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Il profumo del palcoscenico: intervista a Davide Dato

Davide Dato

Davide Dato è nato nel 1990 a Biella in Piemonte. Dopo aver frequentato una scuola di recitazione nella sua città natale (attratto dal mondo del teatro), Davide inizia a ballare all’età di otto anni dapprima con la danza moderna ed in seguito con la danza classica accademica. Davide si è brillantemente diplomato all’età di 17anni presso la Scuola di Stato di Vienna e ha conseguito una specializzazione presso la School of American Ballet di New York. Si è unito al Balletto di Stato di Vienna nel 2008, nel 2011 è stato nominato Demi-solista della Wiener Staatsballett, nel 2013 è stato promosso Solista ballerino e nel 2016 è stato nominato Primo ballerino del Balletto di Stato di Vienna. Si è esibito come Solista in moderno così come nelle produzioni più classiche del repertorio di Stato. Ha preso parte danzando al famoso “Concerto di Capodanno” in diretta da Vienna trasmesso in mondovisione, negli anni 2011, 2012, 2015 e 2016. Con l’Arena di Verona è Guest Artist ed in qualità di ospite ha ballato in Giappone, Russia, America ed Europa.

Gentile Davide, tu arrivi dal bellissimo Piemonte, come ti sei accostato alla danza e qual è stato il percorso artistico che ti ha portato alla prestigiosa Scuola di Stato di Vienna in Austria?
Sono nato ad Occhieppo Superiore, un piccolo paesino in provincia di Biella. Diciamo che sin da piccolissimo appena sentivo la musica alla radio mi muovevo e non stavo mai fermo… i miei genitori hanno notato sin da subito che provavo piacere nel movimento e nel ritmo, in più rimanevo ipnotizzato quando venivano trasmessi dei balletti in televisione. Così chiesi ai miei genitori di portarmi ad una scuola di danza. Iniziai a prendere le lezioni di modern nella scuola della mia città, insieme a mia sorella, tre anni più giovane. Cominciai con la danza moderna e l’hip hop, poiché i miei genitori probabilmente pensarono che questi stili fossero più adatti per un maschietto. Insieme a mia sorella presi parte ai Campionati Italiani di balli caraibici che, in coppia, vincemmo tre anni consecutivi. Successivamente capii che il mio futuro non sarebbe stato nelle balere, e mi misi a studiare più rigorosamente la danza classica, così dopo aver trascorso due anni a Milano di formazione giornaliera con il Maestro Cakalli, decisi di intraprendere la mia esperienza a Vienna, e ricevuta la borsa di studio per la scuola dello Staatsoper, mi trasferii nella capitale austriaca all’eta di quindici anni e mezzo, senza parlare una parola di tedesco… Lo ricordo come un periodo difficilissimo, tre anni dopo però riuscii ad ottenere la maturità al liceo ed in più in lingua tedesca e mi diplomai presso la Scuola di ballo con il massimo dei voti… Una grandissima soddisfazione!!

Passo dopo passo” , in una carriera così improntata alla disciplina e al rigore, quali sono stati le maggiori difficoltà e sacrifici?
Sin dall’inizio degli studi, ho dovuto scarificare molte cose, ovviamente non mi è pesato più di tanto poiché danzare era ed è quello che amo di più fare al mondo, ma ovviamente ho rinunciato a parecchi aspetti: dagli hobby e sport pericolosi per il mio corpo all’uscire con i coetanei. Soprattutto il periodo di scuola a Vienna, lo ricordo come un momento stremante… la lezione di danza classica iniziava la mattina alle ore 8, la scuola di ballo terminava alle ore 13 e alle 14 iniziavo il liceo fino alle 18.30, la sera poi avevo sempre lezioni extra per lo studio del tedesco e i compiti… insomma le giornate erano lunghissime e in più vivevo così giovane da solo in un collegio, all’estero senza parlare la lingua locale! L’inizio del mio percorso è stato veramente difficile!

