Margarita Trayanova è stata prima ballerina ed étoile del Teatro dell’Opera di Sofia. Nella sua lunga carriera si è esibita nei teatri di tutto il mondo. Trasferitasi in Italia nel 1982, ha lavorato come maître de ballet presso l’Accademia Nazionale di Danza, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro San Carlo di Napoli, l’Arena di Verona, il Comunale di Firenze, il Teatro alla Scala di Milano. Con lei hanno studiato i più grandi nomi del balletto quali Carla Fracci, Elisabetta Terabust, Raffaele Paganini, Julio Bocca e molti altri. In questa intervista si racconta al giornaledelladanza.com
Ha iniziato i Suoi studi all’Accademia di Danza di Sofia, perfezionandosi poi a San Pietroburgo e a Bruxelles con Maurice Béjart, i Suoi ricordi di quegli anni?
Ho avuto la fortuna di studiare con grandi maestri come Dudinskaya, Sergeyev e Pushkin, che fu maestro anche del grande Nureyev. Successivamente mi sono perfezionata da Béjart per la danza più moderna. Gli anni di studio sono stati bellissimi e ne conservo ricordi molto intensi. A San Pietroburgo studiavo accanto a Makarova e a tanti altri grandi ballerini e ho avuto la fortuna di ballare per la prima volta Il Lago dei Cigni sul palcoscenico del Kirov. Quella per me è stata una delle emozioni più grandi. Per me era incredibile già solo il fatto di cambiarmi nello stesso spogliatoio di Anna Pavlova e danzare sullo stesso palcoscenico dove si era esibita lei. Se qualcuno mi chiedesse cosa sentivo durante lo spettacolo, non ricordo nulla per la forte emozione.
Lei è stata prima ballerina dell’Opera Nazionale di Sofia e ha avuto grandi riconoscimenti in tutto il mondo, quali sono stati i momenti più importanti del Suo percorso artistico?
Ci sono stati tanti momenti importanti, sarebbe difficile menzionarli tutti, sicuramente girare il mondo, incontrare ogni volta un pubblico diverso e ricevere applausi.
Ha danzato quasi tutti i ruoli del repertorio classico, qual è quello che ha amato di più?
Più di tutti ho amato Il Lago dei Cigni, perché lo sentivo di più e forse perché è stato appunto il mio primo ruolo come interprete principale a 18 anni. Accadde che si ammalò la prima ballerina e io, che avevo imparato il ruolo, ho dovuto sostituirla. Non ci pensai due volte e mi ci buttai a capofitto, come tutti i giovani. Dopo l’ho danzato ancora in varie altre versioni, in età più matura, e l’ho sempre amato. Un altro ruolo che ho molto amato è stato il ruolo di Carmen, che ho avuto modo di interpretare quando danzavo nella compagnia “Arabesque”. Questi sono i due ruoli che ricordo sempre con grande amore.
Nel corso della Sua carriera hai vinto numerosi premi, qual è stato il riconoscimento più significativo per Lei?
Il più significativo è stato quello assegnatomi dal mio popolo, in Bulgaria, per Artisti e Meriti. Per quell’occasione hanno creato anche un francobollo con una mia foto, che mi ritraeva col mio partner in un balletto bulgaro. Poi il Concorso di Varna, dove dopo tanti anni sono stata invitata anche come giuria, e poi tanti altri, a Vercelli, Vienna, Torino, Reggio Calabria.
Negli anni successivi il Suo percorso si è spostato verso il ruolo di maître de ballet presso importanti teatri e istituzioni, quali sono i ricordi a Lei più cari di queste esperienze?
Forse il primo impatto, quando mi hanno chiamata all’Accademia di Danza. All’epoca danzavo ancora e inizialmente mi invitarono per preparare una ragazza per il concorso di Varna, poi in seguito mi hanno invitata per un tenere un corso di perfezionamento con insegnanti di tutt’Italia e in quell’occasione ho avuto modo di conoscere molte persone. Devo dire che danzare e insegnare contemporaneamente mi ha fatto sentire molto soddisfatta e mi ha portato anche fortuna, perché, a partire da quel momento, ho ricevuto molti altri incarichi, in vari teatri dell’Opera.
