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Il coreografo portoricano Felipe Polanco racconta tutte le novità sulle danze caraibiche

Felipe

Il maestro Felipe Polanco, attualmente insegnante di danze caraibiche a Parigi, ha iniziato a ballare da professionista nel 1992 nella sua isola, Portorico. Ballerino del corpo di ballo i Los bailadores de Aki, da lui fondato,ha realizzato la coreografia dedicata alla celebrazione dei 35 anni dello storico gruppo musicale El Gran Combo, ballato per i concerti di Cheo Feliciano, Roberto Roena, Elvis Crespo e lavorato con il Re del Mambo Tito Puente. Stimatoda Anibal Vázquez, considerato il più grande ballerino di salsa del secolo, insegna in tutta Europa attraverso congressi di danza e folclore portoricano e si esibisce in spettacoli di salsa a livello internazionale. 

 

Prima di parlare di Salsa iniziamo a conoscerti. Come è nata questa passione per il ballo?

Ho iniziato a ballare all’età di 14 anni andando a diverse feste a Portorico. Ero un dilettante ed ho imparato guardando la gente che balla a Carolina, una città di Portorico situata nella parte nord-orientale dell’isola. Nel 1992 inizio la mia carriera di ballerino e coreografo. I primi passi li ho mossi con il gruppo di ballo Jala Jala Dancers, dove ho avuto la possibilità di fare diverse apparizioni con la più famosa orchestra portoricana. Con il tempo ho creato un mio corpo di ballo che si chiama Felipe Polanco e Ballerini di Aki. La prima performance fu in occasione del 35° anniversario dell’orchestra El Gran Combo di Portorico. Con i Ballerini di Aki abbiamo partecipato al Congresso Mondiale di Salsa del 1997 e da lì si è sviluppata la mia carriera come ballerino professionista.

Facciamo chiarezza sul ballo più diffuso in Europa: la Salsa. Partiamo dalla Francia

C’è un bel movimento di salsa, sia nella capitale francese sia in altre località. Esiste una grande comunità latinoamericana che suscita ammirazione tra la popolazione d’oltralpe. A pensarci bene è molto forte la cultura latina in Francia e non è difficile, infatti, trovare posti dove si può sentire l’atmosfera dell’America Latina.

Hai fatto molte lezioni anche in Italia. Cosa pensi del nostro Paese?

L’Italia è uno dei paesi in cui la salsa ha un livello molto alto. Sono rimasto impressionato dalla capacità degli italiani di imparare a ballare la salsa. Mi reco costantemente in Italia per offrire seminari in varie scuole, per insegnanti e studenti. Nei miei corsi ho messo l’accento sull’ascolto della musica, sugli strumenti e sul linguaggio del corpo. Voglio chiudere questa idea che gli europei, non essendo Caraibi, hanno bisogno di sentire la musica.

In Italia si parla di salsa cubana e portoricana. Cosa puoi dirmi?

É vero che ci sono due stili, due diversi modi di ballare salsa. Si tratta di una questione delicata perché molti hanno voluto creare una polemica su questa differenza. La separazione di una danza e di una musica di due Paesi, Cuba e Portorico, che sono stati fratelli per sempre. D’altra parte, ritengono che parlare di un unico stile portoricano è puramente commerciale. Nella mia isola non tutti balla salsa allo stesso modo, e ci sono molti stili. Si possono trovare persone che preferiscono lo stile del casino o son cubano. Credo che la stessa cosa accade a Cuba per lo stile portoricano.

Il tuo stile é eleganza abbinata ad un ottima tecnica. In cosa consiste?

Il mio stile è un mix di eleganza, gusto e tecnica. Il principio fondamentale è quello di cercare di trasmettere e far sentire la musica prima di ballare, capire la clave e ciò che rappresenta nella musica. Il movimento nasce da un sentimento, non è solo danza, ma sentire quello che si balla.

Sei ambasciatore della salsa nel mondo. Che novità ci sono nel settore?

Mi considero un ambasciatore della salsa e della cultura del mio Paese. Come ho visto nei continui viaggi che faccio c’è una generazione di giovani molto desiderosi di imparare a ballare la salsa e trasmetterla fuori dall’isola.

Cosa cambieresti dell’ambiente salsero nel Vecchio Continente?

Ci sono diverse cose che devono essere cambiate. In primo luogo la salsa deve cominciare ad essere percepita come espressione artistica, non come un fine puramente commerciale. La danza è arte e come tutte le forme artistiche c’è bisogno di sentimento, non la concorrenza tra gli stili o i ballerini. Ognuno esprime la loro arte in modo diverso. E’ anche essenziale che la gente capisca che è una danza sociale, non solo improntata sullo spettacolo. La Salsa è un ballo latino, occorre sentimento per la musica.

Un progetto che ti vedrà impegnato a breve

Ho intenzione di continuare a ballare fino a quando Dio lo permetterà, facendo quello che mi piace. I miei progetti per il futuro sono quelli di continuare ad insegnare, presentare spettacoli e promuovere dvd sulla Salsa.

Concludi con un tuo messaggio

Lo stesso messaggio che cerco di trasmettere ogni giorno ai miei studenti: la salsa si deve prima vivere e sentire e poi ballare. 

 

Massimiliano Raso 

www.giornaledelladanza.com

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