Sulla tua scelta di diventare danzatore ha giocato il desiderio di entrare nel mondo del teatro. Cosa ti attraeva particolarmente in quest’aspetto?
Diciamo che in generale ero un bambino assai creativo, mi piaceva parecchio disegnare, amavo creare dei teatrini in salotto… ero attratto dal mondo artistico e del teatro in generale, il profumo del palcoscenico, la musica, le luci, il sipario… per questo iniziai in una scuola di recitazione, poi però capii che mi mancava l’aspetto più fisico e mi avvicinai così alla danza vera e propria!

Tra tutti coloro che hai avuto al fianco (maestri, amici e famigliari) chi ha segnato significativamente il tuo percorso artistico?
Ci sono molte persone che hanno segnato significativamente il mio percorso, ognuno rappresenta un pezzo importante della mia formazione e storia, sicuramente i miei primi insegnanti e successivamente Ludmill Cakalli, così come Valentin Onoschko, il mio maestro alla scuola di Vienna. Ho avuto incontri importanti, ad esempio, con Clarissa Mucci che mi spinse definitivamente dal moderno al classico. Indubbiamente i miei genitori costituiscono una colonna fondamentale ancora oggi, nella mia formazione come non mai, sono sempre stati al mio fianco e mi hanno continuamente appoggiato psicologicamente ed economicamente credendo nel mio talento e investendo tutte le loro forze e quello che possedevano.

Non sei l’unico a danzare in famiglia, anche tua sorella Greta (attualmente solista al Ballett di Cottbus) sta avendo una bellissima carriera, che rapporto hai con lei?
Con mia sorella ho un rapporto molto bello, direi davvero speciale, siamo legatissimi fin da piccoli. Purtroppo non ci vediamo spesso ora, dato che viviamo in due città diverse, ma ci sentiamo sovente ed ogni volta che ci rincontriamo è una grande felicità per entrambi, in più ci sosteniamo anche psicologicamente nella nostra professione.

Quando hai capito che investire sulla danza sarebbe stata la scelta ottimale?
Non ho mai fatto una scelta vera e propria sotto questo punto di vista, ho sempre coltivato il mio sogno lavorando al massimo, ovviamente i risultati ottenuti strada facendo mi hanno fatto comprendere che potevano essere la strada giusta. Solo oggi però, mi rendo conto davvero di avere un “lavoro”, che in realtà è la mia passione più grande, e mi ritengo per questo motivo molto fortunato!

Come descriveresti l’esperienza presso la Scuola di ballo a Vienna, celebre istituzione coreutica internazionale?
L’esperienza alla scuola di Vienna è stata sicuramente una fase significativa della mia vita che non dimenticherò mai. Il fatto di vivere da solo, senza genitori, in una città all’estero senza parlare la lingua mi hanno fortificato. Senza dimenticare le durissime lezioni con il maestro russo Onoschko, il quale ci spremeva come limoni fino all’ultima forza!

La prima volta che sei “entrato in scena” davanti ad un pubblico, in quale occasione è avvenuto?
La prima volta fu in uno spettacolo di danza di fine anno nella mia città… ero elettrizzato!! Mi ricordo che quando il ballato era terminato volevo rifarlo… desiderava ritornare su quel palcoscenico per ripeterlo!!

Come vivi il rapporto con la popolarità e con gli ammiratori?
Ho un bel rapporto, ci sono persone fedeli che vengono sempre ai miei spettacoli, che mi seguono anche se ballo all’estero; altri invece provengono dal mondo virtuale soprattutto dai Social media, piattaforma divenuta importante anche per noi ballerini.

Secondo la tua esperienza, qual è la dote imprescindibile che non può mancare ad un futuro ballerino professionista?
Duro lavoro, rigore, dedizione, talento e amore per questa nobile arte.

Lo spettacolo di danza che ricordi come il più emozionante al quale hai assistito in veste di spettatore?
Non ho ricordi di uno spettacolo di danza in particolare che vidi da piccolo. Invece ricordo l’emozione forte che provai assistendo al “Romeo e Giulietta” con l’ABT a New York.

