Find the latest bookmaker offers available across all uk gambling sites www.bets.zone Read the reviews and compare sites to quickly discover the perfect account for you.

Danza Classica: un atto di bellezza e cura verso sé stessi

C’è una bellezza silenziosa nella danza classica, che non vive solo sul palcoscenico ma si costruisce, giorno dopo giorno, in sala. Non è fatta di applausi né di riflettori, ma di attenzione, disciplina e amore per ogni dettaglio. È una forma d’arte, sì, ma anche un modo profondo e personale di prendersi cura di sé. Quando si entra in sala danza, si lascia fuori il rumore del mondo. Il tempo si dilata, il respiro si fa più lento, il corpo diventa presenza. Ogni movimento – anche il più semplice – è un atto di consapevolezza: una scelta di esserci, di ascoltarsi, di ricercare armonia tra mente e corpo. A differenza di ciò che molti pensano, la danza classica non è solo rigore. È anche gentilezza: verso i propri limiti, verso il corpo che cambia, verso gli errori che insegnano. Si impara a migliorare senza giudicarsi, a cadere senza punirsi, a riprovare con pazienza. Ogni lezione diventa così una forma di dialogo interiore, in cui la disciplina non è una costrizione, ma una cura quotidiana. In un’epoca in cui il corpo è spesso oggetto di confronto o controllo, la danza classica ci invita a riconoscerlo come casa. Un luogo da ascoltare, ...

Read More »

Il TAM Ballet inaugura la prima stagione di danza del Teatro Arcimboldi con “La Fille Mal Gardée”

A partire dal 19 ottobre 2025, il Teatro Arcimboldi di Milano entrerà ufficialmente nel panorama nazionale delle istituzioni coreutiche con l’inaugurazione della sua prima stagione di balletto. Un debutto significativo, non solo per la scelta di proporre un classico senza tempo come La Fille Mal Gardée, coreografia di Marat Gaziev ripresa da Egor Scepaciov, ma anche per la fondazione della compagnia stabile TAM Ballet, diretta da Caterina Calvino Prina e nata dalla visione artistica di Gianmario Longoni. La proposta artistica si presenta come un’operazione strategica e culturale a lungo termine: dare una casa stabile alla danza classica nel più grande teatro milanese per capienza, con una programmazione di alto profilo, radicata nella tradizione ma aperta all’innovazione e alla contaminazione. Considerato il balletto più antico ancora in repertorio nelle compagnie internazionali (debuttò a Bordeaux nel 1789), La Fille Mal Gardée è un’opera che  si è evoluta nel tempo attraverso innumerevoli rivisitazioni coreografiche e musicali. La versione proposta dal TAM Ballet, con musiche di Peter Ludwig Hertel, eseguite dall’Orchestra Filarmonica Italiana diretta dal M° Marco Dallara, punta su un equilibrio tra comicità di situazione e raffinatezza tecnica, valorizzando l’accessibilità narrativa e la brillantezza teatrale dell’opera. La storia – l’amore tra Lise e Colas ...

Read More »

L’étoile Giuseppe Picone “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Giselle e Romeo e Giulietta. Il balletto contemporaneo prediletto? La Petite Mort di Jiří Kylián. Il Teatro del cuore? Sono quattro: Teatro di San Carlo, Arena di Verona, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro dell’Opera di Vienna. Un romanzo da trasformare in balletto? L’amica geniale di Elena Ferrante. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Ghost di Jerry Zucker. Il costume di scena indossato che hai preferito? I costumi del Principe Desirée nel balletto La Bella Addormentata. Quale colore associ alla danza? Il verde perché rappresenta la vita, la crescita e la speranza di vivere il proprio sogno artistico. Che profumo ha la danza? Di pura passione. La musica più bella scritta per balletto? Il Lago dei Cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Il film di danza irrinunciabile? Due vite, una svolta di Herbert Ross. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Rudolf Nureyev e Carla Fracci. Il tuo “passo di danza” preferito? Grand Jeté. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Nessuno. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? George Balanchine. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Ti amo! ...

