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Rubriche

La danza mantiene giovani nello spirito e nella mente

C’è un istante, quando si comincia a danzare, in cui il mondo smette di avere contorni rigidi. Le preoccupazioni si assottigliano, i pensieri si sciolgono, e il corpo prende la parola con una spontaneità che spesso dimentichiamo di possedere. La danza non è soltanto un’arte: è una soglia. Un passaggio attraverso cui si rientra in contatto con una parte di sé che non invecchia mai. Ogni gesto danzato è un ritorno alla memoria più antica: quella del movimento libero. Non esiste età che possa cancellare il piacere di sentire le proprie braccia aprirsi nello spazio o i piedi seguire un ritmo familiare. Nella danza non si cerca la performance perfetta, ma l’ascolto: del battito, del respiro, dell’energia che scorre. È questo ascolto a restituire giovinezza allo spirito. Chi danza, anche solo per pochi minuti al giorno, si riconosce più leggero, più presente, più capace di vivere il momento senza restare intrappolato tra ieri e domani. La danza esercita la mente in modi che spesso sfuggono a chi la osserva dall’esterno. Coordinare i movimenti, interpretare la musica, improvvisare soluzioni, memorizzare sequenze: tutto questo è un allenamento mentale che stimola l’attenzione, la concentrazione e la flessibilità cognitiva. È come se il cervello, ...

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Red Giselle: storia del capolavoro di Boris Eifman

Nel silenzio di un teatro immerso nel buio, una donna danza. I suoi gesti sono spezzati, frenetici, attraversati da memorie che non le appartengono più. Non c’è applauso, non c’è pubblico. Solo una voce interiore che insiste, che urla, che la spinge a continuare. Questo è Red Giselle, il capolavoro di Boris Eifman, una creazione che non racconta semplicemente una storia, ma la frantuma e la ricompone in un corpo che cede, si ribella, resiste. Una ballerina, due destini Red Giselle non è un balletto tradizionale. Non ha una trama lineare, né una sola protagonista. È, piuttosto, un corpo doppio: quello di Olga Spessivtseva – leggendaria étoile russa della prima metà del Novecento – e quello di Giselle, l’eroina romantica per eccellenza. Due destini fusi in uno: una donna che fu acclamata nei teatri imperiali, poi fuggitiva, fragile, inghiottita dalla follia. Ma Eifman non si limita a raccontare una biografia. Usa la danza come linguaggio psichico. Ogni gesto è una ferita, ogni sollevamento un tentativo di volo, ogni caduta un ritorno violento a terra, alla realtà, alla gabbia che imprigiona il corpo e la mente. La scena si apre con un’accademia di danza, fredda e rigida come una caserma. I ...

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Lo Schiaccianoci al Teatro Mariinsky – Natale 2025

Il Natale al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo è un’esperienza unica, e tra le proposte più attese vi è senza dubbio Lo Schiaccianoci. Per la stagione natalizia 2025, il teatro conferma la sua tradizione offrendo una serie di rappresentazioni della celebre versione coreografica di Vasily Vainonen, una delle più iconiche del repertorio classico. Questa produzione, amata da generazioni di spettatori, unisce il fascino della fiaba originale alla perfezione tecnica dei danzatori della compagnia Mariinsky, creando un’atmosfera magica che trasporta il pubblico nel cuore dello spirito natalizio. Lo spettacolo principale sarà in scena dal 2 dicembre 2025 al 13 gennaio 2026 con la compagnia principale del Mariinsky. Alcune recite prevedono la partecipazione degli studenti dell’Accademia Vaganova, che portano sul palco un’energia fresca e sorprendente, contribuendo a rendere ogni rappresentazione unica. La versione di Vainonen che il Mariinsky porta in scena è rinomata per la sua eleganza narrativa e la cura dei dettagli coreografici. Ogni gesto dei ballerini è studiato per raccontare la storia di Clara, dello Schiaccianoci e del Regno dei Dolci in maniera chiara e suggestiva. Gli scenari e i costumi, caratterizzati da colori vivaci e da elementi fiabeschi, creano un universo magico dove realtà e immaginazione si intrecciano, trasportando ...

