Balletto classico preferito?
Il Lago dei Cigni.
Balletto contemporaneo preferito?
Chroma.
Il Teatro del Cuore?
La Royal Opera House è casa mia, ma è a Tokyo che ho avuto alcune delle mie performance più memorabili, al Bunka Kaiken.
Un romanzo da trasformare in un balletto?
La valle dell’Eden di John Steinbeck.
Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto?
Amadeus… almeno la colonna sonora sarebbe fenomenale.
Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito?
Sono molto esigente, ma alla fine Yugen aveva costumi che si muovevano magnificamente ed erano così comodi.
Quale colore associ alla danza?
Rosso. Deve essere rosso perché è vita, morte e amore, tutti espressi nel balletto.
Che odore ha la danza?
Piedi sudati.
La musica più bella scritta per il balletto?
Romeo e Giulietta di Prokoviev
Il film di danza imperdibile?
Cantando sotto la pioggia e West Side Story con la coreografia di Jerome Robbins.
Due miti della danza del passato, maschile e femminile?
Scelgo la mia insegnante, Tatiana Nicolaevna Legat, e suo marito, Jurij Vladimirovič Solov’ev.
Il tuo “passo di danza” preferito?
Chaîné débouillé.
Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico?
Non credo che, essendo donna, ci siano candidate attraenti. O si tratta di una vita tragica interrotta, o di un “essere” immaginario, una fata o una silfide. Non immagino che sia una vita appagante!
Chi era il genio per eccellenza dell’arte coreografica?
George Balanchine.
Ripensandoci, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti?
Probabilmente non avremmo una lingua comune, dato che il greco antico è al di là delle mie capacità. Credo che comunicheremmo attraverso il movimento.
Tre parole per descrivere la disciplina della danza?
Espressiva, catartica, assidua.
Come ti vedi oggi allo specchio?
Vedo l’immagine del mio io fisico, che non è un mio riflesso, devo ricordarmelo.
Michele Olivieri
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