Read More »

Répétiteur: il custode della memoria coreutica

In ogni grande spettacolo di danza, tra le luci di scena e gli applausi, si cela una presenza invisibile ma determinante. Non sale sul palco, non indossa tutù né scarpe da punta, eppure la sua impronta è in ogni gesto, in ogni pausa carica di significato, in ogni respiro condiviso sul palcoscenico. È il ripetitore, custode di un sapere che non si legge nei libri, ma si trasmette con il corpo, la voce e la pazienza. Il ripetitore è, per molti versi, un traduttore del tempo. Traduce la visione del coreografo in linguaggio vivo, plasmato sul corpo dei danzatori di oggi. Il suo compito va oltre l’insegnamento tecnico: egli ricostruisce atmosfere, intenzioni, silenzi, tensioni emotive. Dove il coreografo ha lasciato un’impronta, il répétiteur la rianima, passo dopo passo. Non si limita a correggere posizioni sbagliate o a contare i tempi musicali: scava nella memoria del balletto per riportare alla luce ciò che rischia di sbiadire — un accento, uno sguardo, un’ombra che attraversa la scena. Questa figura professionale non si improvvisa: spesso si tratta di ex ballerini che hanno vissuto in prima persona le opere che ora trasmettono. Alcuni hanno lavorato a stretto contatto con i coreografi originali. Altri sono ...

Read More »

Royal Ballet 25/26: un palcoscenico in trasformazione

A Covent Garden il sipario si alza su una stagione che più che un cartellone, somiglia a una dichiarazione d’intenti. Per il Royal Ballet di Londra, l’annata 2025/2026 è un laboratorio scenico dove si sperimenta il futuro del balletto, si rilegge il passato e si mette alla prova la tenuta di un’istituzione culturale che non può più permettersi di restare ferma. Guidata con visione da Kevin O’Hare, la compagnia si muove in equilibrio su una linea sottile: innovare senza snaturare. E quest’anno, quel filo teso sembra farsi più audace. Il cuore pulsante della stagione è senza dubbio rappresentato dalle nuove commissioni. Tra queste spicca Alchemies, il nuovo progetto firmato Wayne McGregor, che porta in scena un linguaggio coreografico al confine tra biotecnologia e corpo emotivo. La scena diventa un laboratorio di trasformazione alchemica: danza come mutazione. Ma non è il solo. A riscrivere i codici della narrazione coreutica torna Cathy Marston, con un lavoro ispirato al Concerto per violino di Britten, dove la musica guida non la storia, ma l’evocazione. A completare il trittico del programma Perspectives ci sono due firme americane: George Balanchine, presenza-icona con Serenade, e Justin Peck, enfant prodige della coreografia contemporanea con Everywhere We Go, un’opera ...

Read More »

La Direttrice Artistica Amanda Bennett “allo specchio”

Balletto classico preferito? Tra i balletti classici tradizionali: La Bella Addormentata. Inoltre, le opere di Balanchine, come Serenade, Concerto Barocco, Duo Concertant e molte altre. Balletto contemporaneo preferito? Le opere di William Forsythe. Mi è piaciuto anche Grand Finale di Hofesh Shechter. Il teatro del cuore? I miei teatri preferiti sono il Koch Theater al Lincoln Center di New York (ex State Theater), il palcoscenico della Semper Oper di Dresda è fantastico e ho un debole e bellissimi ricordi del palcoscenico del Theater Basel. Un romanzo da trasformare in un balletto? Non sono una coreografa, ma forse Via col vento di Margaret Mitchell. Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? Di nuovo, forse Via col vento, prodotto da David O. Selznik e diretto da Victor Fleming. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? Il mio secondo costume da La fille mal gardée di Heinz Spoerli e il mio costume “russo” dal terzo atto del Lago dei cigni di Spoerli. Quale colore associ alla danza? Bianco, soprattutto la luce bianca, poiché comprende tutti i colori dello spettro visibile. Che odore ha la danza? Come la somma di tutte le emozioni e l’intelletto umano. La musica più bella scritta per ...

Read More »

A Santarcangelo la coreografa Núria Guiu Sagarra

Una serata speciale al Lavatoio per inaugurare la ripartenza delle attività autunnali di Santarcangelo dei Teatri: martedì 14 ottobre alle ore 20:30, alla presenza del Sindaco Filippo Sacchetti, un incontro di presentazione delle azioni e dei percorsi che abiteranno lo spazio teatrale tra ottobre e dicembre. A seguire, la prova aperta di Núria Guiu Sagarra: danzatrice e coreografa con base a Barcellona, in questi giorni a Santarcangelo all’interno di un percorso di scambio di residenze artistiche realizzato con Graner, centre de creació de dansa i arts vives. Tra le presenze già confermate a Santarcangelo in questo primo trimestre di stagione: Camila Forteza da Montreal, Mathilda Aaltonen da Helsinki (in collaborazione con Reality Research Centre), Gaetano Palermo tra le azioni del network Anticorpi e la palestinese Marah Haj Hussein – oltre alla consueta ripartenza dei laboratori dedicati a ragazze e ragazzi del territorio, non-scuola del Teatro delle Albe e Let’s Revolution! curato da Teatro Patalò. Dopo un breve saluto istituzionale, la serata del 14 ottobre prosegue con la prova aperta della seconda artista in residenza al Lavatoio, Núria Guiu Sagarra da Barcellona. Il suo POV è un progetto di ricerca incentrato sulla prospettiva — ovvero, il punto di vista da cui ...

