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Intervista a Neia: da Puerto Rico all’Italia ballando il samba

Neia-Samba

Neia Souza dos Santos è un’insegnante di danze latinoamericane presso una scuola con la direzione artistica di Enzo Conte. La maestra si occupa di balli sudamericani quali il Zumba, il Lamba-Zouk, il Samba, la Lambada essendone un’esperta in quanto ha fatto parte del gruppo Didà diretto da Neguinho do Samba inventore del samba-reggae. Ha studiato danze caraibiche a Puerto Rico sotto la guida di due grandi maestre di fama mondiale come Tania Santiago e Janet Orta. In tourneè in Italia con il corpo di ballo Jala Jala dancers in qualità di prima ballerina, nei periodi estivi torna in Brasile dove insegna in diverse città.

 

Ciao Neia, partiamo dal ballo più diffuso in Brasile, la Samba

In portoghese noi lo chiamiamo al maschile o samba. Il samba credo sia il ballo che meglio rappresenta il mio Paese. Nel samba c’è tutto: c’è la nostra allegria, la nostra fantasia, la nostra creatività, la nostra radice africana, ma c’è anche quel desiderio di trasformare la nostra vita. Nel samba cançao c’è persino quel velo di tristezza, di saudade appunto. Esistono molte varianti del samba. Le più conosciute sono: Samba do pé, Batucada, Samba cançao, Samba de gafieira, Samba pagode, Samba reggae, Samba axé, Samba enredo, Samba de roda. Nessuna di queste forme di samba assomiglia, però, a quelle che ho visto ballare in alcuni programmi televisivi italiani.

Quali altri balli vanno di moda in Brasile?

Per i brasiliani il ballo è vita e ballano davvero di tutto. Oltre al samba i balli più popolari sono il forrò, il frevo e nello Stato di Bahia la lambada e l’arocha. Poi ci sono le danze da salone che sono: il soltinho, il bolero ma anche balli non strettamente brasiliani come lo zouk, il tango, la salsa e tutti gli altri ritmi caraibici. Il matrimonio tra la lambada e lo zouk ha provocato la nascita di un nuovo ballo che qui affettuosamente chiamano lamba-zouk.

Qual è stato l’approccio degli italiani a queste particolari discipline della danza?

Devo dire che all’inizio, soprattutto i ragazzi, avevano un po’ di difficoltà. Però ad oggi, dopo tanti anni che insegno, ho capito che bisogna essere pazienti e che i risultati arrivano, per tutti.

Bahia é un luogo dove abbandonarsi alle danze. E’ vero?

Salvador è una città straordinaria. Oltre a vantare uno dei carnevali più belli del mondo, il municipio organizza una grande quantità di feste danzanti molte gratuite. Allo stesso tempo il municipio sponsorizza molti centri culturali dediti alla danza come la scuola Didà, un fantastico gruppo di samba-reaggae, formato da sole donne. Quello che ti affascina di Salvador è che è una città pervasa di musica: dal samba alla bossanova, dal pagode all’axè, dal forrò alla lambada, dall’arocha alla musica sertaneja, per finire con quella che affettuosamente noi chiamiamo MPB (ovvero musica popolare brasiliana). Salvador è inoltre la patria de candomblé (molto simile alla santeria cubana) e della capoeira, una danza simile ad una lotta che ha una fortissima radice africana.

Questo sarà l’anno dei mondiali. Il calcio è più importante della samba?

In Italia c’è molto tifo anche se manca in un certo senso quell’attaccamento viscerale che noi sentiamo per la nostra seleçao. Quando gioca il Brasile è come se ogni brasiliano scendesse in campo per difendere i nostri colori, ballando, non solo il Samba, ma ogni disciplina latinoamericana. Questo succede perché c’è voglia di riscatto sociale, tanto i ricchi quanto gli abitanti delle favelas. Il calcio come il samba rappresenta il sogno di un futuro migliore.

Il carnevale più famoso e ballato del mondo

Il Carnevale da noi corrisponde al momento più caldo dell’estate ed in quella settimana il Brasile intero partecipa a questa follia collettiva. Come dice il poeta Vinicius de Moraes è il momento in cui il giardiniere diventa re, il momento in cui un popolo intero mette in mostra la sua cultura, la sua musica, i suoi balli.

Per chi volesse andare a ballare in Brasile, puoi darci qualche consiglio?

Assolutamente per un ballerino bisogna andare a Rio de Janeiro, un posto fantastico, come l’intero Stato di Rio de Janeiro. Naturalmente la mia terra, Bahia, con innumerevoli luoghi dove dedicarsi a quest’arte. Ma potrei citare Recife, Joao Pessoa, Natal, poi lo Stato di Cearà, la capitale Brasilia. Per me il Brasile è un luogo bellissimo, sono di parte, ma bisogna scoprirlo tutto, anche dal punto di vista della danza.

Ora vivi in Italia. Ricordi del tuo Paese?

Prima di tutto devo dire che in Italia mi trovo benissimo e che sono stata accolta molto bene. Io sono una ragazza molto semplice, solare, positiva, sarà forse per questo che qui mi sono sentito subito a casa mia. Mi manca soprattutto la mia famiglia, mia madre, i miei 11 fratelli e i miei tanti nipoti. Ho avuto da poco uno splendido bambino e non vedo l’ora di portarlo nel mio continente.

Come vuoi concludere?

Voglio ringraziare tutti quelli che mi sono sempre stati vicini, che mi hanno sostenuto e che con il loro affetto mi hanno insegnato ad amare questo Paese. Non so come si viveva in Italia prima che arrivassi, visto che tutti parlano di crisi e di come si viveva meglio una volta. Vorrei concludere dicendo che, anche nelle avversità, dobbiamo sempre essere capaci di trovare la forza di un sorriso, perché nel sorriso c’è sempre la speranza di un futuro migliore. La vita ci dà  sempre un motivo per cantare, per suonare, per ballare ed in fondo come diciamo noi brasiliani sonhar nao custa nada.  

 

Massimiliano Raso 

www.giornaledelladanza.com

 

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