Puntare i riflettori sull’attuale situazione del settore della formazione della danza, illustrarne il futuro e,
soprattutto, indicare le soluzioni volte al superamento delle criticità che da anni lo caratterizzano. Sono
questi gli obbiettivi perseguiti da AIDAF (Associazione Italiana Danza Attività di Formazione) con l’incontro
“La Formazione della danza: quale futuro?” svoltosi questa mattina nella Sala Spadolini del Ministero della
Cultura.
All’evento hanno partecipato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, la Presidente AIDAF, Amalia
Salzano, il Presidente AGIS, Francesco Giambrone e il Presidente di Federvivo, Marco Parri. Presenti anche
due eccellenze del settore che hanno esportato la danza made in Italy in tutto il mondo: Liliana Cosi étoile
internazionale, Eleonora Abbagnato, oggi Direttrice del Corpo di Ballo e della Scuola di Ballo del Teatro
dell’Opera di Roma, appena nominata Presidente del Consiglio Superiore dello Spettacolo.
La Presidente AIDAF, Amalia Salzano, di fronte una platea di esperti e operatori della formazione della
danza e membri delle istituzioni, ha denunciato la difficile situazione in cui versa il settore che, ad oggi, è
ancora in attesa dell’attuazione di una normativa equiparabile a quella dei principali Stati europei.
Le scuole di danza private in Italia rappresentano un comparto importante dello spettacolo dal vivo – circa
30.000 scuole con un numero di allievi di circa 3 milioni di persone – e costituiscono la base fondamentale
del sistema danza, in quanto la formazione dei danzatori è affidata quasi totalmente a loro. Eppure, allo
stato attuale, non esiste una regolamentazione ufficiale per la formazione dei “formatori” – vuoto
normativo esistente da quasi 50 anni.
“Tutti in Italia possono insegnare danza – ha spiegato la Presidente AIDAF – con serie conseguenze per la
tutela della salute fisica e psichica dei giovani allievi. È il riconoscimento della figura professionale
dell’insegnamento di danza ad essere assente”.
Le istanze esposte da AIDAF sono state confermate dall’indagine presentata durante l’incontro, da Riccardo
Grassi, Responsabile della ricerca di SWG S.p.A. Lo studio, condotto da AIDAF e AGIS, in collaborazione con
SWG, ha dimostrato quanto le famiglie considerino importante lo studio della danza per la crescita dei
propri figli, da un punto di vista educativo, culturale e sociale. La danza, contrariamente alle altre attività
individuate come attività extracurriculari, viene scelta con una grande consapevolezza del valore che riveste
e dell’eredità che lascia agli allievi. Un dato importante è quanto le famiglie ritengano fondamentale la
preparazione degli insegnanti ai quali affidano i propri figli, perché si rendono conto di quanto potrebbe
essere pericoloso affidarli ad insegnanti non sufficientemente preparati. Il 93% del campione ascoltato
(1029 famiglie italiane che hanno almeno un/a figlio/a tra i 3 e i 18 anni che frequenta o ha frequentato un
corso di danza) ritiene che un insegnante non preparato può recare danni importanti ai propri allievi.
Allo stesso tempo, sono però consapevoli di non avere a disposizione gli strumenti adeguati a valutare la
qualità di una scuola di danza e dei suoi insegnanti. Emerge inoltre la necessità, da parte del campione
ascoltato (88%), di un titolo regolamentato dallo Stato a garanzia della professionalità degli insegnanti.
La soluzione indicata e sostenuta da AIDAF è quella di promuovere un’urgente riforma del settore
attraverso l’attuazione della legge n. 175/2017, e della norma che riguarda la formazione.
“Grazie ad un grande lavoro di sensibilizzazione e interlocuzione con le istituzioni svolto negli anni da AIDAF,
con il supporto di AGIS e FEDERVIVO, – dice la Presidente Salzano – abbiamo finalmente ottenuto un risultato
eccezionale con la Legge n. 175/2017, raggiungendo un obiettivo, rincorso per anni, che è anche il cuore
della nostra Mission. Specificatamente con il principio storico sancito dall’art. 2, co. 4, lett. g) n. 2), che
prevede l’introduzione di una normativa che regolamenta l’insegnamento della danza tramite la
definizione di percorsi formativi e professionalizzanti, attraverso un titolo univoco valido su tutto il
territorio nazionale, oltre che il riordino delle scuole di danza”.
Conclude la Presidente “A tale scopo, AIDAF, come già accaduto a suo tempo per la stesura della norma, ha
confermato oggi la propria disponibilità come interlocutore del Ministero su questo tema informando il
Ministro di aver già elaborato una proposta articolata di decreto attuativo, con il prezioso supporto di AGIS
e FEDERVIVO. Siamo pronti a proseguire la proficua interlocuzione attraverso un confronto con gli uffici del
Ministero e con la Direzione Generale dello Spettacolo dal Vivo. Sono anni che AIDAF porta avanti le istanze
del settore della formazione della danza. La partecipazione e l’interesse manifestato oggi dai membri del
Governo e del Parlamento ci fa ben sperare per il futuro. Mi auguro davvero ci aiutino finalmente a vincere
questa vera e propria “battaglia di civiltà”, sancendo così la “nascita” di un reale settore dal quale dipende
un’intera filiera dello spettacolo”.
“Il Ministero della cultura, con la sua Direzione generale Spettacolo, è pronto a farsi parte attiva con il
Ministero dell’Istruzione e del Merito per arrivare a un pieno riconoscimento del percorso formativo che
accompagni all’insegnamento della danza, valorizzando in primo luogo il ruolo dei 50 licei coreutici presenti
in tutto il territorio nazionale e dell’Accademia Nazionale di Danza”, ha dichiarato il Ministro della Cultura,
Gennaro Sangiuliano.
“La regolamentazione dell’insegnamento della danza e un percorso serio per la qualificazione dei formatori
sono obiettivi ormai irrinunciabili e urgenti per il nostro Paese. Il grandissimo interesse che la danza riscuote
sempre di più tra i nostri giovani e tra il pubblico dei teatri conferma la necessità di arrivare a un percorso
normativo che metta ordine in un settore di straordinaria importanza per tutto il sistema dello spettacolo
dal vivo – ha commentato il Presidente AGIS, Francesco Giambrone – “Oggi sono emersi due temi: il primo
riguarda la scuola, intesa come formazione in generale, il secondo le scuole di danza, cioè la formazione
specifica. E su questo non c’è più da discutere ma si deve agire: dobbiamo uniformarci agli standard di
qualità internazionali”.
Redazione
Foto Enrico Ripari