Read More »

La rigorosa e nobile disciplina della danza classica

Dietro la leggerezza di un arabesque e la grazia di un fouetté, la danza classica cela un sistema di disciplina ferreo, quasi ascetico. Nulla in questo universo è lasciato al caso: ogni movimento, ogni gesto, ogni respiro nasce da anni di studio, ripetizione e controllo assoluto del corpo. Sin da piccoli, gli allievi delle accademie più prestigiose — come la Vaganova, l’Opéra o la Scala — imparano che la libertà si conquista attraverso la regola. Le giornate iniziano con ore alla sbarra, dove il corpo viene scolpito con una precisione chirurgica. La postura, la rotazione delle anche, l’equilibrio: tutto deve essere perfetto. Ma non si tratta solo di forma. La disciplina diventa una mentalità, un modo di stare nel mondo. Il dolore è parte del percorso. Le punte feriscono, i muscoli cedono, ma la resilienza del danzatore è silenziosa. Nessun lamento, solo lavoro. E l’insegnante, figura severa ma fondamentale, osserva ogni progresso con occhio critico: guida e specchio, esempio e confine. In questo ambiente, la disciplina non è una gabbia, ma una chiave: permette al danzatore di trasformare la tecnica in espressione, la fatica in leggerezza. È un linguaggio che si impara con il corpo, ma che cambia anche la ...

Read More »

Il Direttore Jean-Sébastien Colau “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Il lago dei Cigni. Il balletto contemporaneo prediletto? Shoot the moon di Sol León & Paul Lightfoot. Il Teatro del cuore? Opéra di Parigi. Un romanzo da trasformare in balletto? Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Farinelli – Voce regina di Gérard Corbiau. Il costume di scena indossato che hai preferito? Il mantello del secondo atto di Albrecht in Giselle. Quale colore associ alla danza? Bianco. Che profumo ha la danza? Giglio. La musica più bella scritta per balletto? Il lago dei cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Il film di danza irrinunciabile? Il sole a mezzanotte (White Nights) di Taylor Hackford con Michail Baryšnikov. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Rudolf Nureyev e Ghislaine Thesmar. Il tuo “passo di danza” preferito? Giri alla seconda. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio di balletto classico? Nessuno perché il loro destino è quasi sempre tragico. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? George Balanchine. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Di non perdere mai la passione. Tre parole per descrivere la disciplina della ...

Read More »

La nuova produzione del coreografo Jan Martens al Festival Aperto

Il Festival Aperto 2025 presenta, domenica 12 ottobre alle ore 16.00 al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia, la prima italiana di The dog days are over 2.0, nuova produzione del coreografo belga Jan Martens, attivo sulla scena coreografica internazionale dal 2010. A undici anni di distanza, Martens/GRIP ricrea questo spettacolo di successo con un nuovo cast di 8 interpreti, che nel 2014 segnò la svolta assoluta per la sua carriera da coreografo. Il fotografo americano Philippe Halsman disse: Quando chiedi a una persona di saltare, la sua attenzione è rivolta principalmente all’atto del salto e la maschera cade lasciando apparire la persona reale. Jan Martens ha preso questa affermazione come punto di partenza per il suo spettacolo. Nella produzione del 2014, tema principale sul quale poneva l’attenzione era il salto, come movimento della performance. In questa nuova versione, gli otto danzatori si cimenteranno in una coreografia complessa, incessante, ripetitiva ed estenuante, sempre alla ricerca della perfezione, finché piccole imperfezioni non interrompono il ritmo che li porterà a sbagliare, rivelando la cruda umanità del singolo ballerino. La stanchezza diventa un’esperienza condivisa, mettendo in discussione il confine tra arte e intrattenimento. Jan Martens con questo suo lavoro ha mutato il punto di ...

Read More »

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. E maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi