In una classe di danza ci sono generalmente due tipi di persone, i ballerini fortunati che imparano una sequenza immediatamente dopo che è stata spiegata, e quelli che al contrario hanno bisogno di più tempo e più ripetizioni. Nell’essere umano, infatti, sono presenti diverse modalità di apprendimento influenzate da differenti tipologie di memoria.
Apprendimento uditivo. Coloro che apprendono tramite il senso dell’udito conservano meglio le informazioni provenienti dall’esterno quando si concentrano principalmente sulla musica o sui segnali sonori.
Apprendimento visivo. Gli individui che utilizzano la vista per imparare e memorizzare, assimilano meglio le informazioni quando sono presentate sotto forma di immagine, e trovano più facile impararle quando possono vederle piuttosto che ascoltarle.
Apprendimento fisico o cinestetico. Le persone che ne sono dotate imparano più agevolmente utilizzando il corpo e il contatto fisico, elaborando le informazioni attraverso il movimento e il tatto.
I ballerini sono esseri fortunati. Tendono, infatti, a sviluppare e utilizzare tutti e tre i metodi di apprendimento, a cui si aggiungono altre tre modalità secondarie di assimilazione chiamate segnali di base: parole e non parole, ritmo e immagini.
I nomi attribuiti ai vari passi nella danza sono universali e univoci, e possono essere mixati in diverse combinazioni o routine. ‘Chassè’ possiede lo stesso significato per tutti nella danza, il termine che indica il passo arriva immediatamente al cervello del ballerino che lo trasforma in movimento. Inoltre, frasi apparentemente prive di significato, come ‘bah-de-da’ e altre, inventate e utilizzate dall’insegnante o dal coreografo, aiutano a imprimere la coreografia nella memoria del danzatore. Medesimo discorso vale per i conteggi e per il famoso e amato ‘5,6,7,8’.
Il ritmo è l’incarnazione del movimento, è uno degli elementi costitutivi sia della musica che della danza e permette al ballerino di acquisire maggiore comprensione di movimenti specifici e dunque maggiore libertà espressiva nell’esecuzione. I gesti danzati diventano sensazioni memorizzate e rendono una routine o una coreografia una seconda pelle per il danzatore. Il ritmo quindi aiuta a ballare in armonia con lo stile di un brano, a memorizzare la coreografia e a coordinarci con il partner o i compagni.
I segnali di base collegati alle immagini visive sono strettamente connessi all’apprendimento visivo. La maggior parte di ciò che un ballerino impara avviene, infatti, guardando il maestro o compagni, replicando i passi per supportare la visione creativa.
Ecco alcuni suggerimenti utili a potenziare i neuroni deputati alla memorizzazione nella danza.
Scrivere. Quando si impara una nuova combinazione, scriverla aiuterà a fissare nella memoria i passi che potranno essere riletti e ristudiati in caso di bisogno.
Registrare. Registrare la lezione o la coreografia, previo permesso dell’insegnante, permette di poter guardare i video e imprimerli meglio nella memoria.
Posizione nella sala. Il ballerino tende a scegliere sempre la medesima postazione durante le lezioni. Cambiare posto invece risveglia differenti stimoli visivi e sensoriali che contribuiscono alla completa memorizzazione della coreografia o dell’esercizio.
Lentezza. Ripassare le coreografie o sequenze con calma e tranquillità aumenta la consapevolezza del movimento, migliora e accelera la memoria muscolare e la capacità mentale.
Pratica. Un proverbio inglese afferma che ‘La pratica rende perfetti’, o quasi. Subito dopo aver imparato una coreografia, è necessario esercitarsi spesso, anche senza specchio, preferibilmente insieme ai compagni. Dal confronto, infatti, emergono preziosi suggerimenti e scambi che arricchiscono l’abilità mnemonica.
Stefania Napoli
Fotografia: Matthew Murphy
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