Il palcoscenico dell’Auditorium del Vittoriale degli Italiani ospiterà il prossimo 8 giugno la grande danza in arrivo da New York: “Gabriele d’Annunzio & Isadora Duncan: il fuoco della vita”.
Lo spettacolo – che vuole rievocare le atmosfere proprie dell’epoca in cui lo stesso Gabriele d’Annunzio, l’attrice Eleonora Duse e la ballerina Isadora Duncan rinnovarono radicalmente le rispettive arti con originalità e creatività – vedrà protagonisti i ballerini dell’Istituto Internazionale Isadora Duncan – IDII
Jeanne Bresciani – direttore artistico dell’Istituto e oggi riconosciuta internazionalmente come danzatrice solista, coreografa, didatta della teoria, maestra d’assoluta autorità nelle esecuzioni del repertorio artistico Duncan – e gli artisti dell’IDII porteranno in scena autentiche coreografie di Isadora Duncan e altre ideate dalla Bresciani, nel peculiare stile ispirato alla grande danzatrice statunitense Lo spettacolo si svilupperà sugli accordi sonori di Gluck, Chopin, Wagner, Brahms, Scriabin, Saint-Saëns e Vangelis.
Lo spettacolo è gratuito su invito, fino ad esaurimento posti. Per informazioni e prenotazioni si prega di scrivere a sophieoeustache@gmail.com
Isadora Duncan (1877-1927), ispirandosi alla plasticità dell’arte greca, alla potenza della natura, all’intensità sentimentale della musica, ha influito in modo sostanziale e potente nell’innovare l’arte della danza creando una concezione teatrale improntata da un fluire dei movimenti corporei in base a tecniche nuove, assai diverse da quelle accademiche.
L’Istituto Internazionale Isadora Duncan (IDII) è stato fondato nel 1977 da Maria Theresa, figlia adottiva e allieva di Isadora, e da Kay Bardsley, famoso maestro e storico della danza. Oggi è un’organizzazione internazionale che opera non solo a New York, ma nei cinque continenti, con la missione di preservare l’eredità artistica e filosofica di Isadora, promuovendo l’educazione attraverso lo studio dell’arte classica e del movimento del corpo, nonché di conservare il ricco materiale d’archivio lasciato da Maria Theresa Duncan.
Sara Zuccari