E’ il dibattito del secolo: la danza può essere considerata una disciplina sportiva oppure si annovera esclusivamente tra le arti?
Albert Einstein affermava che i ballerini sono gli atleti di Dio, eppure numerosi danzatori ed esperti del settore si sono espressi proponendo pareri contrastanti sulla questione. C’è chi sostiene categoricamente che la danza non sia assimilabile allo sport perché, esattamente come la pittura o la musica, rappresenta una forma d’arte. Altri invece sostengono che la danza rientri appieno tra le discipline sportive, in quanto ne ricalca il modello basato sull’allenamento e sul potenziamento fisico.
Vediamo quali canoni avvicinano la danza allo sport e per quali motivi invece se ne discosta.
Come le varie discipline sportive, danzare richiede una rigorosa preparazione tecnica e fisica e una notevole resistenza, i ballerini devono sostenere prove spossanti e uno spettacolo che spesso dura almeno quanto una partita di calcio. Quindi, anche nella danza la forza è la chiave vincente nelle performance e va adeguatamente stimolata. Il danzatore ha bisogno di anni di studio per migliorarsi, processo che richiede determinazione, passione, dedizione, sacrificio e disciplina e, come l’atleta, è soggetto a lesioni e infortuni, quindi deve allenarsi in modo tale da ridurre al minimo il rischio di incidenti.
Nonostante queste evidenti similitudini con lo sport, la danza si distingue da esso per diverse ragioni. Innanzitutto, il danzatore non può e non deve far trapelare la sua fatica, al contrario deve rendere tutto semplice per il pubblico che assiste all’esibizione senza percepire lo sforzo che avviene sul palcoscenico.
Contrariamente a quanto accade in altri sport, il danzatore si confronta con stili eterogenei, spesso è costretto a cambiare tipologia di lavoro muscolare, il che richiede la conoscenza di più tecniche e una vivacità mentale necessaria per comprenderle e padroneggiarle.
La danza è competitiva come gli sport, ma la rivalità riguarda più se stessi che gli altri, a eccezione dei concorsi o delle audizioni, e implica il mantenimento dei traguardi raggiunti. Tutto ciò rende la competizione perfino più impegnativa, perché mette alla prova la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, e la voglia e il bisogno di superarsi, impulsi naturali nel danzatore.
Infine, sebbene sia lo sport che l’arte rientrino nel campo dell’intrattenimento, gli atleti professionisti mirano a vincere le loro partite e gli avversari, i ballerini invece raccontano storie, evocano emozioni, aprono menti e ispirano coloro che li guardano.
In conclusione, la danza può forse essere considerata uno sport per alcuni punti che si sfiorano tra essi, senza tuttavia perdere il suo status di disciplina artistica basata sull’espressività, sull’estetica e sulla bellezza, ma soprattutto perché è l’unica tra le arti a richiedere un allenamento intensivo completo su corpo, cervello e creatività.
Stefania Napoli
Fotografia: Tiffany Matson
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