Inizia a muovere i primi passi nella danza presso la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano sotto la direzione di Frederic Olivieri. Da sempre legata alla danza classica, approda casualmente alla scuola televisiva di Amici di Maria De Filippi dove scopre una nuova se stessa. L’intervista del giornaledelladanza.com a Giulia Pauselli.
Tiriamo le somme della tua esperienza ad “Amici”
Anche se sono molto giovane mi sento di dire che fino ad ora è stata l’esperienza più importante della mia vita. E pensare che non volevo nemmeno partecipare al programma! Per fortuna mi sono ricreduta presto.
Cosa ti ha fatto cambiare idea?
È stato l’aver imparato tantissime cose in poco tempo, ho conosciuto meglio ed imparato ad apprezzare stili di danza completamente diversi dal mondo da cui provenivo. Un’esperienza per certi versi molto dura anche dal punto di vista psicologico, tante tensioni, forte senso di responsabilità, ma in cambio ogni giorno ho avuto modo di conoscere qualcosa di nuovo.
Come sei arrivata ad “Amici”?
Dopo essermi diplomata alla scuola di ballo del Teatro alla Scala ho iniziato a lavorare con il maestro Luciano Cannito. Un giorno mentre stavamo facendo le prove dello spettacolo Cassandra il maestro mi propose di fare un provino per la trasmissione. Inizialmente ero molto restia ma poi, anche per paura di deludere Cannito, con cui stavo lavorando, decisi di andare e dopo aver superato tutte le selezioni mi sono ritrovata al 2 ottobre 2010, quando in diretta televisiva mi hanno comunicato che sarei entrata a far parte del programma.
Ti hanno spesso elogiata per la tua versatilità e per il tuo modo di comunicare ballando. Eri consapevole di queste tue doti?
Tutti i maestri con cui ho lavorato hanno visto in me queste caratteristiche ed hanno lavorato su questo, ballare vuol dire anche interpretare e quindi è giusto curare questo aspetto che nella danza è fondamentale.
Ti sei riscoperta una ballerina di danza moderna
Sì, è vero, ho scoperto che il mondo della danza moderna è forse quello che mi appartiene di più anche se, quando si lavora, è giusto puntare proprio sulle cose in cui ci si riconosce meno ecco perché in trasmissione il confrontarmi che una parte del balletto classico che non mi apparteneva completamente mi è servito a crescere cercando di volta in volta di superare i miei limiti.
Hai legato molto col tuo maestro Garrison
Garrison è stata la prima persona che ha creduto in me fin dai provini. Voleva che cambiassi categoria perché vedeva in me una predisposizione per il suo stile di danza e col tempo è riuscito a cambiarmi completamente. Giorno dopo giorno, lavorando insieme in sala la nostra sintonia lavorativa è cresciuta sempre più. Ma oltre a questo è stato un amico, una persona di famiglia che mi ha fatto ridere, piangere, stare bene, una persona speciale.
E tu che ragazza sei?
Io sono una sorpresa anche per me stessa. Ad esempio non avrei pensato, provenendo da un accademia prettamente classica, di trovarmi così a mio agio con un altro stile di danza e scoprire questo mi ha aiutata anche come persona, dall’essere sempre composta e diligente è venuta fuori anche una Giulia più solare e divertente.
Com’è stata la tua vita alla Scala?
La scuola di ballo della Scala è un’accademia vera e propria, ma posso dire che a livello di rapporti personali sono sempre stata molto fortunata a partire proprio dalla mia insegnante che con me è stata quasi una mamma fino ad arrivare al direttore Frederic Olivieri a cui sono legatissima. Ho vissuto degli anni intensi, difficili ma bellissimi.
È vero che ad Amici hai avuto la fortuna di trovare anche l’amore?
È capitato che sul lavoro ho incontrato Stefano De Martino, una persona con cui ho un rapporto speciale. Essendo all’interno del programma non ho voluto parlare di questa cosa perché ho preferito concentrarmi su quello che dovevo fare e cioè danzare. Voglio essere ricordata per il mio lato artistico e non per quello privato.
Hai vinto un contratto per un anno con la David Parsons Dance Company, contenta?
All’inizio sono stata un po’ titubante ma la mia perplessità nasceva dalla paura di andare da sola così lontano dalla mia famiglia. Lavorare con questa compagnia è una gran fortuna e sono prontissima a partire per questa nuova esperienza.
E dopo questo cosa vedi nel tuo futuro?
La vita è talmente imprevedibile che non riesco ad immaginare a quello che potrebbe venire dopo. Spero di lavorare tanto senza periodi di fermo, e continuare a fare quello che mi viene bene e cioè danzare.
Un sogno nel cassetto?
Il mio è un desiderio troppo particolare. Ho perso mia nonna lo scorso anno e con lei avevo un legame molto profondo. È stata lei a farmi conoscere la danza quando da piccola mi portava a vedere i balletti al Teatro Comunale di Firenze dove lei stessa lavorava. Il mio sogno, seppur irrealizzabile, sarebbe quello di poterla riavere con me.
Alessandro Di Giacomo