RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Luciana Savignano – L’unica cosa che mi riserbo di dire è che sono molto dispiaciuta. Sono molto legata alla figura del Maestro Alberto Testa, sono stata a Positano in molte occasioni e la professionalità che l’ha sempre contraddistinto è immensa. Sono molto rattristata da quanto accaduto, posso soltanto dire questo.
Anna Maria Prina – Il Maestro Testa è una persona eccezionale: ha l’immenso merito di aver fondato, sviluppato e portato avanti questo premio. E’ pur vero che i tempi cambiano e bisogna accettare tutti i cambiamenti che ci vengono presentati…quello che, però, manca in Italia è la mancanza di etica professionale: molto spesso si tende a lasciare da parte chi ha dato vita a molti progetti senza alcuna spiegazione, con modi poco gentili. Quello che mi auguro è che il Maestro Testa possa essere sempre e comunque il modello a cui ispirarsi, il punto di riferimento del Premio proprio perché ha esperienza, ha creato questo appuntamento. Non ritengo sia giusto che venga totalmente cancellato quello che è stato fatto in passato.
Giuseppe Carbone – Nel 1969 sono stato il primo a ricevere questo premio: è stato sicuramente un onore, anche perchè in Italia ero uno sconosciuto. Lavoravo in Germania e il Maestro Testa ha visto in me il talento, è stato lui ad invitarmi a Spoleto. Alberto ha fatto un lavoro straordinario: lui è stato in grado di dare il premio alle persone giuste, ai talenti, ai giovani. Ha avuto sempre moltissimo coraggio. Ora se ne va un pezzo di storia: il mio augurio più grande è che Daniele Cipriani possa avere il Maestro Testa al suo fianco. Di meglio, sicuramente, non potrà essere fatto nulla: Alberto Testa ha fatto un ottimo lavoro, che nessuno potrà mai dimenticare.
Elsa Piperno – Alberto è un uomo di grande cultura, un uomo che ha fatto tanto per la danza in Italia e noi tutti gli dobbiamo qualcosa, non meritava proprio un trattamento così vergognoso- È brutto, all’apice del successo, quando si dovrebbe avere in cambio clamore e serenità, subire una carognata di questo tipo. Lo trovo scandaloso e assurdo. Penso che il mondo della danza dovrebbe rivoltarsi e le persone che andranno a ritirare il premio dovrebbero vergognarsi…loro stessi non portano rispetto alla danza!
Domenico Bertini – Sono stato allievo di Alberto Testa all’Accademia Nazionale di danza, è stato senz’altro un testimone della danza italiana e danzatore lui stesso. Conosceva tutti i danzatori e le danzatrici “famose ” in Italia e tutti vari movimenti culturali del periodo, grande amico della Signora Penzi. Esprimo il mio dispiacere per l’accaduto. Il Prof. Testa è un’autorità in materia ed è stato testimone di un lungo periodo di storia del balletto italiano.
Paolo Boncompagni – Da oltre vent’anni mi occupo dell’organizzazione della Settimana Internazionale della Danza “Città di Spoleto” e di altri eventi coreutici sempre con la magistrale direzione artistica di Alberto Testa. Chi, come me, lavora tutto l’anno a stretto contatto con il Maestro sa quanto egli sia aperto, forse più di tanti altri, ad ogni innovazione “stilistica” purché essa sia fatta nel rispetto della Danza. Quindi, la motivazione del “rinnovamento” non regge. Certo è che quanto accaduto è da biasimare per le modalità: Alberto Testa è persona di così grande spessore culturale e dignità che avrebbe almeno meritato di ricevere apertamente una spiegazione alla sua sostituzione anche perché il Premio Positano verrà sempre e comunque collegato da tutti al nome del suo ideatore: il Maestro Alberto Testa.
Maria Grazia Garofoli – Ho appreso con stupore e dispiacere la soppressione del Premio Positano che ha accompagnato per tanti anni i sogni e le speranze di tutti noi “mondo danza”. Spero ardentemente in un ripensamento.
Domenico Luciano – Sono rimasto molto sorpreso e turbato quando ho saputo che, dopo 40 anni, la Direzione Artistica del Premio Positano non era più del Prof. Alberto Testa. Il Prof. Testa, oltre ad essere un uomo di grande cultura, è anche un uomo con una grande sensibilità artistica. Qualsiasi siano state le motivazioni per il cambio di Direzione, credo che si sia mancato di rispetto ad un uomo che ha fatto tanto per la Danza in Italia, escludendolo di punto in bianco dall’evento senza neanche pensare di onorare e celebrare una vita dedicata all’arte della Danza.
Matteo Ruggiero – Ho avuto la fortuna in maniera indiretta un po’ di anni fa di stare accanto al Prof.Testa, proprio lì a Positano, per 2 edizioni e poi in altre occasioni, ed ho notato come, al di là della passione che il Professore sente per la danza, ha, in particolar modo, un amore profondo per Positano, e di conseguenza per il Premio, che ha tirato su senza esagerare con la stessa attenzione che si può dedicare ad un figlio. Certo è chiaro e evidente che, chi ha vissuto la serata del Premio si ritrova in una situazione che non vive e non può vivere quotidianamente, un’ assoluta magia tra paesaggio, suoni del mare e le luci di quel palco unico con i premiati che fanno da valore aggiunto, davvero un’atmosfera unica. Nella danza, lo sappiamo e lo diciamo tutti qui in Italia, qualcosa non va, ma non è vecchia, io penso sia stantia a causa della realtà di questi “grandi” teatri che ritengono che solo ciò che passi di lì sia l’ assoluto, mentre non è non così, soprattutto per la danza contemporanea. Ci sono dei talenti nella coreografia nascosti ancora in laboratori o in teatri minori disposti a pagarsi tutto da sé. Tutto questo per dire che il Professor Testa, nonostante la sua età, è sempre riuscito a vedere oltre perché disposto al dialogo e quindi disposto a dare possibilità, sebbene talvolta anche incerto di fronte a cose nuove. Sono sicuro che il Premio poteva restare ancora sotto la sua direzione artistica con assistenti giovani che potevano consigliarlo nel vedere realtà che dovrebbero essere nuove per tutti. Bisogna avere il coraggio di rinnovarsi, ma non è il Premio Positano che deve rinnovarsi, bensì la danza.
Stéphane Fournial – Nel 1995 ho avuto l’onore di ricevere il Premio Positano Léonide Massine per l’Arte della Danza. Mi ha permesso di conoscere il Maestro Testa, personaggio di grande cultura, appassionato e di grande competenza. La sua energia era un faro per questo evento fondato e sviluppato da lui. Si sa che nessuno può evitare i cambiamenti, ma il rispetto vale per tutti. Si poteva benissimo dare al Prof. Testa una consulenza o la presidenza onoraria. Ce ne sono tante in tutti i teatri italiani…
Annaluisa Sagristano – È con grande tristezza che scrivo questo testo. O forse imbarazzo, dato il calibro artistico e culturale del Prof. Alberto Testa, per il quale mi sembra veramente inopportuno esprimere “sostegno”, dato che il suo nome basta per avere una presentazione eccelsa nel mondo della danza. Il Professore è una garanzia, è storia dell’arte tersicorea. L’imbarazzo cresce perché a scrivere è solo un’ allieva, oramai da 4 anni, dell’Accademia Nazionale di Danza che nutre profondo rispetto e ammirazione per la Sua figura. Tuttavia ho sentito il dovere di esprimere qualche parola, e la mia passione per la scrittura e per la danza hanno portato le mie mani sulla tastiera del pc. Ho avuto occasione, piacere, nonché onore, di parlare con il Prof. Testa in varie occasioni. E ogni volta ne sono stata folgorata, come la prima volta soltanto nel vederlo da lontano! Ma è con il suo modo di parlare, così calmo ma penetrante e tutt’altro che monotono, che sono stata completamente ammaliata ma anche intimidita. Mi sono sentita “ignorante” rispetto alla sua profonda cultura, non solo della danza, dato che quest’arte contiene in sé infiniti rimandi ai più svariati ambiti in cui il Maestro non si è mai mostrato impreparato!Tuttavia, ciò ha spronato ancor di più la mia curiosità nel conoscere e studiare ma soprattutto nell’ andare avanti seguendolo come un importante punto di riferimento e modello non solo di studioso, critico, etc., ma anche e soprattutto come esempio di umiltà e rispetto. Questi ultimi sono due valori fondamentali nel mondo della danza che con l’accaduto sono venuti meno. Ricordo dopo la discussione del mio lavoro finale del triennio in AND di aver parlato tanto con il Professore: storia della danza, neoclassicismo, Accademia, Balanchine, poesie francesi, filosofi greci, teatro, musica, arte, letteratura, etc. Un’apertura mentale assoluta, nonostante comunque gli anni in cui si è formato, ma con un’idea della danza ben precisa che va oltre il mondo del mercato e che è per l’appunto cultura profonda, continua ricerca, bellezza pura, espressione autentica oltre i mezzi utilizzati, purché non trascenda il senso del “gusto”. Per concludere, voglio ricordare un concetto che il Professore apprezzò molto del mio lavoro, quello di “arte scientifica”: la danza infatti è un’arte, ma per poter esserlo si deve fondare su un lavoro “scientifico”. Solo su questa base in seguito si può passare all’ambito creativo in una miscela unica di magia e fascino che solo la vera danza riesce a regalare, anche ai non competenti. Colgo l’occasione per ringraziare il Maestro per il lavoro svolto a Positano e ai doni che ha già lasciato e lascerà a noi giovani con il suo impegno e la sua passione. Lo ringrazio inoltre per aver creduto in me anche attraverso l’assegnazione della targa lo scorso anno.
Michele Villanova – Scrivo in merito alla questione Premio Positano perché stimo molto il Prof. Testa: lui mi conosce da quando ero in tenera età e mi assegnò il Premio Positano nel 1988 per essermi distinto come Solista e Primo Ballerino al Teatro alla Scala. Leggo oggi ciò che è accaduto e non posso che rammaricarmi nel constatare quanto il mondo della danza sia sempre più popolato da personaggi ambigui, pronti a strappare la vita e l’operato di qualcun altro come dei veri sciacalli. Definendo il termine “sciacalli” in questo caso, potrei dire che sono coloro che gestiscono il proprio lavoro come un Business costruito sulle spalle degli altri, pensando di ottenere un momento di gloria che possa compensare il fatto di non essere riusciti in NIENTE nella vita. L’unico errore che recrimino al Prof. Testa è di non essere stato abbastanza arguto da accorgersi di chi indottrinava e proteggeva sotto la sua ala in maniera amorevole e passionale. Non più l’allievo che supera il maestro, ma la preda che divora il predatore. Con queste parole mi sento di difendere il Prof. Testa e di sostenere la vostra causa, sperando che possa indurre alla riflessione su come il mondo della danza sia diventato e su chi ha contribuito a renderlo tale.
Mario Marozzi – Ho partecipato al Premio Positano molte volte, sia come premiato in tutte e tre le categorie che come ospite accompagnatore, e per me questo evento è, e sarà per sempre, una creatura del Maestro Testa. Sono sconvolto e dispiaciuto di tutto quello che sta accadendo. Desidero esprimere tutta la mia solidarietà al Maestro, che dire questa è l’Italia dove si sta distruggendo tutto quello che di bello si è fatto nell’Arte. Per colpa della politica e di persone senza scrupoli.
Valerio Basciano – Sono svariati anni che mi reco annualmente a Positano per assistere al rinomato Premio. Prima l’annullamento dello scorso anno ed ora l’esclusione del Prof. Alberto Testa. A quanti colpi dovrà ancora resistere il mondo della danza e della cultura? È un peccato che in Italia l’idea di fare “largo ai giovani” sia molto fraintesa: perché giovani restano coloro che hanno voglia di conoscere nel profondo, di lavorare per sé e per gli altri, di scoprire emozioni e di farle provare. Sicuramente il Prof. Testa non manca di alcuna di queste qualità e, aggiungendo a ciò le sue inestimabili competenze, è assurdo pensare di poterlo sostituire con chi più giovane di lui lo è unicamente all’anagrafe!
Rossella Cocco – Gentile direttore Sara Zuccari e gentili lettori, sono Rossella Cocco direttrice di una delle prime scuole di danza fondata a Napoli, esattemente nel 1970 da mia madre Rita Romanelli e da mio padre Attilio Cocco. I miei genitori hanno avuto l’onore di ricevere il Premio Positano il 2 agosto 1969, quindi per la mia famiglia e per tutti i miei allievi tale premio è considerato come l’oscar della danza. La mia stima per il Prof TESTA è infinita e sono rimasta molto delusa dalla sua esclusione come direttore artistico dall’edizione 2011 del Premio. Essendo una vostra affezionata lettrice, ho letto tutti i vari commenti a favore del Prof. Testa e sono rimasta sconcertata dalla dichiarazione del maestro Villanova in cui si parla di sciacalli e predatori, ma come al solito in Italia si è reticenti nel fare nomi e cognomi. Colgo l’occasione nel rinnovare i miei più sinceri complimenti al vostro giornale, sperando che questa mia e-mail venga pubblicata.
Valentina Clemente