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Liliana Cosi: “la vera arte parla di Dio”, la mia danza la mia fede

È stata sicuramente una delle più grandi danzatrici degli ultimi anni ed ancora oggi occupa un posto di primo piano nel mondo della danza come direttrice di una prestigiosa compagnia e un’ottima scuola. Liliana Cosi, ètoile della Scala di Milano, ci racconta la sua vita e la sua fede nella danza: “La vera arte parla di Dio, testimonia di Dio anche se non lo nomina. Il vero artista è colui che fa regali alla gente, perché dà questo mistero che è l’arte, un dono di Dio agli uomini”.

Come nasce la passione per la danza e qual è il ricordo degli anni trascorsi alla Scuola di Ballo della Scala?

La passione per la danza è nata a nove anni, quando ho iniziato il primo corso alla Scala: ogni giorno che passava vedevo che riuscivo bene nello studio e così mi sono resa conto che la danza era innata in me.

Qual è l’esperienza che ricorda con più affetto di quando danzava al Teatro alla Scala?

Ci sono due momenti significativi che ricordo con grande emozione, il primo quando mi sono diplomata: sono stata la prima – e l’ultima – che ha ricevuto un premio per gli studi condotti. E il secondo il mio debutto con Rudolf Nureyev, che mi scelse per interpretare al suo fianco Lo Schiaccianoci.

Il motivo che l’ha spinta all’apice del successo a lasciare la Scala per affrontare nuove esperienze?

L’essere artista per me è sinonimo di libertà. Quando ho deciso di lasciare la Scala, mi sentivo in mano ad altre persone. L’incontro con Marinel Stefanescu mi ha fatto riacquistare la mia vita e la mia arte, interpretando creazioni e condividendo ideali consoni a me.

Cosa pensa della danza di ieri e della danza di oggi?

Per me la danza è bella o brutta, trasmette un messaggio o non lo trasmette, in qualsiasi momento sta a noi distinguere la bella danza dalla brutta danza.

Che differenza c’è fra essere una ballerina e fare la ballerina e fra essere una brava interprete e una brava maestra?

Essere ballerina è per prima cosa essere un’artista, non si può fare l’artista. È comunque una cosa difficilissima, infatti non si è mai contenti… Invece per essere una brava insegnante ci vuole una “vocazione”, una particolare passione e inclinazione. Non so, ma forse è ancora più difficile che essere un’artista.

Il partner che ricorda con più affetto?

Ho avuto la fortuna di ballare con i più grandi danzatori della scena mondiale: Rudolf Nureyev, Valdimir Vassiliev, Paolo Bortoluzzi, Marinel Stefanescu.

Un maestro che è stato fondamentale per la sua carriera?

Galina Ulanova! Diceva sempre: “Per diventare ballerini serve il 99% di lavoro e l’ 1% di talento, quello che basta per lavorare bene”.

Il balletto che rispecchia la sua personalità?

La Bella Addormentata e Il Lago dei Cigni.

C’è un mito della danza a cui si è ispirata?

Galina Ulanova, una grande maestra e Maja Plissetsskaia, una straordinaria ballerina.

È difficile conciliare una carriera intensa come la sua con la vita privata?

No! Per me vita privata e vita artistica sono la stessa cosa, l’una dipende dall’altra. Io, quando danzavo, portavo in scena la mia vita e tutta me stessa.

La danza è lontana dal mondo del web, oggi fondamentale per la comunicazione. Come potrebbe avvenire un’interazione fra i due?

È indispensabile che avvenga questa interazione. Non so bene come, ma credo che ormai ci siamo vicini.

Quando ha scoperto Dio e ha fatto della fede la ragione fondamentale della sua vita?

Intorno ai vent’anni, leggendo Dialogo della Divina Provvidenza di S. Caterina da Siena. Fui invasa da un grande desiderio di approfondire quello che avevo intuito. Allora lessi anche la vita di S. Caterina. Pensavo di dover abbandonare il mondo, la famiglia presente e futura, la carriera e dare tutto a Dio, quando nel 1965 incontrai una persona eccezionale: Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, mi disse di non entrare in convento, ma di vivere la mia vocazione di ballerina sul palcoscenico.

Progetti per il futuro?

Ne ho molti, mi piacerebbe fare più spettacoli con la mia compagnia e portarla in Russia.

Sara Zuccari

Direttore del www.giornaledelladanza.com

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