Come tutte le arti, la danza è espressione intima del nostro essere, della nostra creatività, un mezzo di comunicazione che ci permette di raggiungere gli altri e di raccontarsi attraverso il movimento. Pur puntando al raggiungimento dell’eccellenza fisica e gestuale, la danza ci insegna anche a riconoscere e accettare i nostri limiti, basandosi su un presupposto fondamentale: il corpo ideale non esiste, come non esiste la perfezione.
La disabilità è una condizione invalidante che implica la riduzione dell’autonomia e della capacità d’interazione con l’ambiente del soggetto che ne è affetto. Fortunatamente, negli ultimi quaranta anni il mondo della disabilità ha vissuto trasformazioni che hanno generato un notevole progresso quanto a servizi, integrazione e gestione dei pregiudizi. Tale evoluzione ha condotto all’inserimento sociale dei portatori di handicap, consentendo loro di migliorare una condizione di vita svantaggiata rispetto al resto della società cui appartengono.
La danza è stata orgogliosamente parte integrante di questo processo di trasformazione, ha svolto un ruolo essenziale non soltanto nel miglioramento dello standard di vita dei soggetti disabili, ma anche nell’aiutare tutti gli altri a scoprire affinità e modi di esprimersi comuni, seppur nella diversità.
Danceability nasce negli Stati Uniti agli inizi degli anni ’90, grazie alla volontà e alla perseveranza di Alito Alessi, danzatore, coreografo e direttore della Joint Forces Dance Company di Eugene, in Oregon. Utilizzando i principi del Contact Improvisation, pratica di danza basata su improvvisazione e contatto fisico, Danceability mette in contatto l’individuo con il proprio corpo, permettendo a persone con differenti abilità fisiche di incontrarsi e danzare insieme.
Danceability dunque si rivolge a tutti, ballerini con o senza disabilità, non è una terapia, bensì un’espressione artistica e creativa che sfrutta l’introspezione del movimento e l’ascolto del proprio corpo al fine di raggiungerne consapevolezza e conoscenza.
Le tecniche di Danceability, infatti, aiutano a migliorare la percezione di sé, l’orientamento spaziale e la coordinazione motoria, e permettono di esprimere e manifestare positivamente i propri vissuti emotivi spesso drammatici, superando paure e migliorando l’autostima.
In generale, attraverso la danza, il corpo diventa protagonista e il soggetto impara a esprimersi e ad accettarsi nonostante le naturali limitazioni. Il danzatore si spinge oltre gli stereotipi, ampliando i propri orizzonti grazie all’incontro di differenti abilità, fonte inesauribile di stimoli, opportunità, ricerca e arricchimento del percorso artistico.
Stefania Napoli
Fotografia: Margarida Mateus
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