Il 7 settembre al Teatro Romano di Benevento, nell’ambito del Festival “Benevento Città Spettacolo”, il Ballett National de Marseille diretto da Frédéric Flamand andrà in scena con il trittico: Tattoo – Somewhere – Sextet.
Fondato nel 1972 da Roland Petit, il Ballet National de Marseille fa parte delle grandi compagnie di fama internazionale. Nel 1992 la nascita dell’École Nationale Supériore de Marseille e la costruzione di un edificio di 6000 m² (nuovi studios), che accolgono sia il balletto che l’École, hanno conferito alla compagnia una vastissima dimensione. La scuola accoglie in media ogni anno 120 giovani allievi e li prepara in nove anni alla danza professionista, mentre la compagnia è formata stabilmente da 35 ballerini. Il Balletto e la scuola iniziano un nuovo corso nel 1998 con la nomina di Marie-Claude Pietragalla a Direttore Generale. Nel 2004 la Direzione Generale del Balletto e dell’École Nationale Supérieure de Danse viene accolta da Frédéric Flamand, nominato dal Ministero della Cultura e della Comunicazione, dalla Città di Marseille e dalla Regione Provence- Alpes-Cote d’Azur. Il Balletto da questo momento muove la propria attività verso una concreta apertura di spirito che va oltre la tradizionale divisione tra danza classica e danza contemporanea. La memoria, ovvero la conferma della vocazione classica, l’apertura, ovvero la presentazione di un largo panorama di danza contemporanea sollecitando nuove creazioni, e l’innovazione, che punta l’attenzione al dialogo tra le differenti tecniche di danza, caratterizzano le creazioni di Flamand. Tre strade dunque, ma che vanno in un’unica direzione, ovvero l’abbattimento delle barriere. La danza, che scende dalla sua torre d’avorio, si integra in un sistema di intrecci che nascono dalla relazione di quest’ultima con le varie discipline artistiche, quali l’architettura, le arti plastiche e le arti visive.
Frédéric Flamand affronta la danza esaltando l’abolizione delle tecniche e favorendo il dialogo tra danza classica e contemporanea. Da 10 anni, lavora intensivamente sui rapporti tra danza ed architettura, collaborando con artisti del calibro di Jean Nouvel, Zaha Hadid, Thom Mayne, Diller+Scofidio, Dominique Perrault.
Il punto di vista pluridisciplinare del suo lavoro lo porta nel 2003 alla testa del primo Festival Internazionale di danza contemporanea della Biennale di Venezia e all’Università d’Architettura di Venezia, per la quale è stato ordinario d’un atelier nella sezione Arte & Design. Dal dicembre del 2004 dirige il Ballet National e l’Ecole Nationale Supérieure de Danse de Marseille, dopo aver diretto per 15 anni Charleroi/ Danses – Centre Chorégraphique de la Communauté française de Belgique. I suoi spettacoli sono programmati sulle grandi scene europee, dagli Stati Uniti, al Giappone all’America del Sud. Unitamente a William Forsythe, Wayne McGregor et Angelin Preljocaj, dirige il programma D.A.N.C.E (Dance Apprentice Network aCross Europe).
TATTOO – Coreografie: Michel Kelemenis, musiche di Christian Zanési
In Tattoo la fluidità dei movimenti s’integra con il rigore della danza classica. Nel corso di tutto il balletto l’utilizzazione delle punte, anche se in chiave contemporanea, diviene un elemento di forza fondamentale.
In una società dai confini sempre più incerti le punta stanno alla danza come la fune sta al funambolo: un’identità radicata. Il ballerino così come il tatuatore accetta di lavorare e reinventare il proprio corpo. Le punte e l’ago sono una metafora: entrambe rappresentano il desiderio irreprensibile di trasformazione. In Tattoo i ballerini e il coreografo generano attrito tra i linguaggi gestuali rischiando una separazione di identità. La trasparenza degli abiti aderenti di Philippe Combeau li maschera e intacca la loro unità. Il coreografo Kelemenis mette in contrasto gli sbilanciamenti e la fluidità del movimento dei ballerini con la tecnica accademica data dal suo simbolo per eccellenza: le punte. In Tattoo il coreografo esplora e rivela come i due linguaggi sottolineano l’altro con il proprio accento.
SOMEWHERE – Coreografie: Julien Lestel, musiche Philip Glass
Somewhere va ancor di più oltre il confine dei movimenti del corpo neoclassico. I corpi si allungano, i gesti si estendono e i movimenti si interconnettono fluidamente, combinando performance tecnica, armonia ed emozione. Somewhere ci porta in quello stato di “sogno cosciente”, tra realtà e immaginazione. È un mondo in cui i ballerini ci offrono una danza piena di poesia e sensualità.
SEXTET – Coreografie: Thierry Malandain rielaborate da Francoise Dubuc, musica Steve Reich
Questa coreografia in cinque momenti si svolge in uno spazio circondato da sbarre evocando uno studio di danza. Un luogo in cui i ballerini diventano attori della propria storia. Li si immagina nella loro vita quotidiana, mentre provano uno spettacolo o mentre si guardano allo specchio come a voler leggere il futuro. Tutto comincia in una sorta di caos, dei gruppi si compongono, si sciolgono per riformarsi più lontano in attesa di un segno che gli permetterà di dare senso allo loro vitalità. Il titolo rinvia alla Creazione ma anche all’incertezza, perché il Sesto momento invita a scegliere ed è per questa ragione che i ballerini lasciano bruscamente la scena per correre a interrogarsi sul futuro.
ORARI & INFO
Martedì 7 settembre, ore 21:00
Teatro Romano di Benevento
Festival Benevento Citta Spettacolo
Tel. 0824 25 962/0824 24 700
info@cittaspettacolo.it
www.cittaspettacolo.it
Lorena Coppola