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Torna a Milano dopo 30 anni la compagnia svedese Cullberg

Sabato 11 e domenica 12 ottobre torna a Milano dopo 30 anni la compagnia svedese Cullberg che sarà a MILANoLTRE in prima nazionale con EXPOSURE di Alexandra Bachzetsis, coreografa e artista visiva attiva a Zurigo, che del corpo femminile rappresenta l’esposizione, esaminando le strategie coreografiche del corpo e il modo in cui la cultura fornisce materiale di partenza per i nostri gesti, le nostre espressioni e la mercificazione della fantasia. Uno studio affettivo sul nudo, che affronta la rappresentazione stereotipata del corpo nella cultura pop, nella moda, nell’arte e nei media. Lo spettacolo è anticipato dall’appuntamento nel corridoio della sala Fassbinder alle 20.00 con un’introduzione a cura di Francesca Alfano Miglietti sulla rappresentazione dei corpi nella storia dell’arte (CORPI SPECIALI). Sala Shakespeare ore 20.30 CULLBERG EXPOSURE ideazione e coreografia Alexandra Bachzetsis con 9 danzatori e danzatrici Cullberg musiche originali Alban Schelbert scenografia Ivan Wahren, Alexandra Bachzetsis disegno luci e video Ivan Wahren costumi Laurent Hermann Progin ricerca e assistenza costumi Ulla Ludwig drammaturgia e supporto all’ideazione Dorota Sajewska consulenza progetto e coreografica Stephen Thompson direzione prove João Dinis Pinho, Agnieszka Sjökvist Dlugoszewska stunt coach e intimacy coordinator Nilla Hansson creato in collaborazione con Anand Bolder, Eszter Czédulás, Anna Fitoussi, Katie ...

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Il primo ballerino James Wilkie “allo specchio”

Il balletto classico preferito? La Sylphide/Giselle. Il balletto contemporaneo prediletto? Tryst di Christopher Wheeldon. Il Teatro del cuore? The Royal Opera House. Un romanzo da trasformare in balletto? La scelta di Sophie (titolo originale Sophie’s Choice) dello scrittore William Styron. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? The Lady – L’amore per la libertà diretto da Luc Besson che narra la storia di Aung San Suu Kyi. Il costume di scena indossato che hai preferito? Diamonds di George Balanchine. Quale colore associ alla danza? Nero. Che profumo ha la danza? Quello delle scarpette. La musica più bella scritta per balletto? Marguerite and Armand di Franz Liszt. Il film di danza irrinunciabile? Scarpette rosse di Michael Powell e Emeric Pressburger. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Gli uomini sono solo partner. Le donne sono le star dello spettacolo, tutti sono uguali e apprezzati. Il tuo “passo di danza” preferito? Temps de cuise. Petit allegro. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Chiunque si sia innamorato. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Sir Frederick William e Sir Kenneth MacMillan. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, ...

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FIND 43: a Cagliari i “Fili invisibili” della Nuova Danza

Ritorna il FIND 43 – Festival Internazionale Nuova Danza, fondato da Paola Leoni, e lo fa con un’edizione intitolata Fili invisibili che promette di essere un potente spazio di incontro, resistenza e poesia del movimento. Dall’11 ottobre al 29 novembre, Cagliari e Selargius diventano il palcoscenico di una danza contemporanea che parla lingue universali, riflettendo sulle sfide più urgenti del nostro tempo: la ricerca di radici e identità, la libertà e la forza delle donne, la fragilità e la potenza del corpo, il dialogo tra presenza e assenza, caduta e rinascita. Il festival non è solo una rassegna di spettacoli, ma una vera e propria mappa emotiva, un viaggio tra vuoti e incontri, crolli e trasformazioni, isolamento e risveglio. Come afferma la direttrice artistica Cristiana Camba «abitare il nostro corpo insieme significa percepire quei fili invisibili, lasciarsi attraversare e riconoscere che nessuno è davvero solo, e che ogni movimento condiviso è dono intimo e necessario». Gli appuntamenti avranno il loro palcoscenico per Cagliari a Sa Manifattura, al Teatro Massimo, al Teatro Carmen Melis e al Terrapieno; per Selargius alla Sala delle Arti Musicali e al Teatro Si’ e’ Boi. Il FIND 43 porta in scena nomi di rilievo internazionale e ...

