È simbolo dell’immaginario collettivo universale che attraversa il tempo, la storia, le razze e le culture. Qual sarà il fil rouge, ...

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Ricerca gestuale e visione antropologica del corpo: “Col corpo capisco#1” di Adriana Borriello

Il 9, 10 e 11 giugno 2017, il Teatro Tor Bella Monaca di Roma ospita la Compagnia Adriana Borriello con Col corpo capisco #1, coreografia di Borriello, su musica di Roberto Paci Dalò, interpreti Borriello, Donatella Morrone e Ilenia Romano, produzione Atacama con il contributo di MiBACT, co‐produzione Orizzonti Festival, Giardini Pensili e Spazio Aereo Venezia. Nata ad Avellino e diplomata all’Accademia Nazionale di danza a Roma, al Liceo coreutico sperimentale e al Mudra di Maurice Béjart, Borriello partecipa alla fondazione del gruppo belga Rosas di Anne Teresa de Keersmaeker. Poco più che ventenne, crea in Francia la propria compagnia manifestando le caratteristiche del suo linguaggio coreografico, una danza limpida, pura nella struttura gestuale e musicale, e allo stesso tempo diretta e di forte impatto teatrale. Negli anni l’artista ha concentrato il suo lavoro sulla relazione tra suono e movimento, intesi come strumenti di ricerca gestuale e su una visione antropologica del corpo, coniugando con successo concetti apparentemente antitetici, come originalità e ordinarietà, individualità e coralità. E’ sulla base di questa visione artistica che prende vita Col Corpo Capisco#1, opera intensa e toccante, la cui essenza è proprio la comunicazione tra corpo e corpo attraverso movimento, musica e danza, al fine ...

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SCAMPIA DANZA

PROSPETTIVE01 – “In-spiration”: il racconto di un’emozione

“Prospettive01” è una rubrica rivolta ad artisti e contesti che rappresentano un mondo di talenti in continua evoluzione. Ideata e curata da Lorena Coppola, la rubrica si propone di raccogliere una serie di interviste e di articoli mirati a dar voce e spazio a tutte le fasce creative del mondo coreutico che costituiscono giovani realtà in via di sviluppo ed espansione, progetti innovativi, o realtà già consolidate, di spiccato talento, meritevoli di attenzione. Un luogo di rivelazione e di incontro di nuove prospettive. Il 27 settembre 2017 il Teatro Greco di Roma, nell’ambito della rassegna “Che danza vuoi?”, ospiterà In-spiration, il nuovo lavoro coreografico di Antonio Barone. In-spiration  è il racconto di un’emozione, un percorso di un’alterazione mentale e sentimentale che fin da sempre, spinge l’uomo e l’universo alla creazione di un’opera, di un incontro, di un amore e molto spesso di un’intera vita. L’uomo ha bisogno di salvezza ma soprattutto di perdono, allora si guarda altrove, oltre il confine del conoscibile e inarrestabilmente si attende un segnale che proviene forse da un altro universo; da un altro mondo a noi ignoto; dal cielo; un messaggio divino. Come un impulso irrazionale e quasi soprannaturale, ci coglie di sorpresa e ci ...

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Il mito di Joséphine Baker in mostra a Roma

Centodieci anni fa nasceva Joséphine Baker, una delle stelle dello spettacolo, della danza e della canzone nel Novecento. Ma non solo, la Baker fu anche una donna straordinaria avendo adottato una dozzina di bambini, dando così  al mondo intero un esempio mirabile del suo essere madre. L’Accademia Nazionale di Danza e Museo Parigino a Roma rendono omaggio alla cantante e danzatrice afroamericana naturalizzata francese divenuta subito una grande vedette internazionale oltre che esponente di spicco nella lotta contro il razzismo. Dopo i suoi successi americani, giunta in Europa con la Revue Nègre al Teatro degli Champs-Elysées, conquistò una Parigi in delirio per la sua bellezza accentuata dai costumi succinti con cui calcò le scene parigine. Celebre il suo gonnellino di banane. Una lunga carriera, l’ammirazione del pubblico mondiale, un’arte esuberante, celebri canzoni ne hanno fatto un mito e come tale indimenticabile. La mostra ripercorre alcune delle tappe dei suoi successi da quel teatro iniziale, alle Folies Bergère, al Bobino. Manifesti, foto, spartiti, dischi oggetti e quant’altro: insomma, un affresco affascinante, riassunto in oltre una trentina di pannelli (70×100) zeppi di immagini d’epoca. ORARI & INFO Fino all’11 giugno Orario: 9.00 – 19.00 dal lunedì al sabato Largo Arrigo VII, 5 ...

