Nel cuore del balletto Il Lago dei Cigni, composto da Pëtr Il’ič Čajkovskij nel 1875-76, si trova uno dei momenti più iconici della danza classica: la Danza dei Piccoli Cigni (Pas de Quatre), conosciuta anche come la Danza dei Quattro Cigni.
Questa breve ma intensissima coreografia appare nel secondo atto del balletto.
È interpretata da quattro ballerine che rappresentano giovani cigni.
Legate fisicamente — spesso incrociando le braccia o tenendosi per mano — eseguono una serie di passi piccoli, rapidi e sincronizzati, chiamati pas de bourrée.
Il fascino di questo pezzo non è solo nella bellezza del movimento, ma nella sua straordinaria richiesta tecnica: ogni ballerina deve essere perfettamente coordinata con le altre.
Anche un solo errore di tempo o posizione può rompere l’illusione dell’unità del gruppo.
Dal punto di vista narrativo, la danza raffigura la tenerezza, l’innocenza e la vulnerabilità delle giovani donne trasformate in cigni dal maleficio del perfido Rothbart.
I loro movimenti all’unisono ricordano un’unica creatura con più ali, che cerca rifugio e protezione.
Visivamente, l’effetto è magnetico: quattro figure bianche che si muovono come se fossero una sola, in una danza leggera ma intensa.
Il pubblico resta spesso ipnotizzato da questo momento, tanto che la Danza dei Piccoli Cigni è diventata una delle parti più riconoscibili e amate del balletto classico in generale.
Nonostante la brevità (dura solo circa 90 secondi), questa danza è considerata una delle prove più difficili per un gruppo di ballerine. Richiede: Massima precisione tecnica – Equilibrio perfetto – Padronanza della respirazione (per restare coordinate) – Espressione scenica unificata.
Ogni ballerina deve essere consapevole non solo dei propri movimenti, ma anche di quelli delle compagne. È un vero esercizio di fiducia e ascolto reciproco.
La coreografia originale è attribuita a Lev Ivanov, che lavorò con Marius Petipa alla messa in scena definitiva del Lago dei Cigni nel 1895 per il Teatro Mariinsky di San Pietroburgo.
Da allora, il pezzo è rimasto praticamente invariato in tutte le produzioni, a conferma della sua perfezione formale.
Oggi, la Danza dei Quattro Cigni è spesso eseguita anche separatamente dal balletto completo, in gala e spettacoli misti. È diventata un simbolo della grazia e della disciplina del balletto classico accademico.
La Danza dei Quattro Cigni è molto più di una semplice coreografia: è una poesia in movimento, un’ode alla forza del collettivo, alla disciplina artistica e alla fragilità dell’essere umano.
In pochi minuti riesce a condensare tutto il fascino e la magia del Lago dei Cigni, lasciando nello spettatore un’impressione duratura di bellezza e armonia.
La sfida è mostrare emozione anche in una danza così strettamente strutturata. Ogni ballerina deve: Mantenere lo sguardo delicato ma concentrato – Non mostrare sforzo, anche se fisicamente intenso – Rispettare la dinamica musicale con grazia.
A livello espressivo, questa danza non è “decorativa”: rappresenta un momento di vita fragile, dove le giovani donne-cigni si aggrappano l’una all’altra per protezione. La sincronia diventa simbolo di unità, solidarietà e purezza.
Michele Olivieri
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