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La danza è un linguaggio universale che unisce

La danza non è solo arte, ma un atto profondamente civile. In ogni angolo del mondo, il movimento del corpo racconta storie, identità, memorie condivise. È linguaggio senza parole, capace di unire ciò che la società spesso divide: culture, generazioni, esperienze. Nella danza si costruisce comunità. Che sia su un palco, in una scuola o in strada, danzare insieme significa riconoscersi, ascoltarsi, coesistere. Dai rituali tribali africani alle danze popolari europee, fino alle forme più contemporanee di espressione urbana, la danza custodisce la memoria storica e l’identità di un popolo. In un tempo frammentato e digitale, la danza ci riporta al corpo e alla relazione autentica. È educazione alla sensibilità, all’empatia, alla bellezza. La danza ha anche un importante valore sociale. Negli ultimi decenni si sono moltiplicate esperienze che usano la danza come pratica educativa, terapeutica o di integrazione. Progetti di danza inclusiva coinvolgono persone con disabilità, anziani e giovani in situazioni di marginalità. In un mondo che cambia, danzare insieme può diventare un atto rivoluzionario: un modo per riconoscersi, per ascoltarsi e, forse, per ritrovarsi più umani. Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com ©️ Riproduzione riservata

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Festival Aperto: torna la Hofesh Shechter Company

Una simbiosi di hip-hop, danza popolare e vibrazioni da discoteca… Poetico e gioioso, questo Theatre of Dreams sorprende dall’inizio alla fine, e soprattutto è pieno di emozioni ed energia! Rinvigorente” L’Essentiart Al Festival Aperto 2025, venerdì 10 ottobre alle ore 20.30 e sabato 11 ottobre alle ore 18.00 il Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia, accoglie Theatre of Dreams, spettacolo poetico e gioioso della Hofesh Shechter Company. Theatre of Dreams, attraverso il linguaggio della danza, indaga il mondo della fantasia, dei sogni e del subconscio, rivelando paure, speranze, desideri ed emozioni. Gli interpreti danno vita sul palco all’interazione tra poesia e realtà, accompagnati dalla musica e dalla composizione cinematografica tipica del coreografo, che ritorna a Reggio Emilia, città che lo ha accolto diverse volte, sia con la sua prima compagnia, sia con la Shechter 2, che riunisce giovanissimi e talentuosi danzatori internazionali. «La magia del teatro e della danza – spiega il coreografo – è proprio quella di permetterci di essere più in sintonia con gli altri. In questo spettacolo tentiamo di far cadere le definizioni in modo che le comunità possano mescolarsi. (…) Lo spettacolo dal vivo ci trasporta nel mondo dell’immaginazione, dove possiamo sognare, volteggiare e lasciarci alle ...

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Il danseur étoile Jean-Guillaume Bart “allo specchio”

Balletto classico preferito? Il Lago dei Cigni. Balletto contemporaneo preferito? La Sagra della Primavera di Bausch, Bella Figura di Kylian. Il Teatro del cuore? Palais Garnier, Opéra di Parigi. Un romanzo da trasformare in un balletto? Lettera da una sconosciuta di Zweig. Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? L’Aurore (Murnau), Viale del Tramonto (Billy Wilder). Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? I costumi di Espada in Don Chisciotte (Georgiadis). Quale colore associ alla danza? Tutti. Che odore ha la danza? Sudore! La musica più bella scritta per il balletto? Il Lago dei Cigni. Il film di danza imperdibile? Don Chisciotte (Noureev Aldous). Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Anthony Dowell e Noella Pontois. Il tuo “passo di danza” preferito? Giri in doppio assemblé. Atteggiamento renversé. Déroulés (chaînés). Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Des Grieux (Manon). Chi è stato il genio per eccellenza dell’arte coreografica? Jerome Robbins. Ripensandoci, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Grazie per aver dato un senso alla mia vita. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Introspezione, Sensazioni, Trascendenza. Come ti vedi oggi allo ...

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Leeds – Transform 25 Festival: la danza come specchio del presente

Dal 21 al 25 ottobre 2025, Leeds accoglierà Transform 25, festival consolidato nella scena internazionale per la sua capacità di proporre performance audaci e di respiro globale. Quest’anno, la danza diventa fulcro del programma, con artisti provenienti da Australia, Sudafrica, Regno Unito, Filippine e Sri Lanka, ciascuno impegnato a mettere in scena interrogativi urgenti, storie intime e visioni collettive. Il percorso si apre il 21 ottobre 2025 con Amrita Hepi e il suo assolo Rinse (stage@leeds, University of Leeds), dove l’autobiografia si intreccia con riflessioni su colonialismo, femminismo e cultura pop, interrogando la possibilità di un nuovo inizio attraverso il corpo. Nello stesso giorno, al Stanley & Audrey Burton Theatre, il sudafricano Tiran Willemse presenta blackmilk, una pièce che esplora identità e stereotipi culturali oscillando tra figure femminili bianche di Hollywood e icone maschili nere dell’hip hop, in un registro fisico fatto di tensione e resistenza. Il 22 e 23 ottobre 2025 vedranno protagonista Dan Daw con EXXY al Leeds Playhouse, un lavoro che mette in luce con ironia e vulnerabilità la sindrome dell’impostore e la complessità dell’autostima in chi vive con disabilità e identità queer. Il 23 ottobre 2035, alla Leeds School of Arts (Beckett University), Akeim Toussaint Buck, ...

