Claudio Santinelli è nato a Roma. Ha iniziato a studiare danza all’età di 6 anni presso la scuola Santinelli e ha poi perfezionato gli studi presso l’Accademia Nazionale di Danza Classica e Moderna, con specializzazione in moderno e tecnica jazz (Luigi, Matt Matox). Si è diplomato Maestro di Ballo presso la Federazione Italiana Danze Sport (F.I.D.S) di Roma, presso la Federazione Italiana Tecnici Danza Sportiva (F.I.T.D.) e presso l’ Associazione Nazionale Maestri di Ballo (A.N.M.B.) di Modena. Si è occupato per lungo tempo di coreografie teatrali e televisive ottenendo numerosi riconoscimenti, tra gli altri è stato premiato dall’Assessore allo Sport di Roma Capitale. Ha condotto come direttore artistico nel ’98 il “Galà Festival della danza” presso il Teatro Olimpico di Roma. Insegna presso lo I.A.L.S. (Istituto Addestramento Lavoratori Spettacolo) Centro di Danza Musica e Teatro ed è Direttore Artistico della compagnia di danza “Camden Dance Company”.
Percorriamo la tua storia di danzatore: cosa ricordi dei primi passi di danza?
Posso dire di aver imparato a danzare prima ancora di camminare. L’ essere nato in una famiglia che conta tre generazioni di Maestri di ballo, mi ha permesso di muovere i primi passi di danza da piccolissimo. Ricordo il mio primo insegnante, che adoravo e temevo al tempo stesso, mio nonno Antonio. L’emozione che provavo ad ogni sua lezione è qualcosa di indescrivibile, non volevo deluderlo, volevo diventare anche io un Maestro come lui. Ricordo tutti quegli attimi rubati nella sua scuola di ballo, la prima in assoluto aperta in Italia. Ricordo che spiavo dalla porta mentre insegnava ai tanti personaggi della televisione, ed io da fuori cercavo di riprodurre di nascosto quei passi dei balli da sala. Crescendo mi sono poi avvicinato alla danza classica e a quella contemporanea, in cui mi sono perfezionato come ballerino.
Parliamo dello studio della danza, partendo dall’infanzia/adolescenza. Quali sono i fattori scatenanti che spingono ad intraprendere questa strada?
Ormai sono sempre meno i ragazzi che si avvicinano alla danza spinti dal quel “sogno” di diventare dei professionisti. O meglio, le bambine più piccole, di 5 o 6 anni sono ancora piene di quell’entusiasmo, che purtroppo viene a mancare con gli anni. Alcune si accorgono che la danza non è divertimento, ma impegno, sacrificio, sforzo fisico, disciplina, e tutto questo, con l’età che avanza, contrasta con la possibilità di vivere l’adolescenza come tutti gli altri coetanei. Le ragazze non sanno più rinunciare alla loro vita e alle loro libertà, e per poter proseguire lo studio della danza ci vuole passione, quel sentimento che rende esclusivo il tempo da dedicare alle lezioni. È per questo che la danza resta una disciplina per pochi eletti.
Andrebbe cambiato qualcosa nella danza, in generale, per apportare un miglioramento ed una maggiore valorizzazione? O va tutto bene così?
In passato c’era il varietà che dava una grande visibilità alla danza. Il pubblico da casa poteva apprezzare le coreografie in cui danzavano moltissimi ballerini. Oggi, nel mondo dello spettacolo si tende a risparmiare proprio sul corpo di ballo, che in televisione viene spesso sostituito con le note veline. A teatro, invece, siamo a corto di contributi. Solo qualche talent show tende a dare una certa visibilità al mondo della danza, ma ovviamente da lì traspare solo il risultato che il ballerino porta a casa e non il vero percorso che ha effettuato per diventare un professionista. Credo a mio avviso che l’istituzione e la promozione di percorsi formativi pubblici di alto livello potrebbe offrire maggiori possibilità di studio e conoscenza della danza, un investimento che lascerebbe molto più spazio ai giovani di oggi, spesso scoraggiati dall’elevato costo di questa disciplina.
Cosa pensi della danza quale forma di arte trasposta sul piano sportivo?