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GD Web TV: Miami City Ballet – Why We Dance

“Ballet is so hard. It’s hard on your body, and it’s hard on your mind… we’re constantly pushing ourselves”: sono queste le parole dei danzatori della compagnia statunitense Miami City Ballet rispondendo alla domanda “perché danzate?” La danza è una disciplina, richiede impegno e dedizione. E anche per questo è bellissima. www.giornaledelladanza.com

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“Les Mémoires d’un signeur” di Olivier Dubois al 28° Ravenna Festival

“Les Mémoires d’un signeur” di Olivier Dubois al 28° Ravenna Festival

  Nella fervente attività estiva della XXVIII edizione del Ravenna Festival piomba in una location tanto suggestiva quanto non convenzionale per l’apparato performativo, il Palazzo Mauro de Andrè del capoluogo romagnolo, lo spettacolo Les Mémoires d’un signeur, firmato dal genio creativo di Olivier Dubois e prodotto da Le Ballet du Nord – Centre Chorégraphique National Roubaix Hauts-de-France, in scena il prossimo 8 giugno alle ore 21:30. In coproduzione con Productiehuis Rotterdam-Rotterdamse Schouwburg e sostenuto da convention Institut Français & Métropole Européenne de Lille, Institut Français del Libano e Pro Helvetia, lo spettacolo vede, oltre alla partitura coreutica, la divulgazione di estratti bibliografici di Caligola di Albert Camus (1944), de De morali principis institutione di Vincent de Beauvais (1263), nonché di un testo scritto dallo stesso Dubois. Non un provocatore, piuttosto un esploratore ardito della zona oscura dell’umano: è Olivier Dubois, che con le sue pièces estreme è entrato nella hit dei 25 migliori coreografi del mondo. Il geniale ex allievo di Jan Fabre riesce con azioni essenziali a distillare emozioni profonde, a produrre sciabolate sulla scena come gli squarci su tela di Fontana. Vedi Les mémoires d’un seigneur, pronte a scuotere il pubblico con paesaggi umani, formati da uno stuolo ...

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“Danza chi, come e perché?” – La Posta di Anna Maria Prina

Gentile Signora Prina, quando osserva un danzatore ballare, oltre alla pulizia dei movimenti, cosa non dovrebbe mai mancare per Lei durante una performance? (Andrea da Caserta) Caro Andrea, un danzatore professionista per essere definito tale dovrebbe avere allure (portamento-aire, come dicevano Carlo Blasis e Cecchetti), personalità, eleganza, espressività, sicurezza e carisma. In realtà è difficile trovare tutte queste doti in un solo ballerino, quindi mi accontenterei di trovarne almeno due per distinguerlo dal mero esecutore di passi. Per quanto riguarda la tecnica, la pulizia dei movimenti è per me fondamentale, ma non deve essere fine a se stessa, bensì un mezzo per poter diventare interpreti superiori. Quanto detto vale senz’altro per la danza classica, ma anche la contemporanea spesso ne tiene conto. Secondo il mio parere, al giorno d’oggi si tende a puntare troppo sulla fisicità dell’esecuzione, ovvero sulla tecnica forte e strabiliante (quella che io chiamo acrobazia da circo), senza curare lo stile e l’eleganza dei movimenti. Ma sono proprio questi ultimi a non dover mai mancare in una performance da professionista. Cari saluti. Cara Signora Prina, sarei curioso di domandarle con quale teatro, oltre alla Scala di Milano, ha un rapporto speciale? (Flavio da Trieste) Devo dire che ...

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