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Cornelia Dance Company al Festival D’Autunno di Catanzaro

La nuova produzione di Cornelia Dance Company indaga il tema del cambiamento climatico e debutta in prima nazionale il 10 ottobre al Festival D’Autunno di Catanzaro (Teatro Comunale). Attraverso il corpo i danzatori interpretano gli effetti estremi del calore e del gelo pensando alle grandi estinzioni di massa con l’obiettivo di aprire uno spazio di riflessione sul tema eco-ambientale attraverso atti fisici e poetici. To my skin è un dittico di danza contemporanea che propone due interpretazioni distinte ma complementari di questo tema così urgente nella declinazione delle visioni proposte da Mauro de Candia con Before/After ed Antonio Ruz con Ardor. Before/After di Mauro de Candia è composto da strutture apparentemente statiche, che si rivelano soggette a trasformazioni parzialmente prevedibili. Corpi che fendono come schegge lo spazio che li circonda creando movimento come se la pelle stessa implodesse sotto il peso del gelo. Con questa creazione, Mauro de Candia rompe i confini fragili tra uomo e natura che si incrinano e si dissolvono. In Ardor di Antonio Ruz il corpo cede, lento, sotto il morso del calore. Non si frantuma: si fa magma. Ogni scioglimento è metamorfosi, ogni collasso è anche una forma di difesa. Questa danza incandescente, diretta da ...

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La Pockemon Crew a Venezia con “Hashtag Déclic”

Fa tappa a Venezia la Pockemon Crew, una delle compagnie hip hop tra le più titolate al mondo. L’irrefrenabile energia del gruppo guidato da Riyad Fhgani, nato alla fine degli anni Novanta sul piazzale davanti all’Opera di Lione, presenterà in prima assoluta al Teatro Malibran Hashtag Déclic, inedita coreografia 2025 su musica originale Alice Orpheus, con le luci di Rudy Muet e i video di Angélique Paultes. Lo spettacolo – prodotto da Association Qui fait ça? Kiffer ça! – Cie Pockemon Crew con il sostegno di Mairie de St Vallier – sarà in scena venerdì 10 ottobre 2025 ore 19.00 e sabato 11 ottobre ore 17.00 nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2024-2025 della Fondazione Teatro La Fenice. Con Hashtag Déclic, la Pockemon Crew esplora la bellezza inquieta di un mondo nel quale i nostri corpi si piegano davanti agli schermi, assorbiti dal flusso incessante delle reti sociali, protesi dei tempi moderni diventata non più rimovibile. A partire da questa considerazione, Riyad Fghani ha dato vita a una coreografia del corpo digitale, questo corpo contemporaneo rimodellato dai gesti automatici, le posture fisse e i ritmi dettati dai nostri apparecchi elettronici. Attraverso una danza hip-hop tanto fisica quanto curata nei minimi ...

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La danza non è solo formazione e performance, è sfida e cambiamento

La danza rafforza il legame tra consapevolezza corporea e neuroplasticità. Danzando, la mente impara a ‘sentire’ il corpo in modo nuovo, a percepire tensione muscolare, distribuzione del peso e il rapporto tra movimento e respiro. Questa attenzione interiore o propriocezione  affina la tecnica e favorisce l’autoregolazione emotiva. La danza infatti non è solo formazione e performance, ma è sfida e cambiamento. Mentre esalta e scolpisce l’estetica del gesto, plasma il carattere e il modo di ragionare. Il cervello viene stimolato a interpretare segnali fisici favorendo una consapevolezza profonda di sé. Questo processo di ascolto corporeo permette di sviluppare una connessione più intima tra pensiero e azione, tra intenzione e gesto. Attraverso la ripetizione di sequenze coreografiche e l’esplorazione dei movimenti, la mente impara a riconoscere e distinguere le sensazioni legate all’equilibrio, alla fluidità e all’energia. La pratica costante della danza insegna a riconoscere tensioni, limiti e punti di forza, a gestire meglio le emozioni e a trovare equilibrio interiore. Ogni volta che un ballerino si confronta con qualcosa di nuovo, quindi, ha l’opportunità di evolvere, adattarsi e migliorare. Difficoltà, fatica e successi diventano parte di un percorso di trasformazione. In un mondo in costante e frenetico cambiamento, la danza insegna il ...

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