Carla Fracci è per tutti la personificazione della danza. È il sogno di tutte le bambine che vogliono studiare danza classica. È una donna caratterizzata da dedizione assoluta alla danza: un mito vivente del balletto. Dietro al mito costruito di Carla, c’è la forza che lo ha creato: lei stessa. Non si è infatti costruita un personaggio, non è dovuta ricorrere a continue revisioni e adeguamenti dell’immagine, come tante persone di successo, perché non è un tipo, è lei. Il suo è un successo che non ha conosciuto periodi di crisi, ma solo una continua crescita. Eppure non è diva tradizionale; ha mantenuto la sua spontaneità e genuinità popolare; anche nella vita quotidiana, fuori dal teatro, ha la stessa eleganza, lo stesso equilibrio, la stessa nobiltà d’animo che solitamente esterna attraverso la danza: è come se fosse sempre “in punta di piedi”.
-
Essere sempre veri in scena
E’ difficile da spiegare. E’ qualcosa che un po’ si ha, un po’ si costruisce con gli anni e con le esperienze con coreografi che creano per te. Molto importante è anche l’insegnante. Però ecco, arrivare a creare in palcoscenico questo non so… E’ fondamentale sentire la musica, ma anche quello che arriva da un gesto, da un semplice sguardo, dal tuo partner. Il gesto sostituisce la parola. C’è sempre un pensiero, niente finisce lì sul passo ma bisogna sempre andare oltre. E ogni ruolo ha una tecnica diversa, uno stile diverso.
-
Esprimersi sempre…
Consiglio ai giovani che hanno intrapreso questo percorso di non tenersi nulla dentro, ma di esternarlo nell’essere generosi verso il pubblico cercando sempre di dare il massimo nell’interpretare il ruolo affidato. Quello che noi dobbiamo far capire è che abbiamo avuto, non solo io, un grande tesoro nel passato, dei grandi personaggi, e ho quasi un dovere di trasferirlo ai giovani perché la tecnica va di pari passo con l’espressività, sempre con un’anima e con un pensiero, non è che una cosa cancelli l’altra.
-
Costanza, impegno e dedizione
La danza è un grande amore, una grande devozione, ma anche una grande disciplina. Tutto questo fa bene ai giovani. Ma il futuro è comunque un punto interrogativo. La nostra professione è un’arte e bisogna lavorare, questo è fondamentale non ci sono bacchette magiche per andare avanti. E quando ci sono i talenti vanno sostenuti. Lo studio è la parte più importante di questo lavoro, uno studio costante, svolto sotto la guida di maestri giusti.
Sara Zuccari
© www.giornaledelladanza.com