Ogni danzatore ha un suo stile preferito, che gli calza, in cui si sente bravo e in cui ha la possibilità di eccellere. È giusto assecondare e coltivare la passione per quel determinato stile. Tuttavia bisogna considerare che si corre il rischio di fossilizzarsi, e di precludersi la conoscenza di altri stili e di conseguenza di risvegliare la famosa versatilità.
La versatilità è un’abilità che si può apprendere e potenziare. Richiede di modificare il proprio approccio a una determinata situazione o attività, cosa affatto semplice o banale.
Se è vero che i vari stili si distinguono per i rispettivi gesti tecnici e artistici, quasi tutte le forme di danza derivano dal balletto classico, che richiede e insegna precisione, grazia, disciplina e attenzione ai dettagli.
Da lì però è interessante per il danzatore provare e conoscere altro. Ogni volta che si ha la possibilità di affrontare stili di danza diversi, infatti, ognuno di questi viene aggiunto alla ‘cintura degli attrezzi’ del ballerino che ne esce arricchito, come artista e come persona.
Ampliare il proprio vocabolario di danza può aprire le porte a passioni inesplorate e incoraggiare la capacità di adattamento del danzatore. Ogni occasione di mettersi alla prova è un’opportunità di crescita che offre all’artista la possibilità di diventare più ‘completo’ e di accrescere le proprie doti artistiche e creative.
Essere versatili nella danza quindi significa esplorare ciò che il corpo è in grado di fare e di conseguenza significa conoscersi più profondamente e imparare a fidarsi di se stessi, una grande sfida che genera grande forza.
Stefania Napoli
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