Nel panorama del balletto contemporaneo, pochi spettacoli hanno avuto l’impatto culturale e la forza innovativa del Swan Lake di Matthew Bourne, presentato per la prima volta nel 1995. Pur ispirandosi al classico di Pyotr Ilyich Tchaikovsky del 1877, l’opera di Bourne stravolge codici, ruoli e aspettative, segnando un punto di rottura fondamentale nella storia del balletto moderno. Matthew Bourne, all’epoca già noto per la sua capacità di reinterpretare i grandi classici con sensibilità teatrale e un tocco cinematografico, sceglie di ribaltare un elemento simbolico fondamentale: i cigni, tradizionalmente danzati da ballerine donne, diventano cigni uomini. Questo cambiamento non è solo estetico, ma porta con sé una nuova carica emotiva, sessuale e psicologica, che mette in discussione la rigidità dei ruoli di genere nel balletto classico. Il risultato è una potente tensione narrativa tra vulnerabilità e aggressività, solitudine e desiderio. Negli anni ’90, il balletto britannico era in una fase di consolidamento, diviso tra tradizione e sperimentazione. Bourne, con il suo approccio teatrale, si inserisce in una corrente innovativa che sfida le convenzioni del Royal Ballet e delle compagnie classiche. Lo spettacolo non nasce in una grande casa di produzione, ma nella piccola compagnia Adventures in Motion Pictures (AMP), fondata dallo ...
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