Viviamo nell’era della comunicazione istantanea e frettolosa, l’epoca di immagini che spesso non ritraggono la realtà, ma la filtrano e la alterano, privilegiando l’ostentazione alla grazia e al decoro.
Proprio per queste ragioni, l’eleganza è più che mai un valore rivoluzionario, implica rispetto, ascolto e consapevolezza di sé e si riflette nei gesti e nelle scelte quotidiani. È molto più di un dettaglio estetico, è una qualità che nasce dal profondo, una tensione verso l’armonia.
Essere eleganti quindi significa affermare la propria unicità, distinguersi per sobrietà e coerenza.
Se esiste un’arte che incarna l’eleganza, questa è indubbiamente la danza. In ogni arabesque, in ogni port de bras, in ogni interpretazione coreografica si celano disciplina, sacrificio e dedizione, ma soprattutto la capacità di rendere apparentemente semplice ciò che è estremamente complesso.
La danza, infatti, è la culla dell’eleganza radicata nell’intimo dell’essere umano, è un ponte tra corpo e spirito, tra chi interpreta e chi osserva.
Il movimento trae forza e senso dalla sincerità e dalla spontaneità del corpo che diviene uno strumento per comunicare la bellezza, quella vera, che si nutre di empatia, ascolto e apertura.
Mentre balla, il danzatore si spoglia di ogni maschera, offre al pubblico il suo lavoro, la sua passione e talvolta la sua insicurezza e i suoi errori.
In questo atto di coraggio risiede una delle forme più alte di eleganza che sa accogliere la paura e la forza, e che trasforma la fatica in leggerezza.
L’eleganza non si esaurisce sulla scena, ma diventa un’attitudine quotidiana.
Chi pratica la danza impara a portare nel mondo gentilezza e sobrietà, doti che resistono al tempo e alle mode, qualità che possono rivoluzionare una società sempre più tesa all’eccesso e al superficiale.
Stefania Napoli
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