La danza è disciplina. Punto.
Una delle lezioni più importanti della danza, infatti, è il valore della disciplina, della determinazione e del duro lavoro. Ballare è un’attività divertente, ma richiede anche una buona dose di impegno, dedizione e il rispetto delle regole imposte sia dalla tecnica che dai canoni di comportamento. Quella che viene chiamata ‘etichetta’ della danza riporta esattamente alle basi del funzionamento del mondo esterno, per questo la danza è considerata una maestra di vita.
Non importa quale stile di danza si scelga, che si tratti di balletto, jazz, moderno, hip-hop e via dicendo, per ogni tipo di ballo è richiesta una specifica tipologia di disciplina.
Uno dei maggiori problemi con cui gli insegnanti si trovano a fare i conti al giorno d’oggi, purtroppo, è una marcata carenza di disciplina. I ragazzi godono di maggiore ‘libertà’ in famiglia di quanto non ne abbiano beneficiato le generazioni precedenti, inclusi i loro genitori. Ciò si traduce spesso in un’insofferenza alle regole, che penalizza in primis gli stessi ragazzi, i quali faticheranno a coltivare una dote fondamentale nella vita, l’autodisciplina.
La danza può costituire un’arma vincente per sviluppare in un ragazzo il senso di disciplina e può aprire molte opportunità di conoscenza di se stessi, di sviluppo delle capacità comunicative e di introspezione, qualità sempre più rara eppure basilare. L’introspezione, infatti, è un processo cognitivo attraverso cui guardiamo dentro noi stessi, analizziamo le nostre esperienze, grazie a essa impariamo a conoscerci meglio. Maggiore è la consapevolezza di chi siamo, più diventiamo forti e indipendenti.
La disciplina nella danza, quindi, non è qualcosa da temere, al contrario, e la comprensione di tale concetto avviene attraverso la definizione e il rispetto di regole ben precise.
La prima regola è la puntualità. Imparando a gestire il tempo in base all’impegno preso, si impara a organizzarsi, a non perdere energie in futilità e a pianificare e gestire le emergenze. Essere puntuali impone la capacità di considerare le esigenze di si ha intorno, dimostrando rispetto e cura per l’altro, aspetti che stiamo sempre più perdendo a vantaggio di egoismo ed egocentrismo, ai quali stiamo permettendo di intaccare la nostra società e di conseguenza la nostra esistenza.
La seconda regola è la buona educazione. Nel rivolgersi a insegnanti e compagni bisogna mantenere il rispetto del ruolo e della persona, utilizzare un tono di voce pacato, alzare la mano se si ha una domanda, chiedere il permesso di poter uscire eventualmente dalla sala in caso di necessità fisiologiche.
Non è imposizione o limitazione della libertà, tutt’altro, è rispetto delle regole sociali e dei bisogni altrui. Dalla sala danza dunque restano fuori musi o giornate storte, tutti le abbiamo, ma non appesantiamo gli altri, quindi durante la lezione sorrideremo e avremo atteggiamenti cortesi che faranno stare meglio non solo chi abbiamo attorno, ma soprattutto noi. La danza, infatti, instilla il lavoro di squadra, ed è tutta una questione di responsabilità, indipendenza e interdipendenza.
Terza regola, corretto abbigliamento. Niente chiome al vento, ruminamento di chewingum e abiti non adatti al lavoro che si deve svolgere. In alcuni stili di danza, come per esempio la danza classica, è richiesta una divisa da indossare durante le lezioni. Indossare un’uniforme dà un senso di appartenenza, migliora l’apprendimento e riduce le distrazioni, aumenta la concentrazione e rende la classe più omogenea. Non si tratta di omologazione e perdita di identità, al contrario, è sentirsi parte integrante di un gruppo sociale che condivide norme e valori.
L’ultima considerazione, fondamentale specie quando si tratta degli allievi più giovani, è che l’atteggiamento di un bambino parte sempre dai genitori. Se questi ultimi non riescono a infondere disciplina ai loro figli, difficilmente le sole lezioni di danza avranno successo. Per questo motivo si deve creare una collaborazione sinergica tra insegnanti e genitori, finalizzata al benessere del ballerino.
Infine, grazie alla disciplina che infonde, la danza aiuta a sviluppare il pensiero critico, ossia la capacità di analizzare e valutare le informazioni provenienti dall’esterno. Una persona allenata in tal senso è in grado di prendere le decisioni più corrette e di risolvere i problemi in modo creativo, autonomo ed efficace, meravigliosa risorsa nel mondo in cui viviamo, che ci bombarda di informazioni spesso superflue e dannose.
Lasciamo la conclusione dell’articolo alle illuminanti parole di Martha Graham: “La libertà per un ballerino significa disciplina. Ecco a cosa serve la tecnica, alla liberazione”.
Stefania Napoli
Fotografia: Jessica J. Novak
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