Si apre la settimana dedicata alla danza di Forti in Scena, il festival che prende forma sulle montagne del Veneto, nei luoghi in cui il primo conflitto mondiale ebbe alcuni degli scenari più cruenti. La Grande Guerra causò oltre sedici milioni di morti: alle vittime militari, vanno aggiunte le vittime civili, dovute non solo agli effetti diretti delle operazioni di guerra, ma anche alla carestia e alle malattie da essa causate.
“Le nostre montagne – spiega Dino Secco, assessore al turismo della Provincia di Vicenza – rappresentano un museo all’aperto della Grande Guerra, grazie alle tante testimonianze che qui sono conservate. Non solo memorie materiali, pezzi di vita e di morte dei soldati, ma anche atmosfere che ancora si respirano, silenzi che ancora commuovono.”
Quest’anno, in occasione della settima edizione, i forti, le trincee e i camminamenti, diventano scenario per spettacoli che porteranno alla luce il respiro del tempo e della memoria per non dimenticarne la tragedia e il nostro passato, per avere un monito acceso sulla coscienza in un rituale collettivo di ri-conoscenza.
La danza sarà protagonista con Naturalis Labor, la compagnia vicentina fondata da Luciano Padovani e Francesca Mosele legata ad un continuativo lavoro di ricerca sulla danza contemporanea, sul tango e sui nuovi linguaggi dell’arte. Due gli appuntamenti: giovedì 5 agosto, “Echi di Guerra”, spettacolo itinerante, presso il Forte Gazzera a Mestre e sabato 7 agosto, la prima nazionale di “Amori e guerre” al Forte Interrotto di Asiago.
L’iniziativa è appoggiata dalla Regione Veneto e dalle Province di Vicenza, Belluno, Treviso e Venezia, oltre alle amministrazioni dei comuni che ospitano gli spettacoli.
Info: www.fortinscena.it
Maura Dessì