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L’impegno di AssoDanza Italia per l’Alta Formazione Coreutica e la Formazione Insegnanti di Danza

L’impegno di AssoDanza Italia per l’Alta Formazione Coreutica e la Formazione Insegnanti di Danza Uno tra i principali obiettivi di ASSODANZA ITALIA, Associazione di Tutela dei diritti dei lavoratori del Settore Danza privato, è stato sin da subito definire un inquadramento e un riconoscimento giuridico della figura professionale dell’insegnante di danza, di pari passo con l’indispensabile regolamentazione fiscale ad hoc per le Scuole di Danza private.

Punto focale dell’azione di ASSODANZA ITALIA sarà l’identificazione di un percorso unico di certificazione delle competenze, per dare dignità e riconoscimento al ruolo dell’insegnante di danza che svolge un attività fondamentale per la crescita della cultura della danza nel nostro Paese. ASSODANZA ITALIA parte dalla consapevolezza che non esiste un organismo unico che normi il panorama della formazione coreutica, sia dal punto di vista del danzatore che dell’insegnante. In questo deserto normativo, si sono generati percorsi autorizzati di certificazione, per lo più in ambito sportivo, che rispondono ai requisiti più disparati e che spesso si avvalgono di attestati conseguiti in poche ore di studio.

“Dal nostro punto di vista” dice la Presidente Nazionale di ASSODANZA ITALIA Miriam Baldassari, “è urgente che lo Stato prenda in considerazione in maniera seria e radicale la problematica delle competenze dell’insegnante di danza, sbloccando procedure stantie e mai attuate e organizzando la materia e gli adeguati provvedimenti con maggior senso di responsabilità ed efficacia. L’Accademia Nazionale di Danza è l’Università della Danza in Italia, e come tale legittimamente diploma i futuri professionisti dell’insegnamento che opereranno all’interno dei Licei Coreutici, con il consueto excursus di graduatorie pubbliche come previsto per legge.

Oggi l’emergenza è riconoscere e tutelare tutti quegli insegnanti la cui formazione non si sia svolta all’interno dell’Accademia Nazionale di Danza, e spesso si parla anche di qualificatissimi percorsi effettuati in scuole estere di primaria importanza come ad esempio gli istituti britannici Royal Academy of Dance e Imperial Society of Teachers of Dancing, entrambi con sedi in tutto il mondo, anche in Italia. Discorso similare va affrontato per l’abilitazione all’insegnamento dei Maestri considerati “di chiara fama”: non sempre purtroppo il percorso professionale in ambito coreutico è garanzia di una equivalente capacità e competenza relativamente all’insegnamento”.

Queste sono le grandi perplessità ma anche i grandi obiettivi che si pone ASSODANZA ITALIA. I Coordinatori Regionali Piemonte, Elena Delmastro e Daniele Trastu, stanno già lavorando al fianco di Baldassari, all’interno della Commissione Tecnica per L’Alta Formazione Coreutica, istituita all’interno dell’Associazione. “In molti stati europei la figura dell’insegnante di danza è stata normata da anni – dice Trastu – credo sia fondamentale ispirarsi ai modelli legislativi esistenti per acquisirne le virtù e organizzare il settore in maniera sostenibile.

Il primo passo sarà riconoscere il valore della grande esperienza dei docenti italiani e legittimarla attraverso un sistema equo di certificazione delle competenze; al contempo andranno riconosciuti a livello nazionale i corsi di formazione docenti già in essere perché possano finalmente trovare un’istituzione a cui fare capo”. “Sarà fondamentale – continua Delmastro – creare parallelamente un sistema di riconoscimento crediti formativi per gli studenti che seguono percorsi di formazione professionale, così da poter mettere in relazione formazione, professione e docenza”. Le modalità di approccio al problema del riconoscimento delle competenze prevede il dialogo con diversi Ministeri, in primis Mibact e Miur, contestualmente al dialogo già in atto con il Ministero del Lavoro e con le parti sindacali, per individuare le risposte contrattuali adeguate al ruolo del nuovo Insegnante di Danza, che necessita di dignità e tutela. “A livello normativo” riprende Baldassari “ci siamo fermati alla LEGGE 22 novembre 2017, n. 175 <>, con un relativo iter burocratico che non ha visto le semplificazioni attese, e non ha fornito risposte adeguate al problema formazione nella danza. L’articolo 2, comma 4 del testo, espone alla lettera g) la necessità dell’”individuazione di criteri e requisiti finalizzati all’abilitazione di tale insegnamento tramite la definizione di percorsi formativi e professionalizzanti certificati e validi su tutto il territorio nazionale”.

Ma da allora è tutto fermo.

ASSODANZA ITALIA ha già in iniziato a redigere un’ampia memoria su quanto fatto, inserendo nuovi elementi di riflessione, circa l’istituzione di un Organo Nazionale per la certificazione delle competenze dell’insegnante di danza di base, che istituisca un percorso idoneo all’insegnamento specifico per le scuole private di danza in Italia, che sia equipollente e allineato con le attuali certificazioni europee e metta il nostro Paese finalmente alla stregua degli altri Istituti esteri. Per questo, ASSODANZA ITALIA considera di primaria importanza l’interlocuzione interministeriale, più idonea per l’identificazione dei corretti parametri di certificazione”.

Miriam Baldassari

www.giornaledelladanza.com

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