Mentre tra tutti quelli da te interpretati?
Riguardo agli spettacoli da me interpretati, è difficile citarne uno in particolare; ogni spettacolo è seriale ed unico, sempre diverso nel senso che mutano e cambiano le emozioni che provo in scena, ma dipende anche dal mio stato fisico e da tanti altri fattori. Però lo spettacolo del “Don Chisciotte” di Nureyev, lo ricordo come qualcosa di speciale data la mia promozione a Primo ballerino al termine dello spettacolo.

Dopo il diploma alla Scuola di Vienna, sei entrato subito nel Corpo di Ballo della compagnia austriaca diretto da Gyula Haragozo e in seguito da Manuel Legris. Raccontaci com’è avvenuto questo importante ingresso?
Sono entrato in Compagnia con il direttore di allora Gyula Haragozo, il quale mi aveva notato già in scuola di ballo e che espresse sin da subito interesse nell’avermi in Compagnia, così dopo lo spettacolo di fine anno della scuola mi offrì ufficialmente un contratto come apprendista, successivamente come membro di corpo di ballo ufficiale. Dopo due anni è arrivato Legris e quindi il cambio di direzione, l’anno dopo passai a demi-solista, poi solista e in fine primo ballerino.

Mentre della serata di nomina a étoile del Balletto dell’Opera di Vienna quali emozioni porterai sempre nel tuo cuore?
È stata un’emozione davvero forte, la promozione è avvenuta sul palcoscenico al termine del “Don Chisciotte”, e ho pianto lacrime di gioia davanti a tutto il corpo di ballo. L’adrenalina non mi ha permesso di dormire la notte e ricordo la telefonata ai miei genitori per comunicarglielo… una gioia immensa, una grande soddisfazione personale per aver raggiunto un traguardo importante e prestigioso, che è in realtà un nuovo punto di partenza per nuove sfide e nuove responsabilità.

Che tipo di direttore è e cosa devi a Manuel Legris, già celebre stella dell’Opéra di Parigi?
A Manuel Legris devo molto, lui è l’esempio del rigore e del lavoratore instancabile, dotato di un’incredibile energia, e ovviamente un ottimo maestro. Ha un passato di ballerino straordinario, una grandissima esperienza che oggi può passare a noi più giovani, mi ritengo molto fortunato ad averlo come Direttore.

Come ti trovi all’interno della Compagnia austriaca e cosa la rende un’eccellenza nel mondo?
Mi trovo molto bene, l’atmosfera in compagnia è piacevole, positiva e di sana competizione. Sicuramente quello che rende speciale il Balletto di Vienna è il repertorio che offre 17 serate di danza differenti nel corso dell’anno, ed è una delle poche compagnie che porta ancora in scena i grandi balletti di Rudolf Nureyev.

Ti piace vivere a Vienna?
Vienna mi piace molto, oggi dopo dieci anni la apprezzo in particolar modo. È una città pulita, organizzata, in cui la Cultura viene valorizzata… anche se ovviamente il cibo e la lingua italiana mi mancano!

Ti piacerebbe, in futuro, entrare in un Corpo di Ballo italiano?
In futuro sarebbe bellissimo poter rientrare in Italia e far parte di un Corpo di ballo, vediamo quando sarà il momento giusto!

Nei tuoi momenti di libertà cosa ti piace fare, coltivi altre passioni?
Non ho molto tempo libero, il mio desiderio più grande sarebbe di passare maggior tempo con la mia famiglia… ma questo spesso non è possibile, quindi una bella cena con gli amici, un film o una bella lettura sono già di grande conforto. In più passerei ore a sfogliare giornali ed internet per vedere tutto quello che riguarda l’interior design, un’altra mia grande passione!

Michele Olivieri
Foto: Casanova Sorolla (portrait)
www.giornaledelladanza.com

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