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Le sorelle Battaggi: il rigore che ha fatto scuola

Teresa e Placida Battaggi non furono solo insegnanti di danza. Furono due custodi di un sapere antico, due colonne portanti della tradizione coreutica italiana, capaci di trasmettere non solo movimenti, ma un’etica, una visione e un rispetto profondo per l’arte. Per oltre vent’anni, hanno formato intere generazioni di ballerini, dando vita a uno dei periodi più fertili della Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. La storia delle Battaggi inizia tra i palchetti austeri e solenni della Scala di Milano, dove Teresa, la maggiore, si formò all’inizio del Novecento. Studiò con maestri di primissimo livello, tra cui il celebre Raffaele Grassi. Era un’epoca in cui la danza era ancora un’arte di pochi, lontana dai riflettori mediatici, ma coltivata con un’intensità quasi sacrale. Placida, sorella minore, seguirà lo stesso cammino, con uno spirito più riservato ma ugualmente determinato. Negli anni ’30, le due sorelle iniziarono un percorso comune che le porterà a dirigere la Scuola dell’Opera di Roma dal 1937 al 1957. Sotto la loro guida, la scuola non era solo un luogo di apprendimento tecnico, ma un vero e proprio laboratorio di formazione artistica e personale. Il rigore era assoluto, la disciplina ferrea, ma mai priva di umanità. Si ...

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Leggende e miti delle danze popolari

La danza non è mai stata soltanto un movimento del corpo: per secoli, in ogni angolo del mondo, ha raccontato storie, trasmesso tradizioni e custodito leggende. Dietro i passi e i giri delle danze popolari spesso si nascondono miti affascinanti, che spiegano origini misteriose o celebrano eventi eroici della memoria collettiva. Prendiamo ad esempio la tarantella italiana. Secondo la leggenda, chi veniva morso dalla tarantola doveva danzare senza sosta fino a esorcizzare il veleno. Oggi la tarantella è simbolo di gioia e festa, ma il mito ricorda come la danza fosse vista come terapia e rito di liberazione. In Irlanda, il ceili – danza di gruppo tradizionale – nasce da antiche riunioni contadine, dove la musica e i movimenti scandivano momenti di socialità e protezione dai mali. Si narra che in tempi difficili, la danza fosse capace di “mettere in fuga” spiriti maligni, trasformando la paura in comunità e leggerezza. E che dire del flamenco spagnolo? Dietro ogni battito di mano e ogni passo di zoccoli, secondo la tradizione gitana, si cela la storia di popoli in fuga e di passioni proibite, un modo per raccontare sofferenza e resistenza senza parole. Queste leggende ci ricordano che la danza non è ...

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La danza porta ordine nel caos e bellezza nella fatica

La danza classica accademica è spesso associata alla grazia, ma al di sotto del velo estetico si cela una struttura mentale ferrea, scolpita da disciplina, ascolto e silenziosa determinazione. Non è solo arte del movimento: è una forma di pensiero incarnato. Il danzatore sviluppa una mente architettonica, allenata a cercare ordine nel caos, bellezza nella fatica. La ripetizione non è noia, ma linguaggio: ogni passo ripetuto plasma un pensiero che passa per i muscoli, si riflette nello sguardo, si fissa nella postura. Si impara a pensare senza parole, con i gesti. Questa formae mentis non tollera scorciatoie. Forma individui capaci di autocorreggersi, resistere, perfezionarsi senza mai sentirsi arrivati. Il corpo diventa diario, il dolore un maestro discreto, lo specchio un confine da superare. Pensare da danzatori significa vivere con rigore e con poesia. Significa portare nel mondo un senso del limite che non opprime, ma eleva. La danza classica non allena solo il corpo: educa l’essere. E questo resta, anche quando il sipario si chiude. Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com ©️ Riproduzione riservata

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La danza rende più forti e migliora la vita

La danza è un territorio in cui il corpo incontra la sua voce più autentica. Chi la guarda vede eleganza; chi la vive scopre, passo dopo passo, un’energia che non si spegne quando la musica finisce. Perché danzare non significa solo muoversi: significa costruire forza, equilibrio e lucidità che accompagnano ogni aspetto della vita quotidiana. Ogni gesto, anche il più semplice, richiede presenza: il piede che affonda nel pavimento, il respiro che guida l’equilibrio, lo sguardo che decide la direzione. Da questa attenzione nasce una forza che non è solo muscolare. È la forza di chi impara a conoscere il proprio corpo con sincerità, a rispettarlo, a portarlo oltre ciò che credeva possibile. Col tempo, questa forza interiore diventa un modo nuovo di stare nel mondo: più radicati, più stabili, più capaci di affrontare le difficoltà senza lasciarsi travolgere. Quando si balla, la musica smuove ciò che la mente spesso chiude in silenzio. La gioia, la tensione, la fatica, il desiderio: tutto trova una forma, una traiettoria, un respiro. È un processo liberatorio, quasi terapeutico. La danza diventa una pausa luminosa nelle giornate pesanti, un modo per svuotare ciò che pesa e riempirsi di leggerezza, anche solo per un’ora. È ...

