Il palinsesto della danza al Teatro Grande di Brescia prosegue con l’imperdibile performance di una coreografa visionaria e acclamata a livello mondiale.
Martedì 1° aprile alle ore 20.00 nella Sala Grande del Teatro, Mamela Nyamza per la prima volta sulle tavole del Massimo cittadino porterà un progetto di grande potenza scenica.
Lo spettacolo, dal titolo HATCHED ENSEMBLE, vedrà dieci performer provenienti da diversi contesti culturali muoversi in accordo ora con la musica classica occidentale, ora con le sonorità e le partiture vocali tradizionali africane.
Attraverso il linguaggio corporeo e l’uso di oggetti semplici e materiali domestici (uno stendibiancheria, alcuni grembiuli rossi, piccole sculture in ferro lavorate a mano…), i danzatori racconteranno storie profondamente personali, di sfida verso le norme razziali e di genere, ma anche verso quei limiti e sovrastrutture culturali che la società contemporanea impone.
Lavoro carico di semantica identitaria e traboccante di urgenza nell’affrontare temi di grande rilievo e attualità, HATCHED ENSEMBLE si propone come un’estensione dell’originale Hatched, l’assolo che la coreografa sudafricana aveva creato nel 2008 come riflessione autobiografica sulla sua vita di donna, madre e artista.
Nella performance di allora, esattamente come in quella che andrà in scena al Teatro Grande, Mamela Nyamza appone la sua firma artistica, una firma fatta di sapienza compositiva, demistificazione delle norme del balletto classico e un intento molto specifico: trasmettere “la politica del corpo su tutte le questioni sociali, non solo per intrattenere, ma anche per educare”.
L’opera è una performance tanto visiva quanto musicale, con un dialogo continuo tra i 10 danzatori e la musica che sarà eseguita da un cantante lirico accompagnato da un musicista africano. HATCHED ENSEMBLE cerca di creare uno spazio infinito di auto-riflessione tra gli artisti e il pubblico attraverso un approccio all’avanguardia nell’ispirazione, nell’innovazione, nella multidisciplinarietà. In questo senso HATCHED ENSEMBLE mira a rompere le regole e si sforza di trovare modi non convenzionali di avvicinarsi alle arti classiche e contemporanee della danza, aprendosi a nuove visioni.
Nata e cresciuta a Gugulethu, vicino a Città del Capo (Sudafrica) il 22 settembre 1976, Mamela Nyamza inizia a seguire corsi di danza classica sin dall’età di 8 anni presso la “Zama Dance School” della città natale, comprendendo fin da subito che il movimento corporeo e la passione per il teatro danza avrebbero indirizzato e determinato la sua carriera di artista. Nonostante pregiudizi e avversità, nel 1994 si laurea alla “Tshwane University of Technology” con un diploma nazionale in danza classica e ottiene un contratto di lavoro presso il Teatro di Stato di Pretoria. È durante questo periodo che inizia a pensare di decostruire radicalmente le normative e gli standard di chi si qualifica per essere una ballerina classica. Nel 1999 vince una prestigiosa borsa di studio presso la Alvin Ailey International School for Dance di New York, dove co-crea e interpreta The Dying Swan, che in seguito le varrà il Dance Umbrella Award for Outstanding Performance by a Female Dancer in Contemporary Style. Tutti i lavori di Nyamza sono opere che affrontano importanti questioni socio-politiche del Sudafrica di oggi e che si allineano con le problematiche del continente africano e del mondo intero. L’obiettivo principale della coreografa è quello di creare lavori che possano raggiungere le aree anche più remote del Sudafrica per far emergere giovani talenti non solo nell’arte della danza, ma nelle arti performative in generale. Nel 2011, grazie alle sue coreografie e performance innovative, Nyamza ha vinto lo “Standard Bank National Young Artist for the Dance”. Inoltre, attraverso la sua nuova società senza scopo di lucro Mamelas Artistic Movement, ha realizzato una casa creativa per quegli artisti di danza disoccupati che sono stati emarginati a causa della politica del corpo. Su questa scia, ha anche iniziato a offrire sessioni di workshop di danza e di mentorship ricevendo, grazie a questo lavoro di sensibilizzazione, il premio “Marraines Fiddo” dal “Burkina Faso Festival International de Danse de Quagadougou” nel 2022.
Michele Olivieri
Foto di Tale Hendnes-Dansens Hus
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