Le danze standard rientrano nell’alveo dei balli di coppia di livello internazionale. La parola standard in gergo suggerisce una codifica da parte delle federazioni di tutto il mondo. Sono a tutti gli effetti danze da competizione, costruite su gruppi di figure obbligatorie, chiamate appunto amalgamazioni. Simone Carabellese, con la sua ballerina, forma una coppia che si posiziona al 24° posto del circuito competitivo mondiale.
Simone quando ti sei accorto di questa passione?
La passione per la danza è qualcosa che è esplosa quando avevo 7 anni. Sin da bambino, infatti, m’interessavo alla pista da ballo, alla musica che selezionavano in quei locali, alla gente che ballava quel genere. Crescendo capii che ballare era il mio sogno e decisi di provare a danzare in coppia e da quel momento non ho mai smesso.
Sei un campione di danze standard. I tuoi successi maggiori in questa categoria.
Sono tanti i risultati che ho conquistato. Devo dire, innanzitutto, che per ottenere certi traguardi c’è voluto impegno, energie e molti sacrifici. Per questo ci tengo ad elencare i miei maggiori esiti: due volte semifinalisti all’International 2007 e 2008 Under 2; quinto al Rising star German Open 2008; semifinalista al campionato italiano anni 2010, 2011, 2012 ; terzo posto al campionato italiano 2014; seconda coppia italiana nella ranking mondiale WDSF, tra le top 24 coppie al mondo nella classifica WDSF.
Addentriamoci in questa disciplina. Tre balli poco conosciuti sono il Quickstep, il valzer inglese e lo slowfox
Io interpreto il Quickstep come se fosse una festa. Ogni passo deve essere sempre in armonia con la musica affinché si possa esprimere gioia e felicità nel ballare. Il Quikstep è l’ultimo ballo dei cinque che compongono le danze standard e per la sua velocità è anche molto impegnativo. Proprio per questo la prima cosa che cerco di trasmettere ai miei allievi è l’importanza per la qualità tecnica, l’attenzione per la musica, la chiave per una buona preparazione. Solo così si può riuscire a portare in pista una buona performance.
Anche il Valzer Inglese rientra tra le danze standard
Il valzer Inglese, detto anche valzer lento a seconda se viene danzato con 28-30 battute al minuto per le competizioni delle danze standard, detto appunto Valzer Inglese, e a 30 battute al minuto per quelle della disciplina ballo da Sala. E’ il primo ballo che viene insegnato appena si inizia a ballare le danze standard e penso sia il ballo più importante per avere una buona preparazione tecnica. Tramite le basi di questo ballo, se esercitate quotidianamente, si riesce a migliorare anche tutti gli altri balli.
Un altro tipico ballo standard è lo slowfox. Di che cosa si tratta?
Lo slowfoxtrot è un’altro ballo molto impegnativo dove per ottenere una buona performance è necessario avere una completa conoscenza del nostro corpo. Danza di origine americana, fu codificato in due varianti tutt’oggi in uso nella categoria ballo da sala: lo slow foxtrot, appunto e il quickstep. In pratica è la versione lenta del ballo chiamato foxtrot.
Qual è la situazione della danza sportiva in Italia?
La situazione della danza sportiva in Italia penso sia molto migliorata in questi ultimi anni. Hanno contribuito molto i media con i vari programmi che hanno fatto conoscere il nostro magnifico mondo, attirando le persone nelle tante scuole di ballo. Una delle ultime iniziative veramente ottima proposta dalla nostra federazione sono le dirette TV su RAI Sport durante i campionati italiani assoluti.
Hai una ballerina con la quale gareggi. Puoi raccontarci la storia del vostro danzare insieme?
Lucia Cafagna è la ballerina con la quale facciamo coppia dal 2004. Come capita, non sempre, abbiamo una relazione d’amore che va oltre il ballo. Sono 4 anni che stiamo insieme e con lei divido da sempre i momenti più belli e più difficili della mia vita e penso che proprio per questo sia una persona senza la quale non sarei quello che sono.
Progetti futuri?
Migliorare continuamente il ballo e rappresentare nel modo più conveniente la nostra federazione e la nostra nazione ai prossimi eventi che ci impegnano in giro per il mondo. Allo stesso tempo arricchirmi come insegnante e seguire gli allievi, parte della nostra vita, come una grande famiglia.
Un saluto ai lettori del Giornaledelladanza.com
Rivolgo il mio caloroso saluto a tutti coloro che leggeranno questa intervista. Ti ringrazio Massimiliano perché dai voce anche agli appassionati delle danze standard, a volte non capite e comprese bene, grandi danzatori che dedicano la vita a questo genere di danza.
Massimiliano Raso
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