I Latini dicevano: “Homo Homini Lupus” e questa è la verità rilevata…
Era il 1998 quando ho iniziato l’avventura di scrivere di danza e lo feci per quello che è stato il primo esempio di giornalismo on line in Italia: Speciale Danza di TgCom di Mediaset, passando poi per Telepiù, il mensile Danza&Danza, Sky Tg24, il settimanale “A” di Maria Latella, in ultimo il giornaledelladanza.com e tante conferenze e direzioni artistiche di eventi decennali.
Ho sempre cercato di svolgere la mia missione di giornalista al meglio, secondo l’etica che richiede questa professione, con rigore, serietà, amore per la danza e rispetto per la danza di ieri, poiché senza la danza di ieri non si può costruire quella di oggi e quella di domani.
In questi anni ho lavorato con grande passione e dedizione mettendomi al servizio della danza e dei danzatori, senza mai scavalcare nessuno, senza mai ostacolare nessuno, senza mai usurpare niente a nessuno e sono sempre andata avanti con lo studio continuo, con la curiosità del sapere, con le mie forze e con tutte le competenze che richiede chi intraprende la strada di cultore della danza.
Credo che certe colonne importanti e significative della danza non vadano mai messe in discussione ma, al contrario, onorate, rispettate, prese ad esempio e omaggiate per il ruolo istituzionale che ricoprono.
Qualche mese fa, in aprile, una mattina che ero nel mio ufficio, ricevetti una telefonata dalla segreteria del sindaco di Positano in cui mi si annunciava, seguita poi da una lettera ufficiale con protocollo dello stesso Comune, la nomina di Direttore Artistico del Premio Positano per l’Arte della Danza 2011. Lo stupore fu molto e non nascondo la felicità ma, dall’altra parte, percepivo una strana sensazione, sensazione che mi spinse qualche giorno dopo a comunicare le mie dimissioni da questo incarico. Quella sensazione derivava da un motivo molto preciso: quello di non sentire mia questa manifestazione dal momento in cui il Premio aveva ed ha da quarant’anni il suo legittimo “Padrone di casa”, ossia il Maestro Alberto Testa, che conosco personalmente ed al quale sono legata da un rapporto di stima decennale. Infatti presi subito il telefono e gli comunicai quanto accaduto, comunicandogli la mia volontà di mantenere il suo ruolo di direttore artistico e assicurandogli che avrebbe avuto il mio aiuto e tutto il mio supporto, ovviamente gesto che il professore apprezzò molto. Questo per tanti motivi non mi fu possibile e per me al momento si chiudeva questa vicenda.
A luglio di questo stesso anno ricevetti un’altra telefonata, dall’organizzazione del Premio, seguita sempre da una lettera ufficiale, in cui veniva richiesta la mia presenza al Premio in qualità di “Consulente Artistico”, ne fui molto lusingata, poiché la manifestazione vanta nella storia grandi nomi della danza ed ha un grande prestigio in tutto il mondo.
Iniziai da consulente così il mio lavoro e concretizzai l’idea di realizzare il Premio materiale con dei bozzetti gentilmente concessi a me dal Maestro Franco Zeffirelli, sicuramente un prestigio e un valore aggiunto all’evento.
Qualche giorno dopo, entrando più nel vivo dell’organizzazione, venni a conoscenza, per caso, che il Prof. Alberto Testa non era stato coinvolto in nessun modo e in nessun ruolo nell’edizione 2011 del premio da lui stesso ideato e curato per quarant’anni. Questo mi addolorò molto, poiché la mia etica di persona e di professionista mi richiamava all’ordine di rispetto di certi canoni civili di educazione e di gratitudine e, fu così che, nel giro di poche ore, pur con infinito rammarico, consegnavo le dimissioni anche dal ruolo di consulente artistico prendendone le distanze.
Con tutto il rispetto, non me la sono sentita di appoggiare una manifestazione che escludeva il Maestro Alberto Testa, il fondatore e l’anima di questo Premio da 40 anni, colui il quale lo ha istituito ed ha contribuito a renderlo l’evento internazionale che è oggi. Estromettere il Maestro Testa è una scelta che eticamente, in tutta coscienza, non mi sono sentita di abbracciare.
E questo è il motivo che mi ha portato a scrivere questo editoriale in qualità del ruolo che ricopro di direttore di una testata giornalistica specialistica, www.giornaledelladanza.com . Mi sono sentita in dovere di delucidare i miei lettori e tutto il pubblico della danza circa questa vicenda, con la speranza che certi episodi incresciosi non si ripetano mai più: la danza è la più leggiadra e raffinata delle arti e come tale deve essere trattata ed alimentata.
Sara Zuccari
Direttore del www.giornaledelladanza.com