Coproduzione Teatro dell’Opera di Astana e Les Ballets Roland Petit Foundation, al Teatro Carlo Felice di Genova va in scena Notre Dame de Paris, su libretto e coreografie di Roland Petit. Una storia che guarda indietro nel tempo, nella storia e nella musica.
Nel 1844, Jules Perrot mise in scena il balletto La Esmeralda basato sul romanzo di Victor Hugo. Tuttavia, Roland Petit tornò al titolo originale per sostenere la propria interpretazione: non è la bella zingara il centro del balletto, ma Quasimodo. Il coreografo, che fu anche il primo interprete di questo ruolo, non aveva bisogno di indossare un costume deformante e truccarsi – “danzò” la sua gobba. La riscossa di Quasimodo – da cagnolino fedele del suo padrone Claude Frollo all’eroico tentativo di salvare Esmeralda e vendicare la sua morte – è presentata sul palcoscenico in modo convincente.
In Notre-Dame de Paris il taglio grottesco, imbevuto di plasticità moderna, accentua la bellezza perfetta del balletto classico. La dura realtà e la triste fantasia si intrecciano in questo spettacolo di monumentalità tragica. Nel XIX secolo La Esmeralda aveva un lieto fine obbligato, nella severa versione del XX secolo è il solo e miserabile Quasimodo a sopravvivere.
Il celebre stilista Yves Saint Laurent, che ha creato i costumi per il balletto, scioccò il bel mondo parigino vestendo l’eroina in un’ondeggiante minigonna, che stava diventando timidamente di moda in quegli anni. Tuttavia, era sicuro che la bella e seducente Esmeralda dovesse entrare in scena indossando questi corti vestiti bianchi.
Fu una vittoria di Roland Petit e la sua squadra di direttori: quasi subito dopo la prima, Notre-Dame de Paris divenne un classico nel mondo della coreografia. “Un melodramma storico nello spirito di Walter Scott”, scrissero i critici del diciottesimo secolo su Notre-Dame de Paris, romanzo del più famoso autore romantico francese, Victor Hugo. A dispetto del suo allettante materiale teatrale, il romanzo di Hugo, con la sua trama fortemente popolare, fu a lungo snobbato dai teatri di balletto di Parigi. L’Opéra di Parigi non aveva mai nemmeno allestito La Esmeralda del coreografo francese Jules Perrot. Fu Roland Petit il primo coreografo francese moderno a portare il tema sui palcoscenici di Parigi.
Notre-Dame de Paris debuttò sul palcoscenico del Palais Garnier nel 1965. Fu il risultato della collaborazione di un gruppo di celebrità – il più popolare coreografo francese Roland Petit, lo stilista di grido Yves Saint Laurent, il celebre compositore Maurice Jarre e il rinomato regista di cinema e teatro René Allio, il quale, avendo riunito le forze, ottenne una brillante vittoria. Da allora questa originale creazione si è imposta stabilmente in repertorio, diventando un classico indiscusso.
Dividendo il balletto in 13 episodi, gli autori lo hanno presentato al pubblico nello spirito del minimalismo anni ’60. Il minimalismo, che fu una moda, può essere notato in ogni componente dello spettacolo: nella drammaturgia (quattro personaggi e una folla anonima, irrazionale e senza principi); nello stile dei colori e dei costumi che richiama le vetrate di una cattedrale (le donne danzavano in corti vestiti di pizzo, quelli che le studentesse del Quartiere Latino indossavano quando andavano in giro per farsi ammirare, e gli uomini danzavano in strette giubbe alla “Mondrian” con simboli medievali); nelle scene (prima, sul palcoscenico, vediamo la silhouette della facciata della Cattedrale, poi le enormi campane del campanile, il panorama della città come se fosse dipinto su una vecchia pergamena, le forche in Place de Grève). Anche la scenografia era ascetica – angolare, frammentata e molto simbolica. Il coreografo, che aveva 41 anni, riservò per se stesso il ruolo del campanaro Quasimodo, il più rilevante dei tre ruoli principali del balletto. Eliminata per sempre la gobba di Quasimodo, il coreografo convoglia la bruttezza esterna del protagonista attraverso significati plastici. In Notrе-Dame è solo a Quasimodo che il coreografo conferisce il diritto alla rigenerazione e, significativamente, ciò accade nella Scena 13 del balletto che porta il titolo Morte. È Quasimodo che porta la morta Esmeralda in un altro mondo dove, finalmente, i “trovatelli” rifiutati trovano l’eterno riposo.
ORARI & INFO
23 e 24 novembre ore 20.30
24 novembre ore 15.30
Tetro Carlo Felice
Passo Eugenio Montale, 4
Genova
www.carlofelicegenova.it
www.giornaledelladanza.com