
C’è un luogo, ai margini degli Urali, dove la danza conserva ancora il suo respiro più puro. È il Teatro d’Opera e Balletto “Čajkovskij” di Perm, una delle culle storiche del balletto e fucina inesauribile di talento, disciplina e grazia.
La nuova stagione di danza di questo tempio del movimento si annuncia come un viaggio nel tempo e nelle emozioni, capace di intrecciare il rigore della scuola classica con la curiosità visionaria della creazione contemporanea.
Fondata sulle solide radici della tradizione imperiale, la compagnia di balletto di Perm è da decenni sinonimo di eccellenza. Le sue file accolgono ballerini formati nella prestigiosa Scuola Coreografica di Perm, una delle più rispettate al mondo.
Ogni gesto dei danzatori reca l’impronta di un insegnamento che coniuga virtuosismo e purezza stilistica, ma anche la capacità di adattarsi alle nuove correnti estetiche.
La stagione 2025/26 celebra questa eredità con una programmazione che alterna grandi classici del repertorio russo e prime contemporanee, in una dialettica viva tra passato e futuro.
Nel cuore del cartellone spiccano titoli che non tramontano mai: Il lago dei cigni, Giselle e Lo Schiaccianoci tornano a incantare il pubblico con nuove letture coreografiche, firmate da artisti come Alexei Miroshnichenko e Yuri Possokhov.
Queste produzioni non si limitano a replicare la tradizione: la rinnovano, con una sensibilità scenica che dialoga con la luce, la musica e la psicologia dei personaggi.
Accanto ai classici, la stagione propone creazioni inedite, nate dalla collaborazione con coreografi internazionali e artisti visivi. Qui la danza si fa linguaggio sperimentale, a volte astratto, altre volte profondamente narrativo: il corpo diventa racconto, metafora, materia poetica.
Cuore pulsante della stagione è l’annuale Diaghilev Festival, che trasforma Perm in una capitale effimera dell’arte totale. Non solo balletto, ma incontri, installazioni, musica dal vivo e nuove commissioni.
In questo contesto, la compagnia del Teatro di Perm si apre al dialogo con artisti provenienti da tutto il mondo, reinterpretando lo spirito innovativo del leggendario impresario Sergej Diaghilev, originario proprio di questa città.
Ogni edizione del festival è un manifesto: un invito a superare i confini del palcoscenico e a riscoprire la danza come esperienza sensoriale e intellettuale.
Ciò che rende unica la stagione di Perm è l’equilibrio tra radici e sperimentazione. Ogni spettacolo diventa così un atto di fede nella bellezza, un modo di preservare la classicità senza rinunciare alla ricerca.
Nel silenzio del teatro, tra le note di Čajkovskij e il battito delle punte sul palcoscenico, la danza a Perm continua ad essere più di uno spettacolo: è un rito, un linguaggio universale e un invito a guardare il movimento come forma di pensiero, poesia e verità.
Michele Olivieri
www.giornaledelladanza.com
©️ Riproduzione riservata
Giornale della Danza La prima testata giornalistica online in Italia di settore