Negli ultimi tempi si parla molto dell’omofobia, argomento che tocca la società in cui viviamo e in particolare il mondo della danza. Spesso, infatti, l’arte coreutica rimane vittima di uno dei più comuni stereotipi: se un ragazzo sceglie di fare danza anziché calcio o pallacanestro viene immediatamente stigmatizzato e giudicato per non essere conforme a quello che la società si aspetta da lui.
Ma cos’è esattamente l’omofobia?
Letteralmente il termine significa “paura nei confronti di persone dello stesso sesso” e più precisamente riguarda l’intolleranza verso uomini e donne con preferenze omosessuali che, lo ribadiamo, riguardano la sfera delle libertà individuali e che nessuno ha il diritto di giudicare.
L’omofobia può manifestarsi con una battuta apparentemente innocua su una persona gay, con offese verbali, fino ad arrivare a minacce o aggressioni fisiche. L’atteggiamento omofobo deriva dal preconcetto che sia sano e giusto scegliere un partner del sesso opposto, considerazione basata sulla falsa credenza che in natura non esistano comportamenti omosessuali.
Gli individui che presentano omofobia in realtà sono semplicemente ignoranti, nel senso che non conoscono la realtà gay e lesbica. Ne possiedono un’idea astratta nata sulla base convenzioni sociali dominanti. Noi tutti tendiamo ad agire in modo coerente con ciò che viene ritenuto desiderabile e giusto in base alle convenzioni e ai pregiudizi che ci vengono tramandati, anche quando ormai sono superati e ingiusti.
Che cosa può fare la danza per combattere gli stereotipi omofobi?
Tanto, perché la danza non è né maschile né femminile, bensì una forma d’arte neutra, completa e democratica, che insegna rispetto, libertà, disciplina e auto-disciplina.
Danzare aiuta l’essere umano, uomo o donna che sia, a riscoprire il suo illimitato potenziale di crescita e miglioramento, e ci ricorda che non esistono stereotipi, preconcetti o pregiudizi se non quelli che alimentiamo per ignoranza e paura. Come tutte le arti, la danza dunque racchiude in sé apertura mentale, flessibilità, predisposizione al nuovo, al diverso da quello che conosciamo, predisponendo il danzatore a sviluppare maggiore forza e consapevolezza di se stesso e del mondo che lo circonda. Sì, la danza può fare tanto, ed è un baluardo contro ogni forma di oppressione e di soppressione della libertà.
Stefania Napoli
Fotografia: Richard Calmes
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