Quando ha interrotto la Sua carriera di danzatrice Le è mancata l’emozione di stare in scena?
Ho smesso di ballare a 47 anni e devo dire che non ho avuto il tempo di pensare se mi mancasse o meno, perché ho avuto così tanti impegni e quello si è sostituito man mano alla mia vita di prima.
Come mai ha scelto l’Italia come luogo dove trasferirsi in maniera definitiva?
Ero stata diverse volte col nostro teatro in Italia quando danzavo, ma non avevo avuto contatti con italiani, poi ho conosciuto Juan Corelli, che all’epoca insegnava all’Accademia e che aveva montato per me due balletti: Carmina Burana e Verdi. Ci siamo conosciuti a Sofia e poi lui mi ha invitata in Italia per una sostituzione all’Accademia. Da quel momento mi sono innamorata di questo Paese, anche mia figlia studiava danza ed ho deciso di trasferire tutta la famiglia in Italia, perché all’epoca c’era tanto lavoro.
Nell’insegnamento che scuola segue e cosa pensa dei metodi di insegnamento che si sono diversificati nel tempo?
Io insegno sempre il metodo Vaganova, perché sono cresciuta con la scuola russa di danza classica. In Bulgaria ho studiato con maestri russi, dopo sono stata in Russia ed ho continuato secondo questo tipo di insegnamento. Ci sono tanti metodi, io non posso giudicare perché non li ho studiati tutti per poter fare un paragone, credo che bisogna prendere tutto il buono che c’è in ogni metodo, scuola francese, scuola cubana, etc., si deve prendere tutto il positivo che tali metodi possono offrire per poter crescere.
Con Lei hanno studiato i più grandi nomi del balletto, quali Carla Fracci, Elisabetta Terabust, Raffaele Paganini, Julio Bocca e molti altri, un aneddoto che ricorda particolarmente del tempo trascorso con queste grandi stelle della danza?
Con tutti ho lavorato molto serenamente, non ho mai incontrato nessuna difficoltà, non potrei citare un nome o due, in tutti i teatri sono passati i più grandi ballerini.
Lei ha fatto parte anche della commissione esaminatrice della trasmissione televisiva “Saranno Famosi” ed “Amici di Maria de Filippi”, per Lei che provieni dal teatro, come sono state queste esperienze televisive?
Nella commissione di “Amici” ci sono stata fino al 2004 -2005. Credo che la trasmissione di Maria de Filippi sia stata importante perché ha dato spazio e risalto alla danza classica, che in TV si vede poco e che è la base di tutti gli altri generi di danza. Questo è stato un aspetto molto positivo. Io ho lavorato molto in televisione anche in Bulgaria e Turchia, ho fatto diverse esperienze. Certo il teatro è sempre teatro, il contatto col pubblico è diverso, molto diverso, ma credo che la TV sia un mezzo per far partecipare un pubblico più ampio e per farsi conoscere.
Secondo Lei qual è il futuro della danza?
Adesso attraversiamo un periodo molto difficile, i teatri chiudono, non ci sono soldi, non si sa cosa aspettarsi per le nuove generazioni. Ci sono davvero tanti talenti, spesso in commissione di concorso vedo elementi giovanissimi dal talento incredibile, perfetti, già pronti alla carriera. Allo stesso modo, ci sono danzatori più grandi che hanno studiato molto in tutto il mondo e sono tutti senza lavoro. Questo mi dispiace moltissimo e spero che col tempo si risolva.
Un messaggio conclusivo
A tutti i giovani direi di non scoraggiarsi, l’inizio è sempre molto difficile, ma con l’impegno si ottiene, perché il lavoro alla fine premia sempre. Un messaggio va anche alla mia famiglia: i miei genitori, mia madre cantante lirica e mio padre avvocato con una grande passione musicale, mia figlia ballerina, mio genero ballerino, mio fratello insegnante, mio marito giornalista, dico grazie a tutti loro per avermi appoggiato. Tutto danza intorno a me.
Lorena Coppola
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