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L’incanto degli atti bianchi nel balletto accademico

Nel mondo della danza classica, pochi momenti riescono a evocare un senso di incanto e mistero quanto gli atti bianchi. Queste sezioni del balletto, in cui i danzatori si vestono di bianco e si muovono in un’atmosfera rarefatta, rappresentano un’esperienza unica di sospensione e trasfigurazione, capace di incantare chiunque si trovi a osservarle. L’atto bianco è caratterizzato da un’estetica dominata dal colore bianco, che si traduce in costumi leggeri e vaporosi, spesso tutù lunghi, capaci di trasformare i danzatori in creature quasi evanescenti. Questo momento coreografico viene solitamente collocato nel cuore del balletto, spesso nel secondo atto, e si distingue per la sua atmosfera fiabesca e quasi irreale. Questa scelta stilistica non è casuale: il bianco, simbolo di purezza e spiritualità, suggerisce un passaggio dal mondo tangibile ad uno spazio onirico, popolato da spiriti, fate o presenze ultraterrene. L’atto bianco nasce con il Romanticismo, un’epoca in cui la danza si fa veicolo di emozioni profonde e di mondi fantastici. Il balletto Giselle è l’esempio più celebre: nel suo secondo atto, le Wilis – fantasmi di giovani donne tradite – appaiono vestite di bianco, creando un’atmosfera di mistero e malinconia. Da allora, questo momento si è trasformato in una tradizione iconica: ...

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Guida pratica alla tecnica maschile nel balletto classico

La tecnica maschile nel balletto classico accademico si costruisce quotidianamente attraverso esercizi mirati alla forza, alla coordinazione e alla precisione. Il lavoro alla sbarra per i danzatori maschi serve a sviluppare stabilità, allineamento e potenza esplosiva. Alcuni esercizi fondamentali includono: Pliés e relevés profondi: rinforzano cosce, polpacci e muscoli del core, migliorando l’equilibrio e la preparazione ai salti. Battement tendu e frappé: sviluppano precisione delle gambe, rapidità e coordinazione. Rond de jambe e fondu: migliorano l’estensione, la flessibilità dell’anca e la capacità di controllare i movimenti al centro. L’attenzione deve essere costante sul centro di gravità, sulle spalle rilassate e sulla linea delle gambe, evitando tensioni inutili. Il lavoro al centro introduce movimenti più complessi e dinamici: Pirouettes multiple: le serie di giri, in posizione chiusa o aperta, allenano equilibrio, controllo del torso e coordinazione braccia-gambe. Le varianti includono giri su una gamba sola (attitude o arabesque) e giri con slancio in aria. Petits allegro: salti rapidi e leggeri, come changement o assemblé, sviluppano tempismo e agilità. Grand allegro: grandi salti e grand jeté rafforzano l’esplosività e la capacità di controllo in aria, elementi fondamentali del repertorio maschile. Le batterie, sequenze di battements veloci e ritmati, richiedono allenamento specifico per ...

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Isadora Duncan: la rivoluzionaria della danza moderna

Isadora Duncan è stata una delle figure più influenti e rivoluzionarie nella storia della danza del XX secolo. Nata il 26 maggio 1877 a San Francisco, California, Duncan ha sfidato le convenzioni del balletto classico e ha creato un nuovo linguaggio di movimento che ha aperto la strada alla danza moderna. Isadora Duncan si ribellò contro le rigide regole del balletto classico, cercando una maggiore libertà e naturalezza nei movimenti, creando la nascita di un inedito stile. Ispirata dalla Grecia antica e dalla natura, ideò una propria metodologia che enfatizzava la spontaneità, l’espressività e la connessione con la musica. I suoi movimenti fluidi e ondulati, spesso eseguiti a piedi nudi e con abiti fluenti, rappresentavano una rottura radicale con la tradizione del balletto accademico. Duncan si esibì in tutta Europa e negli Stati Uniti, ricevendo grande attenzione e ammirazione per la sua innovativa interpretazione della danza. Le performance erano spesso accompagnate da musica di compositori come Chopin, Gluck e Beethoven. La danza per Isadora non era solo un’esibizione tecnica, ma un’espressione profonda di emozioni e pensieri. Duncan viaggiò in tutta Europa, danzando in teatri prestigiosi e ricevendo critiche positive. La sua enfasi sulla libertà di movimento e sull’espressione personale ha ...

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