Ritengo netta la differenza tra danza e sport. La danza è una disciplina artistica, non è solo esercizio fisico e tecnica, ma anche comunicazione di emozioni, interpretazione di storie, di personaggi. Sarebbe riduttivo considerarla una forma sportiva. Ogni ballerino non deve riproporre sequenze sceniche in modo schematico, ma deve essere creativo ed unico nel suo genere.
Molti ballerini alla domanda che cos’è la danza mi dicono che è la loro vita. Per te che cosa rappresenta e cosa ti senti di esprimere?
Con la danza sono cresciuto, e mi sono formato. Rappresenta la mia vita, e la mia vita è una danza in continuo movimento. La danza mi ha insegnato l’educazione, il rigore, il rispetto verso me stesso e verso gli altri. Ho imparato che i sacrifici sono necessari per raggiungere anche solo piccoli obiettivi e che dopo ogni sconfitta si impara ad essere più forti. Ma la danza mi ha insegnato soprattutto ad avere sempre il sorriso sulle labbra.
Passiamo allo spettacolo che si terrà a breve e che ti vede direttore artistico. Quali le ultime novità dal mondo della danza?
Conosciamoci danzando è il titolo della rassegna di danza che andrà in scena il 6 e 7 Maggio, presso il Teatro Comunale di Fiuggi, in occasione del quale si esibiranno ballerini di varie scuole provenienti da tutta l’Italia. L’evento vuole essere un’opportunità di prendere parte a lezioni di danza “open level” tenute da maestri di chiara fama del mondo artistico come Fara Grieco per il classico, Bruno Centola per il contemporany, Moreno Mostarda per l’Hip Hop, Eleonora Frascati per la street dance. Dunque non una magra competizione, ma conoscenza e valorizzazione della consapevolezza delle capacità artistiche dei partecipanti, che potranno cimentarsi nelle tante varietà di stili di danza presenti. Professionalità, tecnica e lavoro di gruppo saranno gli ingredienti che offriremo ai nostri partecipanti, donando passione, fatica e sudore per predisporre la migliore organizzazione. A distanza di pochi giorni, esattamente il 30 Maggio presso il Teatro Viganò di Roma, sarò poi Direttore Artistico del nuovo Concorso nazionale di danza: “In viaggio con la danza”. Un evento a carattere competitivo che offrirà la possibilità agli allievi di tutte le scuole di Italia di partecipare gratuitamente a lezioni con grandi professionisti della danza e successivamente prendere parte al concorso che offrirà ai più talentuosi numerose borse di studio e opportunità lavorative.
Chi è oggi Claudio Santinelli?
Oggi sono prima di tutto un padre. A dicembre sono diventato papà di un un bel maschietto. E spero di poter trasmettere a lui la stessa passione per il ballo, così anche da poter arrivare con lui alla quarta generazione di maestri. Del resto a me piace essere chiamato Maestro di ballo, sono anni che ormai mi dedico all’insegnamento, accompagnando i miei allievi nel mondo della danza, come ballerini e come insegnanti. Sono orgoglioso dei riconoscimenti professionali nazionali ed internazionali che ottengo continuamente, frutto dell’impegno costante e del continuo aggiornamento.
Ad un tuo allievo, a tutti i ragazzi che spesso non riescono ad avvicinarsi con facilità al mondo della danza, quale messaggio ti senti di dare?
Dico che niente nella danza è facile o scontato, che bisogna essere umili e rispettosi, e che bisogna studiare molto. Purtroppo spesso si incappa nelle mani di chi si professa Maestro senza aver nessun titolo, o nelle mani di chi promette grandi successi con solo pochi anni di studio. Bisogna diffidare da queste persone.
Claudio hai un sogno nel cassetto? Quale puoi dircelo?
A dir la verità ne ho ancora molti da realizzare, ma provo qui a lanciare questo appello. Sappiamo tutti che i più grandi e bei teatri italiani si stanno chiudendo e con loro stiamo perdendo la nostra cultura artistica. Vorrei propormi come direttore artistico di teatro, offrendo la possibilità ai nostri talenti, soprattutto ai più giovani di esibirsi in spettacoli che promuovano la danza.
Massimiliano Raso
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