Ferragosto, con il suo carico di sole, vacanze e convivialità, rappresenta uno dei momenti più vivaci del calendario italiano.
Tra falò in spiaggia, sagre paesane e fuochi d’artificio, un elemento che attraversa l’Italia da nord a sud è la danza popolare.
Le danze di Ferragosto sono un prezioso tesoro di identità, memoria e partecipazione collettiva.
La danza tradizionale durante Ferragosto, emerge come un potente rito sociale: ballare insieme non è solo divertimento, ma un modo per rinsaldare legami, tramandare storie e sentirsi parte di una comunità.
In molte zone d’Italia, le piazze si trasformano in palcoscenici dove giovani, anziani e bambini si lasciano coinvolgere da ritmi antichi, a volte accompagnati da strumenti tradizionali come tamburelli, organetti, zampogne o fisarmoniche.
Ogni regione custodisce la sua danza agostana. Nelle valli alpine del Piemonte o del Trentino, si possono vedere danze in cerchio, spesso di origine medievale, oppure scendendo verso il centro Italia, troviamo il saltarello abruzzese o marchigiano, che durante Ferragosto anima le vivaci feste paesane.
Al Sud, la danza si fa rito: in Puglia, la pizzica racconta di amore, corteggiamento e liberazione. In Calabria e Sicilia, la tarantella si fa protagonista delle appassionate notti ferragostane.
I nonni insegnano i passi ai nipoti, i figli coinvolgono i genitori, e le famiglie intere si muovono in armonia ed in perfetta sintonia.
In ogni passo, c’è un pezzo di storia locale; in ogni giro di danza, una comunità che si rinnova. La danza popolare continua a parlare con il linguaggio più semplice e più autentico: quello del corpo in festa.
Michele Olivieri
Foto di Ferdinando De Sarro
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