Nel grande affresco del cinema classico hollywoodiano, pochi nomi evocano l’immagine di grazia, forza e spettacolo come quello di Esther Williams.
Non fu solo una stella del nuoto sincronizzato ma una vera pioniera nel portare la danza in un ambiente mai esplorato fino ad allora dal musical cinematografico: l’acqua.
Esther Williams non era un’attrice tradizionale e nemmeno una ballerina nel senso stretto del termine.
Era una nuotatrice olimpionica mancata (a causa della cancellazione dei Giochi del 1940 per la guerra), scoperta a Hollywood grazie al suo talento straordinario nelle esibizioni acquatiche.
La MGM trasformò quel talento in oro cinematografico, rendendola protagonista di una nuova forma di spettacolo: il “musical acquatico”.
In film come Bathing Beauty (1944), Million Dollar Mermaid (1952) e Dangerous When Wet (1953), la Williams diventava protagonista di coreografie eseguite non solo sulla terraferma, ma anche — e soprattutto — sott’acqua.
Un ibrido tra balletto classico, nuoto sincronizzato e puro virtuosismo tecnico.
Possedeva la capacità di muoversi nell’acqua con una padronanza paragonabile a quella dei più grandi ballerini sul palco: giravolte, sospensioni, immersioni e risalite calibrate al ritmo della musica orchestrale.
Esther Williams ha creato un linguaggio coreografico senza precedenti, fondendo arte, sport, danza e cinema.
Dietro la sua immagine di bellezza da copertina si celava un’artista che ha saputo espandere i confini della danza, portandola dove nessuno aveva osato prima.
Michele Olivieri
www.giornaledelladanza.com
©️ Riproduzione riservata